Fred VanVleet
Un nome forse meno attraente rispetto agli altri. Fred VanVleet ha però il merito di essere riuscito a imporsi ai Toronto Raptors nella fase di transizione non scontata del post Kyle Lowry. Il play ha alzato la propria produzione offensiva migliorando tutte le principali voci statistiche. Non da ultimo, ha accompagnato l’aumento di responsabilità con un adeguamento necessario delle percentuali al tiro, attestatesi ora al 43% complessivo. Probabilmente non basterà per una chiamata, ma certo è sufficiente per venire incluso nel novero dei candidati.
LaMelo Ball
La convocazione all’All-Star farebbe comodo al fratello Lonzo dal punto di vista contrattuale visti i bonus in ballo. Dettaglio a parte, LaMelo ha senza dubbio chance concrete di rappresentare il Big Baller Brand in Ohio. Un inizio folgorante di stagione per il rookie dell’anno passato, che ha diviso le copertine con il compagno di squadra Miles Bridges. Guida gli Hornets per media punti (19.7), assist (8.0) rimbalzi (7.6) e recuperi (1.9). Nel backcourt dei roster All-Star la concorrenza è sempre agguerrita, ma LaMelo rientra nel mix.
Jarrett Allen
Il centro dei Cavaliers sta rendendo secondo le attese visto il pesante contratto quinquennale da 100 milioni di dollari firmato in estate. La solidità difensiva della squadra – grosso passo in avanti rispetto alla scorsa stagione – sarà forse meno appariscente agli occhi dei più, ma non può essere ignorata. Pur colpito da pesanti infortuni, il collettivo guidato da coach Bickerstaff si sta togliendo diverse soddisfazioni. La convocazione di Allen all’All-Star Game sarebbe il giusto riconoscimento per quanto fatto fin qui. Non va dimenticato poi il ‘fattore casa’: la città ospitante sogna di essere rappresentata nell’evento clou della domenica.
Auguri di Buon Anno dalla redazione di nbareligion.com
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