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Playoff NBA

Non basta un super Hayward, gli Warriors si portano sul 2-0

Recap e pagelle di Gara-2 tra Golden State Warriors e Utah Jazz.

Il riacutizzarsi di un fastidio al piede sinistro impedisce a Hill di essere della partita, costringendo Quin Snyder ad affidarsi alle mani di Shelvin Mack. Pronti, via e Durant prova subito ad invertire il suo personale trend dell’ultima partita con un long two, mentre Draymond Green impedisce a Gobert di convertire uno spettacolare alley-oop per poi colpire dalla linea dei tre punti per ben due volte. Dall’altra parte Joe Johnson mette a segno i primi tre punti della sua squadra dalla lunga distanza, ma i Jazz devono ben presto fare i conti con un Gobert che fa molta fatica ad entrare in partita, perdendo diversi palloni nel giro di qualche secondo. Sul layup vincente di Pachulia, che fissa momentaneamente il punteggio sul 12-3 per la squadra di casa, coach Snyder decide di richiamare i suoi per modificare il piano gara, che evidentemente non ha dato i frutti sperati. Dopo una serie di errori al tiro da ambo le parti sale in cattedra Klay Thompson, che che con la collaborazione dell’altro Splash Brother mette a segno otto punti nel giro di tre possessi, mentre i Jazz si affidano a Mack e Ingles dalla lunga distanza nel tentativo di non perdere troppo terreno. Igoudala e Mack sbagliano le rispettive conclusioni, mentre la penetrazione al ferro di Durant porta i suoi alla doppia cifra di vantaggio, che la schiacciata di McGee in contropiede contribuisce ad aumentare: sul punteggio di 23-11 coach Snyder è costretto a chiamare il suo secondo timeout per oliare i meccanismi difensivi.

La tripla del neoentrato Hood, che tanto bene aveva fatto in Gara-1 non arriva nemmeno al ferro; a proposito di subentranti, McGee sembra aver subito preso le misure a Gobert, mettendo a segno due ulteriori punti. Il jumper dalla media di Curry rende vani i due liberi convertiti da Hayward qualche secondo prima e nel possesso successivo la difesa dei padroni di casa alza l’asticella, costringendo gli avversari ad una shot clock violation. È l’occasione giusta per tentare la minifuga: due triple consecutive di Draymond Green portano a venti i punti di vantaggio degli Warriors su dei Jazz che fin qui non sembrano in grado di riscrivere il copione di Gara-1. La palla persa da Diaw nel tentativo di mettere a segno il buzzer beater della speranza è la fotografia di questi primi dodici minuti alla Oracle Arena, con Green e compagni che vanno a sedersi in panchina sul risultato fermo sul 33-15.

Diaw prova a rifarsi dall’errore in chiusura di primo quarto con cinque punti in un minuto, a cui rispondono il veterano David West e McCaw dalla lunga distanza. Complice anche l’assenza di un Gobert ancora a secco, l’attacco dei Jazz si rivela molto più dinamico rispetto alla prima frazione, con gli Warriors costretti in più di un’occasione a commettere fallo nel tentativo di arginare l’esuberanza degli avversari, che, a giudicare anche dall’airball di West e dal successivo timeout chiamato da coach Brown, sembrano aver trovato la chiave per limitare l’arsenale offensivo dei padroni di casa sia in contropiede (commettendo sistematicamente fallo sul portatore di palla) che a difesa schierata. Al tap-in in schiacciata di Igoudala e al layup di Thompson rispondono il solito Johnson e Gobert, ma Livingston e Curry riportano a venti punti il vantaggio dei padroni di casa, vanificando la bella reazione dei Jazz al rientro in campo. Pur trovando in un’occasione la via del canestro, West fa fatica ad entrare in partita, mentre dall’altra parte si rivede un fin qui evanescente Gordon Hayward. Una schiacciata in transizione di Gobert, lasciato colpevolmente solo dalla difesa dei padroni di casa, non sembra essere particolarmente gradita da coach Brown, che pur potendo contare su un vantaggio rassicurante decide di richiamare i suoi in panchina.

I Jazz provano nuovamente a rifarsi sotto grazie all’estro di Hayward, che prima serve un delizioso alley-oop a Gobert e poi mette a segno quattro punti di fila. Durant non ci sta e con un canestro con fallo, molto contestato dagli ospiti, prova a spegnere sul nascere il tentativo di rimonta dei Jazz, coadiuvato dalla quinta tripla della serata griffata Draymond Green e da Igoudala. Entrambe le squadre si rivelano particolarmente fallose in questo finale di primo tempo ed Hayward ne approfitta per concedersi un altro viaggio in lunetta e per limare il gap con gli avversari; la tripla di Mack e il canestro di Hood, complici gli errori di Curry e di Green sulla sirena, fissano il risultato sul 60-47 per i padroni di casa, che non possono più permettersi distrazioni se vogliono evitare spiacevoli sorprese.

Una bella penetrazione al ferro di Hayward concede a Johnson lo spazio sufficiente per mandare a bersaglio la sua tripla; Thompson dimostra di non essere da meno quando si tratta di tirare dalla lunga distanza, ma la tripla di Mack e la conseguente riduzione del vantaggio a dieci lunghezze convincono Mike Brown a chiamare il timeout. L’alley-oop di Gobert riporta ufficialmente in partita i Jazz, la cui difesa sembra riuscire a contenere bene i vari Thompson, Curry, Durant e Green e soprattutto le loro scorribande in contropiede, stroncate sul nascere dai falli di Ingles prima e Mack poi. Green riesce a sfruttare il mismatch con Mack per concludere dal post e i successivi canestri di Durant e Curry ricacciano indietro i Jazz, che però possono finalmente contare su un Hayward che sembra aver compreso che le possibilità di successo dei suoi passano per le sue mani. La poderosa schiacciata di Durant spazza via i fantasmi della rimonta e dona un ritrovato entusiasmo al pubblico dell’Oracle Arena e nel possesso successivo Curry strappa il pallone dalle mani di Mack e dalla lunetta riporta il vantaggio dei Warriors a quindici punti. Lo small ball praticato in questi minuti da coach Brown permette a Gobert di imperversare a rimbalzo offensivo, ma la second unit degli ospiti non fornisce il contributo sperato: la tripla di Exum non arriva neppure al primo ferro, mentre Hood non sembra in condizione di bissare l’ottima prova di due giorni fa. Thompson, non è certo una novità, non perdona dalla distanza; dall’altra parte, le uniche iniziative offensive efficaci della truppa di coach Snyder sono quelle che transitano dalle parti di Hayward e Gobert, che però concede un gioco da tre punti a Green e va a sedersi in panchina onde evitare che i quattro falli già commessi non gravino eccessivamente sulle sorti dei suoi. Favors torna dunque sul parquet e la sua stoppata ai danni di Curry non fa rimpiangere la torre francese, mentre nell’altra metà campo Hayward prova a guidare i suoi verso una rimonta insperata e resa ancora più complicata dalla tripla di Curry, che fissa il risultato sul 85-70 quando mancano poco meno di tre minuti al termine della terza frazione. Hood firma una tregua con il ferro e riesce a trovare finalmente la retina dalla media distanza, mentre Raul Neto risponde a tono alla tripla di Steph Curry. Diaw porta a spasso Igoudala in post e reclama a gran voce un fallo che arriva solo qualche secondo più tardi ai danni di un McGee non brillante come nelle ultime uscite. Hayward manda a bersaglio la tripla del -8, distacco che non viene intaccato dalla schiacciata di Igoudala dopo una strepitosa azione corale e dai liberi di Neto ma dal floater di Matt Barnes a un secondo dalla sirena.

La tripla della speranza di Hood non va a segno e il terzo quarto si conclude con i padroni di casa in vantaggio per 92-82.

Thompson con due grandi assist mette McCaw prima e Clark poi in condizione di segnare senza troppe difficoltà, mentre dall’altra parte Mack e compagni faticano a trovare la via del canestro, ragion per cui coach Snyder deve chiamare il timeout nel tentativo di ostacolare la fuga dei padroni di casa. Draymond Green non sembra gradire una chiamata arbitrale ai suoi danni, ma Hood lo grazia tirando fuori dal cilindro l’ennesimo airball della sua terribile partita. La difesa degli Warriors si rende protagonista di numerose infrazioni, consentendo agli avversari di beneficiare del bonus quando sono ancora otto i minuti da giocare. La tripla di un Hayward in grande spolvero riporta i Jazz a dieci punti di distanza, mentre dall’altra parte il pubblico della Oracle Arena invoca a gran voce il nome di Draymond Green, che sembra aver avuto la peggio in uno scontro di gioco con Gobert ed è costretto ad uscire dal campo. Durant non tradisce le attese dalla lunetta; non si può dire lo stesso di Hayward, che invece mette a segno un libero su due. È ancora il numero 35 a punire la difesa avversaria dalla media e poi nuovamente dalla linea della carità, portando i suoi sul 102-88 quando mancano ancora sei minuti da giocare. Hayward trova Exum nell’angolo, la cui tripla stavolta va a segno; proprio mentre l’australiano si appresta a tirare i suoi due liberi, Green fa il suo ritorno in campo per la gioia dei tifosi di casa. Ad ognuno la sua specialità: se Curry non perdona in situazione di catch and shoot, Gobert non si lascia sfuggire l’occasione di punire il quintetto piccolo degli Warriors a rimbalzo offensivo. Curry manda a bersaglio la tripla che rischia di tagliare le gambe agli avversari, ma Hayward non sembra dello stesso parere; Igoudala, ottimamente servito da Durant, vanifica il precedente canestro di Hood, consentendo ai suoi di gestire il punteggio di 111-102 a meno di due minuti dalla fine. Una serie di errori dalla parte e dall’altra fa sì che la truppa di coach Brown metta in cassaforte la sesta vittoria consecutiva in questa postseason: c’è spazio solo per i liberi di Durant e Mack, che fissano definitivamente il risultato sul 115-104.

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