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Dallas Mavericks

Le partite più pazze di J.J. Barea

Può un portoricano bianco di neanche un metro e ottanta ritagliarsi un posto nella storia della NBA? Sì, può.

Se giochi a basket ma non arrivi al metro e ottanta, non sei Allen Iverson e neppure Isaiah Thomas, hai la pelle lattiginosa e sei cresciuto a Mayaguez, Puerto Rico, difficilmente potresti rivendicare alcun diritto di cittadinanza in NBA. Josè Juan Barea, per tutti J.J., c’è invece rimasto per dodici anni and counting. Si è ritagliato uno spazio importante, si è messo al dito un anello di campione, ha sfidato a muso duro (con e senza palla) avversari molto più grossi di lui, ha vissuto momenti esaltanti sul parquet. Fuori dal campo, è stato fidanzato con una Miss Universo e ne ha sposato un’altra ancora.

Hai qualche problema con me, Blake?

Quanta follia ci vuole per fare tutto questo? Per arrivare dove non si potrebbe, per essere ciò che non si dovrebbe? Zero. Perché quella di J.J. non è follia. È determinazione, grinta, tenacia, orgoglio, sconfinata fiducia in sé stesso. Qualcosa in più che si ha dentro. Ma i tifosi lo amano per quella che, a prima vista, sembra proprio pazzia. Un modo di giocare forsennato, fatto di fiammate irresistibili e break di pura trance agonistica. Forse è questo l’unico modo per andare oltre le proprie possibilità e guadagnarsi il rispetto dell’intera NBA.

Barea oggi ha 34 anni e ha iniziato a modo suo la sua tredicesima stagione nella lega, corrispondente all’ultimo anno di contratto con i Dallas Mavericks. E così, quando il proscenio dovrebbe essere ormai appannaggio esclusivo dei Luka Doncic, dei DeAndre Jordan o dei Dennis Smith Jr., ancora una volta ecco spuntare J.J. Barea a prendersi la luce dei riflettori e a veleggiare, in queste prime partite, ai vertici delle statistiche degli assist con le sue entusiasmanti scorribande su e giù per il parquet.

J.J. non ha mai paura: un highlight della stagione 2017-18

Quella di Barea è sì una carriera da comprimario, ma J.J è riuscito a trovare sempre posto in campo e a diventare una pedina importante per coach Rick Carlisle, con le sue partite “pazze”, gli irresistibili cambi di ritmo, il primo passo bruciante, il pick-and-roll che smembra le difese, la precisione al tiro da tre, la resistenza ai colpi degli avversari più rudi e l’abilità farsi trovare pronto ogni volta che è necessario.

Ripercorriamo le partite più folli in NBA di J.J. Barea, che coincidono con i momenti chiave della sua carriera.

17 aprile 2007 – L’epifania

Regular season: Golden State Warriors-Dallas Mavericks 111-82

Penultima di regular season. I Dallas Mavericks, già sicuri del primo posto nella Western Conference, sono ospiti dei Golden State Warriors, ottavi, che ritroveranno pochi giorni più tardi in un fatale primo turno di playoff. Spazio alle riserve e prima partenza in quintetto per il rookie J.J. Barea. È una gara senza alcun interesse per i Mavs, che perdono di 29, ma Barea non la vede esattamente così e firma la prima doppia doppia tra i professionisti: 13 punti e 10 rimbalzi (5 difensivi e 5 offensivi). Sbaglia anche molti tiri, ma questa prestazione, per lui, è il coronamento di un anno pazzesco. Uscito dalla piccola Northeastern University, non scelto al Draft 2006, è passato attraverso i playoff del campionato portoricano, le Summer League proprio con Warriors e Mavs, le assegnazioni nell’allora D-League ai Forth Worth Flyers (segnerà 40 punti in due occasioni) e finalmente il rientro in pianta stabile a Dallas, dove nella partita precedente a questa tocca anche il massimo di 16 punti. Per aspera ad astra, direbbero i latini.

 
Uno “sgranato” Barea al D-League Showcase 2007. Ancora un po’ di pazienza e per lui sarà solo NBA. 

3 novembre 2007 – La fiammata

Regular season: Dallas Mavericks-Sacramento Kings 123-102

Non sono passati poi così tanti mesi da quella primavera del 2007. I Dallas Mavericks sono stati clamorosamente eliminati da Golden State al primo turno. Una nuova stagione è iniziata e alla terza apparizione, di fronte ai Sacramento Kings, Barea segna 25 punti in 28 minuti di utilizzo. Tira 9/11 dal campo ed è infallibile al tiro da tre (4/4) e dalla lunetta (3/3), per un sorprendente +19 di plus/minus. Una partita in cui la performance di J.J. si incastona a meraviglia in mezzo a quelle di Josh Howard (27 punti) e Dirk Nowitzki (24): è il primo, vero assaggio delle grandi doti di realizzatore di Barea. Va ricordato, infatti, che nei quattro anni di college ha viaggiato a una media di 20,3 punti a partita, con una percentuale del 40,4% dal campo e del 32,1% da tre, toccando un career high di 41. Non si discute: Barea è uno che fa canestro.


Uno “sgranatissimo” Barea al college in maglia Northeastern University.

23 aprile 2009 – Flusso continuo

Playoffs: Dallas Mavericks-San Antonio Spurs 88-67

Prima partenza in quintetto nei playoff. Coach Rick Carlisle lo preferisce ad Antoine Wright per contenere Tony Parker, compito a cui assolve a pieni voti. Ma a strabiliare è la sua esibizione in attacco: Barea sfoggia l’intero repertorio di penetrazioni al fulmicotone, assist, tagli a canestro e tiri dalla distanza, che mandano in tilt la difesa dei San Antonio Spurs, portando scompiglio nelle rigide maglie difensive degli uomini di Gregg Popovich. Il portoricano è pienamente sintonizzato con il flusso della partita e sembra un motorino che non si ferma mai. Totale: 13 punti e 7 assist, numeri che hanno un certo valore in una partita dal bassissimo punteggio. L’intesa con i due Jason – Kidd e Terry – è ottima, favorita da una stagione in cui Barea ha goduto di ampio minutaggio a causa degli infortuni che hanno ripetutamente colpito Jerry Stackhouse, Josh Howard e lo stesso Terry.


Barea manda in tilt i San Antonio Spurs nei Playoffs 2009.

4 maggio 2011 – “Barea kicked our asses

Playoffs: L.A. Lakers-Dallas Mavericks 81-93

Barea ci ha preso a calci nel sedere”, le parole leggermente edulcorate di Phil Jackson, allora alla guida dei Los Angeles Lakers campioni in carica. Gara 2 delle semifinali di conference: J.J. Barea, autore di 12 punti in uscita dalla panchina, è il dominatore del quarto periodo allo Staples Center. Nessuno riesce a fermarlo: è una lama che fa sanguinare senza pietà la difesa degli esasperati Lakers, i quali non trovano meglio da fare che scaraventarlo a terra a partita ormai conclusa con un gesto vigliacco di Ron Artest. Un colpo durissimo Barea lo riceve anche pochi giorni dopo, stavolta da parte di Andrew Bynum. Ma Dallas vince la serie 4-0 e nella partita che sancisce lo sweep, vinta 122-86, mette a segno 22 punti e 8 assist. Barea, complice la sua statura e il suo impavido stile di gioco, ha sempre dovuto fare i conti con interventi durissimi da parte degli avversari. Non si è mai tirato indietro: lui è ancora in NBA, Artest e Bynum sono spariti dal giro e anche abbastanza prematuramente.

 
Lo storico quarto periodo di J.J. Barea allo Staples Center nel 2011.

12 giugno 2011 – J.J. Barea è campione NBA!

Finals: Dallas Mavericks-Miami Heat 112-103

LeBron James, nell’estate precedente, aveva deciso di portare i suoi talenti a South Beach. Con Wade e Bosh, i Miami Heat sono quelli che devono vincere a tutti i costi, e di conseguenza anche quelli che tutti vogliono battere. Nelle cerebrali Finals 2011 ritrovano i Dallas Mavericks, già battuti 4-2 cinque anni prima, e si portano in vantaggio 2-1 nella serie. A questo punto, coach Carlisle decide che sono maturi i tempi per lanciare J.J. Barea in quintetto e per dare una scossa alla situazione. È il punto di svolta: in gara 4 fa il suo con 8 punti e 4 assist aiutando i Mavs in un fondamentale successo per 86-83, mentre è in gara 5 che firma il capolavoro con 17 punti e 4/5 al tiro da tre. Gli Heat non sanno come arginare l’irrefrenabile trance agonistica di quella scheggia impazzita che veste la canotta numero 11 di Dallas. Il portoricano completerà l’opera nella decisiva gara 6 a Miami, mettendo dentro altri 15 punti con 5 assist: è il 12 giugno 2011, J.J. Barea, il piccoletto da Mayaguez con un cuore gigante, è campione NBA.


17 punti e 4/5 da tre per J.J. Barea in gara 5 delle Finals 2011: gli Heat sono storditi.

23 marzo 2012 – La prima tripla doppia

Regular season: Oklahoma City Thunder-Minnesota Timberwolves 149-140 3OT

Nell’estate 2011 J.J. Barea non rinnova con i Dallas Mavericks e cerca di monetizzare il più possibile il suo status di campione NBA con tanto di ruolo decisivo nelle Finals. La NBA si avvia verso il lockout, che ritarderà a dicembre inoltrato l’inizio della stagione, ridotta a 66 partite, e poco prima del via Barea rivolge i suoi occhi a nord trovando un accordo quadriennale con i Minnesota Timberwolves. La stagione è travagliata per via di alcuni infortuni, ma in un’occasione riesce a firmare la prima tripla doppia della sua carriera: 25 punti, 14 assist e 10 rimbalzi sul campo degli Oklahoma City Thunder, a cui però non corrisponderà una vittoria dei Wolves, sconfitti 149-140 dopo due overtime. La sua impresa passa in secondo piano a causa dei 51 punti messi dentro dal compagno di squadra Kevin Love. Un dato, però, è certo: il gioco di Barea, ricchissimo di pick-and-roll, conclusioni al ferro e tiri dall’arco, sembra perfettamente configurato in una NBA che si avvia verso radicali cambiamenti nello stile di gioco.


Prima tripla doppia di Barea, ma Kevin Love ruba la scena con 51 punti.

26 aprile 2015 – Not in our house

Playoffs: Dallas Mavericks – Houston Rockets 121-109

Nelle tre stagioni ai Minnesota Timberwolves, J.J. Barea non raggiunge mai i playoff. Nell’estate 2014, con un anno di anticipo dalla scadenza del contratto, ritorna a Dallas dove viene accolto benissimo dai fan che gli dedicano una standing ovation nella gara d’apertura. I Mavs approdano al primo turno di playoff, dove però le loro speranze si infrangono contro gli Houston Rockets di coach Kevin McHale e di James Harden in una serie tutta texana. Sul 3-0 per Houston, però, Dallas scrive un chiarissimo “Not in our house” difendendo il proprio territorio in gara 4. Nell’unico successo, Barea realizza una doppia doppia da 17 punti e 13 assist ed è bello ancora una volta ammirare il coraggio con cui attacca senza paura un canestro difeso, tanto per dirne uno, da gente come Dwight Howard.


Gara 4 del primo round Playoffs 2015: Barea e i suoi Mavs allungano la serie con Houston.

23 dicembre 2015 – Top scorer

Regular season: Brooklyn Nets-Dallas Mavericks 118-119

In un’intensa partita di regular season a ridosso di Natale, nel luccicante Barclays Center di New York, la casa dei Brooklyn Nets, a brillare più di tutti è proprio la stella di J.J. Barea che realizza qui il suo career high in quanto a punti messi a segno, 32, accompagnati da 11 assist. I Dallas Mavericks trovano la forza di vincere al supplementare. Appena tre giorni dopo, il portoricano totalizzerà altri 26 punti contro Chicago, con una prestazione quasi perfetta dall’arco: 7/8.

 

 

24 febbraio 2018 – J.J. Barea e le 500 triple

Regular season: Utah Jazz-Dallas Mavericks 97-90

I Dallas Mavericks, dopo anni ai vertici caratterizzati da una loro presenza stabile ai playoff, sono entrati ormai in una fase di ricostruzione. Ma J.J. Barea, così come Dirk Nowitzki e anche coach Rick Carlisle, è sempre lì e non perde occasione di far vedere ciò che è capace di fare. In una sconfitta di fine febbraio sul campo degli Utah Jazz, totalizza una doppia doppia da 17 punti e 12 assist, infilando una sola tripla su quattro tentativi, che però è molto importante: si tratta del 500° canestro da tre punti che il portoricano ha realizzato con Dallas, diventando l’ottavo giocatore nella storia della franchigia a raggiungere questo traguardo.


Qui c’è la tripla numero 500 di J.J. Barea con i Mavericks.

20 ottobre 2018 – The show goes on

Regular season: Dallas Mavericks-Minnesota Timberwolves 140-136

Gli anni passano, i Dallas Mavericks provano a tornare in alto puntando tutto sull’incredibile talento dello sloveno Luka Doncic (qui autore di 26 punti), e in questa divertente partita di inizio stagione, indovina un po’ chi si mette a fare la voce grossa? Ma lui, ovviamente, J.J. Sua la doppia doppia da 12 punti e 11 assist. Qualcosa ci spinge a credere che le pazze partite di Barea non sono assolutamente finite qui.

 
Passato e futuro insieme sul parquet: qui Doncic e Barea fanno faville.

 

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