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NCAA Tour Italia: a Vicenza è il turno dei Wolverins

Caris LeVert

È ancora spettacolo collegiale a Vicenza. Questa volta in scena vanno i Wolverines di coach Beilein, vero fiore all’occhiello di questa tournée italoamericana. Dopo la vittoria della passata stagione nella Big10, seguita da un’uscita prematura all’Elite Eight del torneo Ncaa, l’unico verbo di Michigan è ricostruire. Da anni i gialloblù sono una vera e propria fucina di talenti, nelle sole ultime due stagioni ben sei giocatori hanno saltato l’asticella arrivando in NBA, ultimi in ordine cronologico Stauskas, Glen Robinson III e McGary. Il roster attuale è molto, molto giovane; basti pensare che la squadra è composta per metà da freshmen, accompagnati da un solo senior a fare da chioccia.

Michigan e All Star Vicenza

Nessun problema, comunque, contro la selezione vicentina. Il risultato è un netto 93-53 per gli statunitensi, guidati dalla doppia-doppia di Doyle ,che aggiunge ai suoi 15 punti anche 14 palloni strappati a rimbalzo, e dai 18 messi a referto da Irvin figli di un 7/8 al tiro con ben 4 canestri dalla lunga. In doppia cifra anche LeVert e Abdur-Rahkman rispettivamente con 14 e 13 a tabellino.

L’ossatura della squadra pare ben definita già a mesi dall’inizio della stagione. Ogni pallone passa tra le talentuose mani di Caris LeVert, giocatore al terzo anno e già sul taccuino di moltissimi scout per il prossimo draft. La giovane guardia, dopo gli iniziali problemi di peso, ha scalato le gerarchie di coach Beilein, diventando stella e go-to-guy. Essenziali sono le figure di Irvin e Chatman, guardie tiratrici pronte a convertire in bottino pesante gli scarichi di LeVert e a dare grossa sostanza in fase difensiva. La regia dei Wolverines è affidata al duo Walton jr-Albrecht. Il giorno e la notte: mentre il primo è un funambolico ball-handler dalla penetrazione facile, a tratti disordinato ed istintivo, il secondo è un puro ingegnere del gioco, playmaker ordinato e dal notevole range di tiro. Priva di un centro puro e deficitaria sotto le plance, Michigan è costretta ad affidarsi a due ali grandi adattate: entrambi bianchi, old school ed appena sopra i due metri.

Ricky Doyle

Donnal e Doyle, simili per aspetto ma dalle attitudini differenti. Il primo, prototipo del lungo dalle mani delicate, risulta elegante ma a tratti fine a sè stesso e privo del giusto mordente.

Il secondo, maggiormente strutturato e dalle braccia infinite, può vantare un repertorio illimitato di soluzioni nei pressi del ferro; rispetto al compagno di reparto risulta più incisivo a rimbalzo e forse più adatto al ruolo di centro titolare. Dalla panchina potranno dare il loro apporto l’high flyer Dawkins ed il polivalente Abdur Rahkman, in attesa del recupero di Wilson, interessante ala di origine californiana attualmente costretto ai box da un problema alla mano. Particolare e commovente la storia di Austin Hatch, ragazzo che ha avuto l’occasione di giocare i suoi primi minuti in questo tournée italiana, dopo essere sopravvissuto ad un doppio schianto aereo in cui hanno perso la vita tutti i suoi cari (parleremo presto di questa vicenda, con un apposito articolo).

Tirando le somme, per i Wolverines si prospetta un anno di transizione, senza eccessive pretese, ma con l’obiettivo di plasmare le giovani leve per tornare competitivi a livello nazionale. Ne trarrà sicuramente vantaggio LeVert, che potrà dimostrare, da leader, di essere pronto per il grande salto.

Per essere aggiornati sui prossimi eventi NCAA in Italia consultate il sito: http://collegebasketballtour.com/

Mion Michelangelo & Ginamarco Pacione

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