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New York Knicks

New York Knicks: più stile che sostanza?

I fan NBA che hanno prestato attenzione ai NY Knicks nel corso delle ultime stagioni sanno di cosa parlo. Questa è una squadra che ha sempre cercato di superare il limite negli ultimi anni ma, pur avendo abbondanza di talento, non stati in grado di essere all’altezza delle aspettative.

La responsabilità è del ‘mal montaggio’ delle parti. Stoudemire e Anthony hanno affrontato la loro giusta quota di domande sul se o non possano prosperare insieme e finora la mancanza di un campo di allenamento su cui affinare la loro complicità hanno impedito di dare le giuste risposte.

La colpa sicuramente ricade in parte sull’ex coach dei Knicks Mike D’Antoni. Il guru del gioco offensivo non è riuscito a dare il via alla rivoluzione della franchigia ed è stato messo alla porta dopo soli tre anni da head coach in seguito a un allarmante 18-24 all’inizio della scorsa stagione.

Arrivando ora alla nuova stagione, molte di queste critiche sono state spazzate via grazie alla mentalità difensiva di coach Mike Woodson che inizerà il prossimo novembre la sua prima stagione completa alla guida di NY. Per alimentare l’ottimismo possiamo sottolineare il fatto che Stad e Melo avranno finalmente a disposizione un intero mese per lavorare sul loro gioco prima dell’inizio della stagione regolare.

Soffermandoci sull’acquisizione di talento, con Jason Kidd e Raymond Felton, i Knicks hanno la possibilità di legittimare il primo round di playoff e magari puntare più in alto.

Ma stiamo andando un po’ oltre il consentito?

Uno dei maggiori fattori di inversione di tendenza a NY dopo il terribile inizio di stagione 2012 – Jeremy Lin – non è più in squadra. Lin ha trasferito il suo talento nel Sud del Texas dove ha firmato con gli Houston Rockets dopo che i Knicks hanno deciso che non valeva la pena scommettere sul 24enne play con un contratto da 25 milioni in tre anni.

Felton e Kidd quasi certamente contribuiranno ad alleviare la perdita di Lin, ma entrambi hanno la loro quota di difetti evidenti.

Mentre è ancora un eccellente veterano ed insegnante sul campo, non c’è dubbio che Kidd ha perso più di un colpo dopo aver aiutato i Dallas Mavericks a vincere il loro primo titolo NBA nel 2011. Il 39enne, al diciottesimo anno in NBA, dovrà dimostrare di avere ancora abbastanza benzina nel serbatoio per la prossima stagione in modo da poter essere un fattore per la corsa dei Knicks.

Sempre analizzando la situazione playmaker, Felton durante la scorsa stagione ha fatto la sua parte nell”implosione’ dei Trail Blazers. Presentandosi fuori forma dopo il lockout e poi capitanando la rivolta nei confronti di coach McMillan certamente non ha aiutato il giocatore a presentarsi in buona luce. Felton avrà bisogno di dimostrare che è pronto, mostrando fin da subito durante il training camp di essere all’altezza dei Knicks.

Quindi alla fine dei conti cos’è che rende i Knicks una squadra migliore di quella che ha concluso la scorsa stagione con 36-30, buono per il settimo posto in una ‘annacquata Eastern Conference e l’uscita di scena al primo round dei playoff?

Come tutti i team New York è ottimistica che l’introduzione di volti nuovi possa portare nuova dinamicità alla squadra e, cosa più importante, che i tre giocatori più pagati ( Anthony, Stoudemire e Tyson Chandler ) possano portare i Knicks a un nuovo livello. Forse la parte più importante dell’equazione sarà la coesione tra Stad e Melo.

Tutti conoscono il potenziale di Chandler, specialmente quando è in condizione come nelle passate stagioni, e come questo possa ‘cementificare’ la difesa sotto canestro. Con Woodson la difesa rimane una priorità e grazie all’esperto coach NY potrà continuare a migliorarsi in questo lato del campo.

Offensivamente parlando… sarà un’altra storia.

Nel corso della sua carriera Anthony ha molto apprezzato la possibilità di correre in contropiede palla in mano. Affinché il successo dei Knicks sia tale, la conduzione dell’attacco da parte di Melo DEVE cambiare.

Un talento offensivo quale è Stoudemire ( insieme al resto dello starting five ) non può essere costretto a guardare dal perimetro le forzature di Melo nel suo gioco. Non fraintendetemi, c’è un valido motivo per cui Anthony è il miglior marcatore puro nel basket, ma questo non può portare NY tanto lontano.

 

@m4tteolorenzo

 

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