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NBA, Doc Rivers fischiato al suo ritorno a Philadelphia: i suoi Bucks vincono

La compagine di Antetokounmpo ha regolato senza troppi problemi l’ex squadra allenata da Rivers

doc rivers joerger

La giornata di ieri è stata particolare per Doc Rivers, poiché è tornato a Philadelphia per la prima volta dal suo esonero. Stavolta, il coach, è tornato in città guidando la squadra avversaria, ossia i Milwaukee Bucks. Da sottolineare i fischi dei tifosi 76ers verso coach Rivers durante l’annuncio del suo nome ad inizio partita. Questa la reazione dello stesso allenatore di Milwaukee:

“Non ho sentito nulla a dire il vero”

Alla fine, il coach ha stilato un suo personale borsino di ricordi delle sue tre stagioni alla guida dei Sixers, finite ogni volta in semifinale di conference:

“In generale sono soddisfatto, anche se mi sarebbe piaciuto che fossimo andati in finale. Vorrei che avessimo potuto avere un Joel Embiid in salute nei Playoff. Ma alla fine Joel è diventato MVP e noi siamo diventati una squadra in grado di giocarci il titolo. E poi sono successe così tante cose. Se ci pensi, c’è stato lo scambio di James Harden, tutti i problemi intorno a Ben (Simmons). Alcune cose le controllavo, altre no, ma ehi, per me, se non vinciamo il titolo, non possiamo essere davvero felici. Ed è per questo che tutti facciamo quello che facciamo.”

Per Doc Rivers, la salute di Joel Embiid è stato il principale fattore di frustrazione in Pennsylvania:

“Mettiamola così: l’anno scorso, prima di questa serie (contro i Celtics, nelle semifinali di conference), chi scommetteva sui Sixers? Questa è la cosa importante. Sì, eravamo in vantaggio 3-2 e abbiamo avuto la nostra occasione. Avremmo dovuto vincere Gara 6. Gara 7 è molto complicata, ovunque. Ma qualcosa abbiamo ottenuto. Vi sto solo ricordando quanto eravamo vicini. Se ci guardiamo indietro, possiamo notare che Joel non era al 100%. Le cose succedono e dobbiamo affrontarle.”

Ora, toccherà a Giannis Antetokounmpo provare a regalare un nuovo titolo NBA al coach:

“Lo adoro. È incredibile giocare per lui. Mi spiega semplicemente cosa si aspetta da me. Lo rispetti perché è in questa lega da 25 anni… devi rispettare quello che ha fatto in NBA, ha vinto un titolo, ha vinto tante partite, ma quando entra nello spogliatoio semplifica le cose.”

 

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