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NBA, Brandon Roy su Greg Oden: “Giocando con lui ho capito che potevamo vincere il titolo”

Il periodo d’oro di Portland è stato completamente rovinato dagli infortuni

Uno dei più grandi “What If” di sempre per Portland è certamente legato all’approdo NBA di Greg Oden. Scelto alla prima posizione nel 2007 dai Blazers davanti ad un certo Kevin Durant, il centro era clamorosamente atteso dagli addetti ai lavori dopo aver dominato in lungo e in largo in NCAA. I suoi frequenti problemi al ginocchio hanno però mandato in frantumi la sua carriera, che non è mai veramente decollata.

Brandon Roy, il quale si era unito ai Blazers un anno prima di Oden, ha quindi parlato del talento del giocatore in una recente intervista con Michael Porter Jr.:

“Durante un allenamento – diverso dal solito – ci siamo ritrovati su un campo di football americano e stavamo facendo 100 yard: Greg e LaMarcus (Aldridge) erano testa a testa e stavano vincendo. Erano i più alti della squadra, ma potevano correre rapidamente sul parquet. Poi quando abbiamo iniziato a giocare a basket, Greg riusciva sempre a vincere, non importava in quale squadra fosse (riserve o titolari). Oden difendeva meglio di chiunque altro, poi in attacco prendeva rimbalzi offensivi, tutte le seconde chance erano sue. Ricordo di aver chiamato mio padre una volta dopo un allenamento. Papà mi chiese: “Quanto è bravo Oden?” Risposi: “Oh, con lui possiamo vincere un titolo”. Giocando con lui, per la prima volta nella mia vita ho pensato che avremmo potuto vincere un titolo. Ecco quanto era bravo. Ora non dico che avremmo potuto vincere subito quell’anno, ma con lui in squadra avevamo tutto il necessario per arrivare fino in fondo perché colmava diverse nostre lacune.”

Purtroppo per loro, Aldridge e Roy non hanno potuto condividere il parquet così spesso con il compagno di squadra. Ma quando riusciva ad essere della partita, la presenza di Oden si sentiva:

“Ha reso le nostre partite più facili! Io e LaMarcus abbiamo dovuto capire come giocare con lui, perché quando riceveva la palla in post, gli avversari andavano subito a raddoppiarlo e noi ci ritrovavamo liberi. Non eravamo abituati ad essere così aperti.”

Poi, Roy si concentra sull’etichetta di “Bust” su Oden, rifilata dai media senza pietà:

“Era un giocatore speciale e odio quando le persone lo descrivono come un fallimento. Se non si fosse mai infortunato, non staremmo di certo a parlare di un fallimento. È impossibile. Aveva il talento di un Hall of Famer. Questo ragazzo potrebbe ad esempio tirare i suoi tiri liberi con la mano sinistra. Vorrei che il mondo avesse avuto la possibilità di vederlo al top della forma. Era un giocatore clamorosamente bravo ed una persona ancora migliore. Amavo essere un suo compagno di squadra”

 

 

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