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NBA, Steve Kerr risponde a Gary Payton: “Curry ha inventato un nuovo ruolo”

Il coach dei californiani è stato chiaro sulla rivoluzione portata avanti dal suo play

La NBA è un campionato in continua evoluzione, così come i suoi interpreti. L’ultima rivoluzione, in questo senso, sembra essere rappresentata dal cambiamento del ruolo del playmaker. Una volta associati a passatori di livello d’elité, oggi il giocatore deve essere in grado di segnare con continuità anche e soprattutto da dietro l’arco. Definizione che Gary Payton non sembra accettare, soprattutto se etichettata su Stephen Curry. Queste le parole dell’ex leggenda di Seattle:

“Curry non penso sia davvero un playmaker. Per me non lo è, stiamo invece parlando di una guardia. È un realizzatore. Sarà all’interno dei 10 migliori assistman di ogni epoca? Non credo proprio. Curry ha sempre la palla in mano con Golden State? No, mai. Esce sempre dagli schemi. È Draymond Green quello che ha la sfera per la maggior parte del tempo.”

“Quindi per me, lui non è un playmaker, è una guardia. È come con [Russell] Westbrook. È una guardia. Se volete parliamo di playmaker con Chris Paul o con [Rajon] Rondo. Loro sono playmaker. Se vogliamo considerare Curry come una guardia, allora sì, penso che sarà una delle più grandi guardie tiratrici nella storia del gioco perché può segnare in ogni modo.”

Ebbene, parole che non trovano d’accordo Steve Kerr, coach di Golden State, il quale ha invece voluto focalizzare l’attenzione sull’evoluzione dei ruoli nel gioco:

“È più complicato di così. Ormai il ruolo di play è diverso dai tempi di Gary. Curry ha davvero cambiato questo significato: ora è molto raro vedere un play che non sia anche un grande tiratore dal perimetro. Ci aspettiamo tutti che il play sia abile nel passaggio, ma anche al tiro. Quindi penso che Steph abbia cambiato la definizione di playmaker. Puoi pensare a lui come un combo-guard, perché è pericoloso anche senza palla.”

“Questo è davvero ciò che rende Steph così eccezionale. Può trasformarsi in Reggie Miller senza palla, e quando è in possesso è comunque bravo come gli altri play nel creare tiri, nel creare gioco per sé o per gli altri. Ha creato una nuova posizione. Ecco come lo spiegherei. “

 

 

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