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Final Four NCAA: la legge del più forte

Villanova e North Carolina hanno conquistato la finale NCAA di lunedì nell’unico modo possibile: vincendo sul parquet. E lo hanno fatto entrambe senza che si possa mettere in dubbio la loro superiorità.

 

Risulta sempre un po’ patetico il definire “giuste” o meno le vittorie di una qualsivoglia squadra (o singolo) in un qualsivoglia sport, dato che non ci ritroviamo in tribunale ed il risultato del campo, salvo combine varie, è sempre “giusto” e potrà fare più o meno piacere in base ai gusti personali ma, per storpiare Pirandello, così è se vi pare, ma anche se la pensate diversamente. Ciò premesso se c’è qualcosa che si avvicina al “giusto” accesso di due squadre ad una finale questo è stato quello che ha visto nella notte Villanova e North Carolina accedere all’atto conclusivo del Torneo NCAA, battendo le proprie avversarie con 61 punti complessivi di vantaggio: molto ovviamente hanno fatto i 44 punti di scarto (record delle Final Four) inflitti da Villanova ad Oklahoma, ma in entrambi i casi non si può certo mettere in dubbio la superiorità delle due squadre uscite vincitrici dalle due tenzoni. Vista la poca competitività delle due semifinali non ci perderemo in grandi recap, soffermandoci piuttosto sugli aspetti che maggiormente hanno fatto prepotentemente prevalere le due compagini.

#2 Villanova Wildcats vs #2 Oklahoma Sooners: 95-51

Da dove incominciare? Il risultato parla già piuttosto chiaramente per una partita che di fatto è durata dieci minuti scarsi prima che Villanova prendesse il completo controllo della partita, andando a ribaltare completamente lo scenario della prima sfida tra le due squadre avvenuta lo scorso 7 dicembre e conclusasi sul 78-55 Sooners. Dopo il primo tempo Nova ha già messo a segno più triple che in tutta la partita del 7 dicembre e nella seconda frazione, dopo un timido tentativo di rientro di Oklahoma, dilaga fino al surreale risultato finale. I Wildcats hanno tenuto alla perfezione Buddy Hield che, vistosi ruotare addosso tutta la squadra avversaria e per la prima volta in stagione annullato nei suoi movimenti senza palla, si è fermato a 9 punti con 4 su 12 dal campo ed un misero 1 su 8 da tre; la squadra di Jay Wright del tutto incurante delle dimensioni dell’NRG Stadium che tanto hanno fatto temere per le percentuali al tiro ha concluso col 71% dal campo e il 61% da tre, il tutto costringendo i Sooners a 17 palle perse e dei non propriamente invidiabili 31% dal campo e 22% da tre. Cinica (mai doma anche negli ultimi minuti di completo massacro sportivo), perfetta nell’esecuzione su ambo i lati del campo e di una precisione al tiro ammorbante Villanova può essere fatta oggetto di una sola critica, ovvero quella di essersi giocata con un turno di anticipo la carta della partita perfetta che, nonostante i Wildcats siano stati grandiosi a livelli storici per tutto il torneo, sarà difficilmente ripetibile nella finale contro UNC, seppur anche una versione leggermente meno ingiocabile di Nova possa giocarsi ampiamente le proprie carte per il titolo. Miglior realizzatore per i Wildcats un mai domo Josh Hart autore di 23 punti con un 10 su 12 dal campo che gli ha fatto vincere ampiamente la sfida col già citato Hield, che conclude nel peggiore dei modi la propria carriera collegiale, ma come tutti i suoi compagni ha la minuscola consolazione di essersi trovato di fronte ad una squadra in vero e proprio stato di grazia.

#1 North Carolina Tar Heels vs. #10 Syracuse Orange: 83-66

Meno attesa e più prevedibile era questa sfida tra le due compagini della ACC: l’una vincitrice della conference e per tutto l’anno tra le favorite per il titolo e l’altra che in teoria in questo torneo neanche doveva arrivarci ed invece ha messo a segno una delle corse alle Final Four più improbabili di sempre. La partita in realtà è stato un po’ più equilibrata della prima semifinale, ma di fatto sempre in controllo dei Tar Heels dopo i primi dodici minuti di equilibrio terminati sul 18 pari. L’imposizione in pitturato di UNC ha infatti permesso agli uomini di Williams di andare negli spogliatoi sul 39-28 per poi controllare nel secondo tempo, eccezion fatta per un parziale di 10-0 guidato dalla coppia Cooney-Richardson che ha riportato gli Orange sul -7 prima della definitiva affermazione dei Tar Heels anche grazie a tre triple nei minuti finali di Marcus Paige. North Carolina ha riconfermato di avere un numero invidiabile di armi nel proprio arsenale, trovando anche la stoccata decisiva grazie alle triple che erano mancate per tutto il resto della partita (quattro realizzazioni negli ultimi dieci minuti, zero nei primi trenta) e per gran parte della stagione, il tutto dopo aver tenuto le redini della gara con il proprio solidissimo frontcourt. Top scorers per gli Heels con 16 punti a testa Johnson e Jackson, seguiti a ruota dai 15 di Meeks, in grado anche di catturare cinque rimbalzi offensivi, di cui due atti a indirizzare a canestro quelli che sono stati gli unici suoi errori dal campo. Per Syracuse non sono bastati i 39 combinati dalla coppia Cooney-Richardson (22 e 17 rispettivamente), ma d’altro canto per questo torneo gli Orange avevano terminato le carte “imprevisto” del Monopoli e hanno dovuto mollare il colpo contro una squadra oggettivamente di un altro livello e che con questa partita li ha battuti tre volte in altrettante sfide stagionali.

Lunedì notte ci attende dunque una finale tra due squadre molto differenti, ma entrambe ben adattatesi a sfruttare aspetti del gioco a loro meno congeniali per giungere fino a questo punto della stagione: i Tar Heels puntano al sesto titolo della loro storia, Villanova al secondo dopo quello miracoloso degli uomini di Rollie Massimino nel 1985.

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