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Pacific Division

NBA 2022-23 Season Preview: Pacific Division, nel cuore della competizione

Continuano le preview per la stagione 2022-23 di NbaReligion.com: ecco la volta della Pacific Division. Diamo uno sguardo a tutte le squadre

Phoenix Suns

In questa offseason i Suns hanno fatto notizia più per i motivi sbagliati che per le voci di mercato.

Infatti, il proprietario Robert Sarver è stato bandito per un anno a causa di una “serie di commenti razzisti, sessisti e misogini”. Inoltre, Phoenix ha anche vissuto una situazione complessa con uno dei suoi giocatori chiave, Deandre Ayton. Il lungo, apparentemente contro la sua volontà, è stato infatti trattenuto dai Suns dopo che l’organizzazione ha pareggiato un’offerta dei Pacers.

E se pensiamo che Robert Sarver sta vendendo la squadra dopo la sospensione, la firma di Devin Booker su un’estensione quadriennale al massimo salariale suona come un successo enorme per la franchigia. I Suns dovranno dunque ritrovare innanzitutto serenità, sia dentro che fuori dal parquet, e solamente in un secondo momento pensare a replicare la straordinaria stagione 2020-2021 che li ha portati alle NBA Finals.

Analizzando le mosse di mercato, Ayton è entrato nella restricted free agency con un tiepido interesse da parte di squadre di tutta la lega, prima di ricevere un’offerta al massimo da parte dei Pacers. La sua tumultuosa offseason si è conclusa quando i Suns hanno scelto di pareggiare l’offerta di quattro anni e 133 milioni di dollari per trattenere il centro nativo delle Bahamas nel deserto dell’Arizona. La dirigenza dei Suns ha infatti comunque valutato di buon grado l’operato di Ayton, nonostante il suo stile “old school” fatto di grande presenza nel pitturato e di poca presenza sul perimetro del campo. Infatti, la scelta numero uno al Draft 2018 ha chiuso la scorsa stagione con il 63,4% di realizzazione del campo, record in carriera, e chiudendo la quarta stagione di fila in doppia di media. Ma per dimostrare di valere i 133 milioni di dollari che Phoenix dovrà spendere, dovrà migliorare il suo apporto difensivo, soprattutto alla voce stoppate (solo 0,7 a serata di media): ci aspettiamo dunque un netto miglioramento in questo senso.

Ma il vero perno della squadra per la stagione che è alle porte continuerà ad essere Devin Booker, reduce dalla terza partecipazione consecutiva all’All-Star e dalla prima selezione All-NBA (First Team). I Suns si sono affidati a Booker per tutta la sua carriera e negli ultimi quattro anni è stato una delle guardie tiratrici più costanti. La scorsa stagione infatti, in 34,5 minuti di utilizo, ha registrato il massimo in carriera in termini di punti (26,8), rimbalzi (5,0) e rubate (1,1). Ha anche aggiunto 4,8 assist e ha eguagliato il suo massimo in carriera di tiri da tre a partita (2,7). Non solo, perché Booker sembra stia imparando anche a ridurre i suoi errori. Dopo una media di 3,5 palle perse nelle precedenti cinque stagioni, Booker ha fatto registrare solamente 2,4 turnover lo scorso anno. Con l’avanzare dell’età di Chris Paul, Booker si assumerà probabilmente maggiori responsabilità e ha ancora spazio per migliorare, visto che dopotutto ha solo 25 anni.

Parlando proprio di Chris Paul, non possiamo ignorare i 10,8 assist a partita nonostante i suoi 37 anni compiuti a maggio, e le sue 1,9 palle rubate a partita (secondo in assoluto nella lega nella scorsa regular season). Questi numeri dimostrano come l’ex Pelicans e Clippers non sia ancora sazio e disposto a fermarsi qui. L’età però inizia a farsi sentire, e il suo tiro da tre punti ha iniziato a risentirne: il 31,7% di realizzazione dalla distanza è il dato più basso dalla sua stagione da matricola. Nel corso degli ultimi Playoff è stato rallentato dagli infortuni, e in questa stagione potrebbe avere qualche giorno di riposo in più durante l’anno. Se riuscirà a gestire le sue energie, Paul potrà continuare ad essere quel giocatore dall’enorme talento che i Suns hanno bisogno nel ruolo di playmaker e di veterano dello spogliatoio.

https://twitter.com/Suns/status/1576763135859380224

Oltre ai tre giocatori di spicco dei Suns, la franchigia dell’Arizona può contare su un cast corale di tutto rispetto. In questo senso, la dirigenza si è mossa sul mercato dei free agent ingaggiando Timothy Luwawu-Cabarrot e Frank Jackson, rispettivamente ala piccola e guardia, che possono dare man forte nel tiro da tre punti quando la second unit sarà in campo. Da segnalare poi la conferma di Bismack Biyombo, nel ruolo di centro di riserva quando Ayton siederà in panchina, e che con la partenza di JaVale McGee troverà sicuramente maggiore minutaggio.

Infine, non deve essere ignorata la crescita di Cameron Johnson, che ha fatto passi da gigante nella sua terza stagione in NBA, con 12,5 punti, 4,1 rimbalzi e il 42,5% di realizzazione dalla lunga distanza. Detto questo, i Suns non potranno chiedere a Johnson di creare molto per sé o per gli altri, vista la frequenza con cui Chris Paul e Devin Booker gestiscono la palla. Johnson dovrebbe continuare a svilupparsi e a migliorare ed è destinato a un ruolo da titolare con Jae Crowder dato sempre più in partenza dai rumors di mercato.

Per concludere l’analisi dei Suns, visto il minimo ricambio del roster da quando i Suns hanno raggiunto le finali NBA due anni fa, almeno in linea teorica i Suns dovrebbero essere ancora considerati una contender. Tuttavia, la chiara infelicità di Deandre Ayton e la richiesta di scambio di Jae Crowder sollevano dubbi sulla chimica di squadra. Inoltre, Chris Paul, nonostante tutti gli sforzi e il suo ottimo gioco, avrà un anno in più sulle sue spalle, e 38 anni il fisico potrebbe non essere più in grado di sopportare un elevato minutaggio. E in un Ovest che dovrebbe tornare al completo, con i recuperi completi delle Star dei Clippers e dei Nuggets, i Suns potrebbero avere difficile: nonostante questo ci aspettiamo comunque un piazzamento tra i primi quattro posti a Ovest, e una lotta all’ultimo sangue per il primo posto nella Pacific Division.

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