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Hall of Famer – Dikembe Mutombo


Questa settimana nella nostra rubrica settimanale dedicata ai giocatori leggendari della pallacanestro targata USA ci permettiamo una piccola sbavatura e trattiamo la storia di uno dei più grandi centri nella storia di questo gioco che ancora non è stato inserito nella prestigiosa Hall of Fame: Dikembe Mutombo.

Figlio dell’Africa nera, il ragazzo lascia Kinshasa e il suo Congo per approdare negli Stati Uniti, in cerca di maggiore fortuna. Si iscrive a Georgetown, università con una lunga storia cestistica alle spalle, ma l’obiettivo principale di Dikembe è diventare un dottore e aiutare il suo popolo. Sarà coach Thompson a convincerlo a giocare a pallacanestro, forte dei 218 cm del ragazzone. Il primo problema fu che Mutombo non parlava una parola d’inglese e dovette seguire un corso per studenti stranieri, superato questo ostacolo l’africano divenne però una delle colonne portanti della squadra, creando assieme a Alonzo Mourning un duo di stoppatori devastante.

Dopo 3 anni di college Dikembe si dichiara eleggibile al draft del 1991 e verrà scelto come quarta scelta assoluta dai Denver Nuggets. L’egemonia sotto canestro di Mutombo è ormai conclamata, affermandosi nella classifica stoppatori e portando i Nuggets a compiere un’impresa unica nei playoff della stagione 1993-94 in cui, piazzatisi come 8° riescono a battere i Seattle Supersonics, primi nella Conference.

Nel 1996 Mutombo lascia Denver come free agent data la scarsa fiducia della franchigia verso la figura da superstar che stava nascendo con il centro africano. Decide quindi di accasarsi ad Atlanta, allenata da Lenny Wilkens e sposare il progetto per contrastare le grandi potenze dell’epoca come Bulls o Knicks. Non riusciranno mai ad andare oltre il secondo turno dei playoffs e questo fa si che nel 2000 Dikembe lasci la squadra.

Verrà preso dai 76ers dopo che l’allenatore lo allenò durante l’All Star Game del 2000. Assieme ad un grande realizzatore come Allen Iverson porterà la squadra a disputare le Finals dell’anno successivo contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O’Neal ma nulla potranno contro la potenza di Shaq e verranno piegati per 4-1.

Inizia un lungo pellegrinaggio che lo porterà quasi ad assaggiare ancora l’anello con i New Jersey Nets contro i San Antonio Spurs di Tim Duncan ma ne uscirà sconfitto ancora, andrà poi da free agent nei New York Knicks senza incidere, tenterà una stagione coi Bulls ed infine si accaserà nel 2004 nei Rockets.

Qui farà da tutore ad un grande astro nascente del panorama cestistico americano: Yao Ming. Grazie poi all’infortunio del cinese riuscirà a ritagliarsi uno spazio da titolare e darà il via a delle statistiche impressionanti per un giocatore di ormai 40 anni. Non riuscirà mai negli anni successivi ad arrivare al titolo NBA, grande pecca nel palmarès del centro africano, e nel 2009 annuncia il suo ritiro dopo un brutto infortunio al ginocchio rimediato nei playoff contro i Trail Blazers.

Si ritira così a 43 anni il secondo più grande stoppatore di tutti i tempi dietro solo a Hakeem Olajuwon, famosa era diventata ormai la frase ripetuta da Mutombo dopo ogni stoppata: “Not in my house”.

Durante la sua carriera e anche dopo il ritiro Dikembe è sempre stato molto attivo nei progetti umanitari a favore della sua amata Africa, tanto da fondare numerose fondazioni e ospedali. Mutombo nei suoi viaggi ha imparato varie lingue e tutt’ora sa parlare 7 lingue fluentemente. E’ molto attivo anche nei progetti di adozione e assieme alla compagna Rose hanno adottato 4 dei loro 6 figli.

 

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