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NBA, Carmelo svela: “Fu Denver a costringermi ad andarmene”

Melo se l’è presa con le troppe partenze dopo le Conference Finals del 2009

Ai tempi dei Denver Nuggets Carmelo Anthony era uno dei giocatori più talentuosi e decisivi della lega. Insieme a giocatori del calibro di Billups, Martin e Jones, i Nuggets raggiunsero le Western Conference Finals dove si arresero, dopo una battaglia feroce, ai Lakers di Kobe.

Quel risultato fu il picco più alto dell’avventura di Melo in maglia Nuggets. L’anno successivo infatti venne spedito nella Grande Mela, dove divenne la superstar dei New York Knicks. Il resto è storia.

Nel podcast “All The Smoke”, il fresco giocatore dei Los Angeles Lakers ha però voluto raccontare la sua versione dei fatti sulla trade. L’opinione di molti, infatti, è che fu lo stesso Carmelo a impuntarsi a voler giocare in una squadra diversa. Secondo Melo però manca buona parte della verità in questa versione:

“Contrariamente a quanto tutti pensano, non avrei mai voluto andarmene da Denver. Mi hanno messo spalle al muro. Raggiungi le WCF, cosa dovresti fare? Ripartire da lì, migliorare il roster aggiungendo giocatori”

“[invece] Si liberarono di Dahntay Jones. In quella squadra Dahntay era un pezzo fondamentale. Non volevano rifirmare Chauncey, volevano scambiare JR, il contratto di K-Martin era scaduto e il lockout stava arrivando. Io non volevo ricostruire dopo aver raggiunto le WCF. Ero tipo ‘non voglio andarmene, ma se dovete ricostruire per me è tempo di cambiare aria’ “

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