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NBA Pacific Division Season Preview 2023-2024: Fab Five

La corsa al titolo passa da una Division che promette spettacolo

Durant

Kings, Suns, Clippers, Warriors, Lakers, in quest’ordine se guardiamo alla classifica NBA 2022-2023. Cinque squadre tutte – e non è un dettaglio da poco – reduci da una campagna Playoff. Nella Pacific Division si intrecciano diverse narrative destinate a tenere banco nel panorama NBA. Proviamo a metterne sul piatto alcune prima della grande abbuffata: la regular season è dietro l’angolo.

 

Golden State Warriors 

L’impronta di Mike Dunleavy Jr. non ha tardato a lasciar tracce dalle parti del Chase Center. Subentrato nel ruolo di GM, l’attuale dirigente ha ottenuto una promozione interna che appare logica. La  scelta del “delfino” di Bob Myers, anziché segnare un punto di rottura nella pianificazione di Golden State, rappresenta infatti la conferma degli intenti di Joe Lacob e soci dopo il titolo vinto appena due stagioni or sono. L’esame di maturità, se così lo si vuol definire, presentava sul tavolo diverse questioni spinose, note da tempo: Draymond Green o Jordan Poole? Il primo, con il vantaggio di una player option, ha posto la dirigenza di fronte a una decisione non più rinviabile. Donte Di Vincenzo ha scelto New York, mentre Green, divenuto free agent, ha rinegoziato un accordo quadriennale a otto zeri (100 milioni complessivi, con trade kicker al 15%). A quel punto, la trade che ha portato Jordan Poole a Washington in cambio di Chris Paul si è concretizzata piuttosto rapidamente. Dopo aver rispolverato una ‘Death Lineup’ senza pari nella scorsa stagione, numeri alla mano, è naturale interrogarsi sul ruolo di CP3 nella rotazione Warriors. La risposta, nonostante il gioco mediatico di queste settimane, sembra scontata: second unit in capo al 12 volte All-Star. Sesto uomo di lusso, Paul metterà la propria esperienza al servizio dei giovani Warriors, da Moody fino a Kuminga, con i quali coach Kerr ha usato, in alternanza, bastone e carota. Anche se siamo solo in preseason, i risultati iniziano a intravedersi. Intrigante, sempre guardando a prospetti da plasmare, il nome di Brandin Podziemski, pescato alla 19ª chiamata del Draft NBA. Relegato presto a fondo panchina a llinois, a cavallo tra freshman e sophomore year il ragazzo si è trasferito a Santa Clara, agli ordini di coach Sendek ed è riuscito a imporsi come Player of The Year e Newcomer of The Year nella West Coast Conference, doppietta mai riuscita prima. Il capo programma ha peraltro uno storico di tutto rispetto quanto a prime scelte al Draft – James Harden e Jalen Williams, più di recente , dunque attenzione ai suoi progressi. Menzione anche per Trayce Jackson Davis, penultima scelta nella notte del Barclays Center, che ha fornito discreti segnali al coaching staff in queste prime uscite. Il sommarsi di giocatori al tramonto di carriera o in cerca di rilancio,  messi sotto contratto con minimo impiego di risorse (Cory Joseph, Dario Saric Rudy Gay), risponde a una strategia comune alle contender e come tale va valutata, sulla carta. Nell’estate 2024 Klay Thompson sarà free agent, ma guai a guardare troppo in là. C’è prima un’intera stagione da giocare. Possibilmente fino in fondo.

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