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Milwaukee Bucks

Milwaukee Bucks Preview: Il momento di diventare grandi

Un super allenatore, uno dei front runner alla corsa per l’MVP, un roster con tanto talento ancora inespresso. Quella dei Bucks sembra essere (finalmente) la stagione della maturazione definitiva

I Milwaukee Bucks sono stati eliminati a Gara 7 del primo turno di Playoff dai Boston Celtics, una serie in cui si sono presentati con il seed numero 7, frutto di una stagione da sole 44 vittorie totali. Aver messo in difficoltà i Celtics, arrivati ad un passo da impedire l’ultimo ballo di LeBron con la maglia dei Cavaliers, dovrebbe rendere automaticamente positiva la valutazione della tua stagione, ma se hai Giannis Antetokounmpo, uno dei più forti candidati al premio di MVP da qui ai prossimi 10 anni, forse è troppo poco.

La stagione 2017-2018 è stato ancora una volta deludente, in relazione alle aspettative. A gennaio, dopo una lunga e lentissima agonia, è stato spodestato Jason Kidd, nonostante le resistenze della stella greca, e al suo posto è arrivato Joe Prunty, un membro dello staff di Kidd che non ha fatto altro che normalizzare la situazione, facendo rendere al minimo sindacale una squadra con un livello di talento ben maggiore dei risultati fin qui ottenuti. La pallacanestro messa in mostra dai Bucks, però, ha continuato a viaggiare al di sotto del limite di tolleranza e nessuno ha mai creduto possibile una riconferma del 49enne ex assistente, tra gli altri, dei San Antonio Spurs. Si aspettava insomma il nome giusto in estate e i Bucks rappresentavano una delle panchine più golose per combinazione di prestigio, chance di vittoria, talento e margini di crescita.

La sfida lanciatagli da Kobe la scorsa estate è ancora valida?

Nonostante la campagna #FreeGiannis sia lontana dal decollare, visti i tre anni totalmente garantiti ancora dovuti al greco, il front office dei Bucks era nella scomoda condizione di non poter sbagliare scelta vista la prossima scadenza di Eric Bledsoe (unrestricted FA in estate) e, soprattutto, Khris Middleton (player option da 13 milioni che quasi certamente rifiuterà). L’incarico di accendere la miccia per il decollo verticale è stato affidato a Mike Budenholzer, una scelta che ha immediatamente acceso i sogni dei nerd del gioco. E non poteva essere altrimenti. Coach Bud è uno dei più talentuosi allenatori capo su piazza e gode di un rispetto guadagnato sul campo grazie alla fantascientifica stagione da 60 vittorie messa in piedi ad Atlanta. Non c’è dubbio, infatti, che Giannis e i Bucks saranno rispettivamente il giocatore e il roster con più talento mai allenato da Budenholzer. Allo stesso tempo l’ex allenatore degli Hawks sarà il miglior allenatore che Antetokounmpo abbia mai avuto da quando ha preso residenza sull’Olimpo.

Se il core del roster è rimasto pressoché intatto anche per scarso margine di manovra – l’unica perdita è stata quella di un Jabari Parker ormai demotivato e fuori dai progetti della franchigia – il GM Jon Horst si è adoperato per completarlo con dei tasselli volti a colmare alcune lacune evidenti. Soggetto ad un restyling pesante è stato il reparto lunghi: Ersan Ilyasova ha firmato un triennale da 21 milioni mentre Brook Lopez si è accontentato di un annuale da 3.3 milioni mal contati. La diciassettesima scelta al Draft, invece, è stata spesa per assicurarsi le prestazioni di Donte DiVincenzo, fresco vincitore del titolo NCAA con i suoi Villanova Wildcats, di cui è stato assoluto trascinatore nella finale contro Michigan.

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