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Road to Draft 2018: Trevon Duval

Il nome di Trevon Duval va inserito di diritto sotto la voce “scommesse su cui puntare” in vista del Draft del prossimo giugno

Squadra: Duke (Freshman)

Ruolo: Guardia

2017-18 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
10.3 2,0 1,4 0,5 5,6 1,5 0,1 42,8 29,0 59,6

2017-18 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
30,3 3,6 2,1 4,9 20,8 21,3 0,5 47,3 48,9

 

Trevon Duval, nativo di Wilmington (Delaware), era arrivato a Duke dopo aver cambiato per tre volte high-school nei quattro anni precedenti – inclusa una parentesi nella rinomata IMG Academy–, fondata a fine anni Settanta da Nick Bollettieri. Il primo posto  tra i pari-ruolo destinati al mondo collegiale nella stagione 2017, un biglietto da visita allettante, ha reso la “sfida” targata Blue Devils oltremodo difficile, mettendo ulteriore pressione sul ragazzo. Duval si è trovato parte di un contesto perennemente in modalità win-now e inserito in un sistema non del tutto congeniale alle sue caratteristiche tecniche: non è un caso, forse, che il primo cambio stagionale in un quintetto base fino ad allora consolidato abbia riguardato proprio lui, spostato in panchina dopo due sconfitte in fila contro St. John’s e UNC a cavallo tra il 3 e l’8 febbraio.

Nonostante una stagione al di sotto delle attese, al Draft del prossimo 22 giugno Duke schiererà il solito plotone: da Marvin Bagley a Wendell Carter Jr, sino al senior Grayson Allen, l’intero quintetto titolare lascerà Durham, ma i Blue Devils sono già corsi ai ripari assicurandosi i servigi di prospetti extra-lusso (tra gli altri il canadese RJ Barrett, MVP dell’ultima edizione dei mondiali U19, e Zion Williamson, che con i suoi highlights ha conquistato il web). Il blasone del programma collegiale, in tal senso, è una piccola garanzia per il futuro al piano di sopra: 11 freshmen in uscita da Duke sono entrati in NBA prima dell’anno corrente e sono stati scelti tutti  al primo giro, nove di loro addirittura Lottery pick.

 

Punti di forza 

Duval, reduce da un’annata di alti e bassi, potrà giocarsi le sue carte e far drizzare le antenne in sede di Draft per il dirompente atletismo, che nel suo ruolo gli permette di battere con relativa facilità l’avversario diretto per concludere al ferro o, in alternativa, aprire molteplici linee di passaggio.

Linea di penetrazione verso sinistra, avversario diretto battuto, cambio mano in volo e up-and- under per finire al ferro.

Palla in mano: ‘slip the pick’ (finta di blocco) da parte di Wendell Carter Jr. (34), l’avversario sta davanti alla guardia di Duke e la costringe ad andare verso il fondo: tre palleggi, ancora un cambio di mano ‘volante’ e ancora retina che si muove.

Le doti di assist-man, abbinate a un ball-handling rapido, sono tutte lì da vedere:

Qui fiuta lo spazio all’altezza della lunetta, riceve da Trent (2) e di tocco recapita un cioccolatino al compagno appostato sotto canestro.

Grande visione di gioco nel traffico…

e in campo aperto, da rimbalzo catturato per lanciare il contropiede.

 

Punti deboli

All’esplosività straripante fanno da contraltare acclarate difficoltà al tiro sia dal mid-range che, a maggior ragione, oltre l’arco. Stando ai dati Synergy, a livello di Division I, in termini di efficienza sul tiro dagli scarichi Duval figura al 799° posto su 866 tra i giocatori con almeno 100 possessi all’attivo. Numeri analoghi anche in situazioni di catch-and-shoot (84 in stagione, appena 0,79 punti per possesso, tirando con il 26%.). Per un giocatore aggressivo come lui, inoltre, sarà fondamentale capitalizzare sui falli subiti e migliorare il non esattamente lusinghiero 60% scarso dalla lunetta. Difficile invece valutarlo nella metà campo difensiva: la ‘zona’ sistematica messa in pista da coach K dopo la già citata sconfitta contro UNC di inizio febbraio ha messo in luce alcune  difficoltà, ma nell’uno-contro-uno, facendo leva sui 208 cm di apertura alare, può in linea teorica contenere al meglio i pari ruolo.

Tiro con spazio, meccanica tutta da plasmare: air-ball.

Ultimo dato, non meno preoccupante, la percentuale di palle perse, che sfiora il 22% (Duval ha chiuso terzo nella ACC a quota 102 in questa categoria statistica). I suoi punti deboli possono essere riassunti in breve così: è uno degli 11 giocatori di Division I che in questa stagione hanno giocato più di 1000 minuti, tirato con percentuali inferiori al 30% dall’arco e con una percentuale di palle perse superiore al 20%.

 

Upside

Per esplosività, estro e imprevedibilità il primo nome che viene in mente, volendo azzardare un paragone che tenga presente pregi e difetti di entrambi, è quello di Rajon Rondo. Lavorando sulla meccanica di tiro, il prodotto di Duke potrà ritagliarsi spazio nella NBA, inizialmente nel ruolo di backup,  nella speranza di poter calcare, un giorno, i palcoscenici più prestigiosi, come accaduto al #9 ex Celtics a inizio carriera.

 

Draft projection

Alla Draft Combine tenutasi a Chicago tra il 16 e il 21 maggio il ragazzo ha messo in mostra le sue doti migliori e fisicamente è uno dei profili più interessanti su cui lavorare per il futuro. Riprendendo il termine di cui sopra, i margini di miglioramento del ragazzo sono davvero ampi e il suo profilo potrebbe fare al caso di squadre che detengono una scelta sul finire del primo giro: Portland, che ha avuto modo di valutarlo da vicino in uno dei consueti work-out pre-Draft, è un’opzione da tenere in considerazione. Sette giocatori nativi del Delaware hanno calcato in questi anni i parquet NBA (l’ultimo in ordine di tempo è stato Stephen Graham). Duval si augura di poter presto interrompere il digiuno e riportare lo Stato sulla mappa, magari assieme a Donte DiVincenzo, sesto uomo di lusso di Villanova ed eroe indiscusso dell’ultima, trionfale Final Four degli Wildcats di coach Jay Wright.

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