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New York Knicks

Phil Jackson ritorna al MSG, ma coach Woodson può stare tranquillo!

Al suo ritorno nell’arena più famosa dell’intera NBA, Phil Jackson non è stato accolto da quell’incessante coro “We want Phil” che è risuonato soltanto pochi giorni fa, quando si è ritrovato a calcare il parquet dello Staples Center in occasione della cerimonia del ritiro della maglia numero 34 di Shaq. La scorsa notte invece a New York si celebravano i quarant’anni dal titolo che i Knicks conquistarono nel 1973, squadra di cui il plurianellato coach faceva parte e al quale ha contribuito con i suoi 8,1 punti a partita. Jackson ha militato per ben 11 stagione da giocatore nei New York Knicks, scelto dai bluarancio con la 17 chiamata assoluta al draft del 1967 e franchigia con la quale ha collezionato la bellezza di 732 presenze.

Il passato glorioso da giocatore nella “Grande Mela”, unito al suo periodo di inattività da allenatore, ha ovviamente stuzzicato tutti i reporter presenti rispetto ad un possibile ingaggio come capo allenatore proprio da parte dei Knicks. Come riportato in un articolo sul New York Times di Howard Beck questa non è un’eventualità presa in considerazione al momento:

La possibilità di un ritorno di Phil Jackson come capo allenatore ai Knicks è stata paventata più volte durante tutta la stagione, ma non è mai andata a buon fine. La franchigia newyorchese declinò l’eventualità di un ingaggio la scorsa primavera, dopo aver licenziato D’Antoni e prima di confermare Woodson alla guida della squadra.

Jackson, 67enne, ha già più volte fatto presente di voler ritornare in NBA, ma di aver l’intenzione di ricoprire un ruolo diverso da quello di coach o quanto meno di non limitarsi solo a quello, ma di assumersi responsabilità anche dirigenziali. Anche i Nets lo scorso dicembre hanno offerto un ingaggio al coach che si dichiarò non interessato a quel tipo di incarico. Sembrerebbe inoltre che la sua situazione sentimentale con la signora Jeanie Buss ne limiterebbe molto la volontà di abbandonare la costa Ovest degli States.

Difficile immaginare comunque che un guru del basket come lui si accontenti di presenziare alle cerimonie di premiazione e si diverta a guardare le partite NBA comodamente seduto sul divano di casa. Phil è un uomo di campo e, come tutti gli appassionati di questo sport sperano, non vediamo l’ora di rivederlo all’opera. “We want Phil!!!”

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