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Boston Celtics

Bird, Walton e i preoccupanti problemi di salute degli ex-giocatori

Larry Bird e Bill Walton si sono recentemente espressi sui gravi problemi di salute che affliggono i giocatori ritirati, specialmente quelli più alti, una volta arrivati a una certa età.

Larry Bird ha espresso preoccupazione per la propria aspettativa di vita. Molti big man della NBA lasciano questo mondo relativamente presto, spesso a causa di problemi cardiaci. L’ex-stella dei Boston Celtics, 59enne e con problemi cardiaci scoperti quando era allenatore degli Indiana Pacers, ha spiegato la questione a Jackie MacMullan di ESPN.

«Lo dico a mia moglie molto spesso: “Quanta gente di 2 metri e 10 vedi ancora in giro all’età di 75 anni? So che ci sono alcuni di noi che vivono a lungo, ma la maggior parte delle persone così alte non sembra arrivare a certi traguardi. Non è che non ci dorma la notte. Se andrà così, andrà così.»

Bird è ancora molto attivo, ricoprendo ad oggi un ruolo dirigenziale per i Pacers. Molti sono i casi recenti cui probabilmente si riferiva Bird: Moses MaloneDarryl Dawkins e Anthony Mason, tutti deceduti prima di spegnere 60 candeline. La NBA, sempre molto attenta, non è rimasta a guardare, istituendo con la NBPA (l’associazione dei giocatori) un fondo a favore di controlli e cure mediche per gli atleti ritirati.

Anche Bill Walton è sulla stessa linea d’onda. Nella sua vita ha subito circa 37 interventi e ammette di aver pensato al suicidio a causa dei terribili mal di schiena di cui soffre.

«Noi atleti siamo i peggiori nemici di noi stessi. Non prestiamo attenzione ai nostri corpi, non ascoltiamo i dottori. Lo capiamo solo molto tempo dopo, che la salute è la cosa più importante nella vita. Senza quella, non hai nulla.»

Il Dr. Manuel Reyes, membro della commissione che si è occupata della prima serie di controlli medici forniti dall’Associazione dei giocatori, ha evidenziato i dati della maggiore incidenza di patologie «drammaticamente non sotto controllo» come ipertensione, diabete, aritmie cardiache.

«Sappiamo da molto tempo che il cuore di un atleta è diverso da quello di chi non lo è.»

Bird, pur soddisfatto per le nuove procedure, crede che sia necessaria ancora più ricerca.

«Ho le mie convinzioni su questo tema. Quelli che hanno giocato sempre al massimo, i big guys che si sono fatti il culo, sono quelli più in pericolo, temo. Moses [Malone] era uno dei più competitivi. Noi mettiamo a dura prova i nostri cuori quando giochiamo e poi quando ci ritiriamo dagli alti livelli i nostri cuori rimangono lì. Non mi alleno tanto quanto ero abituato prima. Non posso. Non posso uscire a correre. Faccio un po’ di jogging e un po’ di sauna, e basta. Il mio corpo non mi permetterebbe di fare altro.»

Walton sembra essere in condizioni peggiori, rispetto a quelle di Bird, anche dal punto di vista del morale.

«Passi attraversi diversi momenti. Prima pensi: “Oddio, sto per morire.” Poi il passaggio successivo è: “Cavolo, voglio morire.” E infine il terzo scalino è: “Cavolo, continuerò a vivere, e questo devo fare.” Quello è il momento peggiore.»

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