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Miami Heat

James e Bosh pensano che i Miami Heat possano ancora migliorare

LeBron James e Chris Bosh credono che i Miami Heat campioni in carica abbiano ancora del lavoro da fare per raggiungere il top della forma in vista dei Playoff, ma entrambi accettano la sfida. Dopo due mesi di stagione regolare gli Heat, vittoriosi questa notte sui Mavericks per 110-95, e che vantano un record di 17 vittorie e 6 sconfitte, sono in questo momento secondi nella Eastern Conference, preceduti soltanto dai soprendenti New York Knicks di Carmelo Anthony.

Bosh é tuttavia ben consapevole che la sua squadra non sta giocando allo stesso livello di gioco che gli Heat tenevano in questo periodo la scorsa stagione:

“Non siamo a quel livello al momento. Abbiamo bisogno di un po’ di tempo per ritornare quelli dello scorso anno”, ha dichiarato il no.1 di Miami , che al momento è il 3º marcatore di squadra degli Heat (18 punti di media) e leader di squadra alla voce stoppate (1,4 a partita), “È una nuova stagione, dobbiamo solo crescere di volta in volta e tornare a quel livello. Continuare a vincere partite adesso ci permetterà di essere concentrati e pronti quando arriverà il periodo dei playoff.”

LeBron James, che questa stagione ha iniziato un programma di allenamento molto intenso, aggiungendo sessioni extra di esercizio fisico, di corsa e di tiro, concorda che gli Heat abbiano ulteriori margini di miglioramento:

“Possiamo migliorare su ogni cosa: in difesa dobbiamo continuare a giocare duro, comunicare tra di noi e prendere rimbalzi; dal punto di vista offensivo, evitare i turnovers, ed essere più efficienti nel selezionare i nostri tiri”. LeBron non si ferma qui: “In questo momento stiamo migliorando, e abbiamo intenzione di continuare, sfruttando ogni partita, non dovendoci ritagliare appositi angoli di tempo”.

Il Prescelto, in questo momento, é il leader di squadra della franchigia della Florida alla voce punti segnati (25,2 a gara), rimbalzi (8,5) e assist (6,8).  King James non ha alcuna intenzione di scendere dal suo trono, e, con il duro allenamento cui si è sottoposto ed un livello di gioco ancora più elevato che in passato, sta mandando un messaggio alla NBA e alle altre possibili contenders per il titolo: il tempo di abdicare non è ancora giunto.

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