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Road To Draft

Road to Draft 2014: Jordan Adams

Continuiamo nel nostro viaggio tra i prospetti più interessanti del prossimo Draft NBA andando a conoscere più da vicino un giocatore dall’hype limitato, che forse dirà poco ai non appassionati, ma che potrebbe rivelarsi come una delle sorprese positive di questo draft, ovvero Jordan Adams. Dopo due anni al sole della California nella prestigiosa UCLA il ragazzo da Atlanta ha infatti deciso di compiere il salto in NBA insieme ad i suoi compagni di squadra Zach LaVine e Kyle Anderson: il meno quotato dei tre ed il meno baciato dall’amore di Madre Nature che agli altri due ha donato vantaggi non indifferenti per dei giocatori di basket, tuttavia Adams potrebbe rivelarsi un giocatore utile sin da subito e trovare meno difficoltà nell’esprimere il suo (più limitato) talento rispetto a giocatori più quotati. Vediamo allora come potrà contribuire e crearsi uno spazio anche al piano di sopra la guardia ex-Bruin, senza dimenticare ovviamente anche i limiti dello stesso.

Misurato giusto poche ore fa a 1.95 (con le scarpe) alla Draft combine, ma con un eccellente apertura alare di 2 e 10 Jordan Adams, seppur senza distaccarsi dalla media, si presenta con gli attributi necessari per essere una guardia NBA e, cosa molto importante, si è presentato nello stesso contesto con un peso di circa 95 chili, 10 di meno rispetto alla sua situazione a UCLA dove effettivamente risultava un po’ imbolsito e fuori forma per essere una futura guardia NBA. Ora con più tono, ma mantenendo la sua solida struttura fisica, sembra decisamente più pronto per il piano di sopra, nonostante l’altezza non particolarmente eccellente per gli standard professionistici. Qui la sua intervista proprio alla draft combine, dove è apparso in ottima forma:

http://www.youtube.com/watch?v=wONryCb87Z8

A livello di gioco il primo aspetto a saltare all’occhio vedendolo giocare è indubbiamente la sua capacità di mettere punti a referto (chi segue l’NCAA ricorderà le sue prime 4 partite collegiali, tutte sopra i 20 punti): non potendo contare sulle doti eccezionali di altri prospetti Adams risulta un giocatore tecnicamente e “filosoficamente” molto affascinante, con il suo gioco quasi “old schoolfatto di tagli, ottimo uso degli spazi, tiri dalla media ed un efficiente gioco in post, considerando anche la sua taglia non propriamente da gigante.

Capace di segnare tanto in uscita dai blocchi quanto in situazioni di catch and shoot, in post ed in transizione Adams presenta una varietà offensiva invidiabile ed il suo 64% nei pressi del ferro è qualcosa di impressionante (anche se i tentativi sono limitati), ma l’aspetto che più colpisce è sicuramente la sua capacità di muoversi senza palla e di liberarsi sfruttando al meglio i blocchi dei compagni. Capace di ottenere viaggi in lunetta con buona continuità e soprattutto di farli fruttare al meglio con una percentuale realizzativa dell’84%, Adams è indubbiamente un giocatore che sa come mettere punti a referto e che non manca di carattere: forte fisicamente non teme il contatto che anzi tende a cercare nelle conclusioni in pitturato. Questa sua aggressività è evidenziata al meglio nel suo eccellente lavoro a rimbalzo, specialmente offensivo: 2 rimbalzi offensivi a partita per 30 minuti di utilizzo lo rendono la migliore guardia di tutto il draft in questo aspetto (praticamente in pari con un’ala piccola super-atletica come Wiggins) nonostante una verticalità non certo di elite, ma a volte gli istinti, la voglia (e delle lunghe braccia) possono sopperire ad altri limiti, cosa che il giocatore ha dimostrato con continuità nella sua carriera collegiale. Le caratteristiche che lo distinguono come eccellente rimbalzista per posizione e centimetri sono in parte quelle che lo rendono anche un pericoloso difensore, e ci riferiamo soprattutto alla sua difesa sulla palla: 2.6 rubate per 30 minuti fanno di lui esattamente il primo tra tutti i prospetti in questo aspetto del gioco e non c’è da sorprendersi data la lunghezza delle sue braccia e la sua reattività unita ad un ottimo istinto per il gioco.

Cosa impedisce a questo ragazzo di essere uno dei primi 10-15 giocatori del prossimo draft? Innanzitutto un atletismo, specialmente a livello di esplosività, sotto gli standard NBA che, unito ad un’altezza al massimo nella media, lo porta essere ad un giocatore “sotto al ferro”, aspetto che potrebbe creargli qualche problema maggiore nelle conclusioni in pitturato in cui, come abbiamo visto, se l’è cavata piuttosto bene al college. Ancor più di questo però i dubbi solo legati alle sue giocate in isolamento e ai cambi di direzione: non possiede rapidi crossover o un primo passo bruciante, ha un ball-handling solo sufficiente ed è in difficoltà nel crearsi da solo occasioni ad alta percentuale, facendo registrare un misero 8-29 nelle conclusioni dal palleggio nell’ultima stagione. Non tutti si può essere Allen Iverson, ma in una NBA sempre più ricca di isolamenti e pick’n’roll ad una guardia sono spesso richieste doti individuali e un approccio se vogliamo “egoistico” al gioco maggiore rispetto a quello mostrate finora da Adams. Passatore nella media, ma non deleterio (che spesso è tanto anche per dei playmaker), Jordan deve migliorare ancora al tiro, specialmente dalla lunga distanza: l’elevazione non è delle migliori anche per i suoi limiti atletici, non segue al meglio il tiro con le mani dopo il rilascio (il così detto follow-through) e tende a buttarsi indietro con la testa portando a qualche tiro corto di troppo, ma la giovanissima età ed i miglioramenti visti al college, dal 31% al 35% abbondante da tre, lasciano ben sperare per il futuro, un po’ come questo video di un suo allenamento:

probabilmente si può essere fiduciosi su i miglioramenti in quest’area del gioco.

Difensivamente parliamo di un giocatore migliorabile, ma con del buon potenziale: sicuramente si può migliorare l’attitudine e cercare di limitare almeno in parte la ricerca continua della palla rubata che, per quanta soddisfazione possa dare una volta ottenuta, porta spesso molti giocatori a finire fuori posizione e a risultare in un deficit per i compagni a livello difensivo (chiedere ad un buon 80% delle guardie NBA), cosa che a volte accade anche per Adams. La posizione non sempre è delle migliori sia a livello di posizione difensiva (cambe piegate, braccia larghe etc) che a livello di posizione sul campo, perdendosi un po’ nelle letture delle situazioni. Infine bisognerà vedere come potrà sopperire alle mancanze atletico-fisiche contro guardie più alte e veloci di lui, ma le braccia e la durezza mentale e fisica del giocatore potrebbero renderlo un difensore parecchio fastidioso in ottica futura.

Proiettato tendenzialmente verso la fine del primo giro Jordan Adams potrebbe però essere un opzione interessante per qualsiasi squadra dalla 15-20 in poi che voglia un giocatore intelligente, giovane e soprattutto con punti nelle mani: se riuscirà a confermare le belle cose viste al college, a migliorare al tiro e a mantenersi in forma potrebbe presto ritagliarsi un posto da panchinaro capace di dare 10-15 punti rapidi alla propria squadra, un po’ come Vinnie Johnson per i Pistons dei “Bad Boys”, rimanendo nello stile “classico” che ben si addice a certi aspetti del gioco di Adams. Se non una steal of the draft con discreta probabilità Jordan potrebbe essere uno di quei ragazzi che, scelti dopo la ventesima chiamata, faranno sentire per primi il proprio nome, così come già fece nel suo primo anno al college.

 

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