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Risultati NBA: Curry supera Miller ma Golden State perde male contro Utah. Davis dominante, bene i Big 3 Nets

Stephen Curry diventa il secondo miglior marcatore di sempre alla voce triple, lasciandosi alle spalle Reggie Miller, ma Golden State perde malamente sul campo dei Jazz. Anthony Davis spazza via i Bulls, mentre i Nets vincono ma rischiano ancora

(12-5) Philadelphia 76ers 114-110 Detroit Pistons (3-13)

Prima contro ultima nella Eastern Conference: nonostante ciò, i Sixers riescono ad avere la meglio sui Pistons solo nei secondi finali di partita.
Joel Embiid segna 33 punti e raccoglie 14 rimbalzi, ma soprattutto segna i tiri liberi decisivi (12 su 17 complessivamente) a 7.2 secondi dal termine della gara, per chiuderla definitivamente. Anche Ben Simmons (20 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) è stato decisivo in lunetta. I Sixers erano riusciti ad andare in vantaggio in doppia cifra solo nel quarto periodo, sulla schiacciata di Dwight Howard. Detroit non ha mollato e si è rifatta sotto, a soli due punti di distanza sul 110-108. Prima che, proprio Simmons, segnasse i due liberi in lunetta.
Subito dopo, il layup di Delon Wright ha accorciato nuovamente lo svantaggio. E, infine, Embiid l’ha chiusa definitivamente, ancora in lunetta.

 

(6-9) Miami Heat 124-128 Brooklyn Nets (10-8)

Tre superstar contro una: a Brooklyn i Nets vincono la partita nonostante la super-prestazione di Bam Adebayo (41 punti, career-high), che non è comunque abbastanza per pareggiare l’impatto del trio Durant-Irving-Harden.
Fra i tre, il Barba è quello che segna meno: non un canestro dal campo fino all’ultimo quarto. I primi punti arrivano in lunetta allo scadere del primo, per il 36-25 Nets.
Nel secondo quarto Brooklyn allunga ancora e tocca il +18, sul 60-42. Ma un super Adebayo trascina nuovamente Miami a 10 lunghezze di distanza.
I Nets riprovano quindi a chiuderla nel terzo periodo: Durant è precisissimo, con 13 punti e 5 canestri su 5 a segno. Ma Miami inizia il quarto periodo ancora meglio e, con un parziale di 13-0, si rifà sotto di un solo punto.
È a questo punto che entra in scena Kyrie Irving: negli ultimi 5 minuti segna 12 punti e chiude una partita che sembrava già chiusa.

 

(5-10) New Orleans Pelicans 110-120 Minnesota Timberwolves (4-11)

Senza Karl-Anthony Towns, ancora out per la positività al Covid-19, i Timberwolves vincono contro Zion e compagni grazie ad una solida ed equilibrata prestazione di squadra.
A segnare più punti di tutti, 20, è Naz Reid, seguito a ruota dai 18 della prima scelta al Draft Anthony Edwards.
Dopo essere andati sotto di un punto all’intervallo, i Twolves piazzano un parziale di 16-3 alla ripresa delle ostilità: decisivi i canestri di Reid e Vanderbilt, più il layup di Beasley, per il 75-69 che convince coach Van Gundy a chiamare time-out. Bledsoe prova a rimettere in carreggiata i Pelicans, ma Culver risponde per riportare i suoi avanti di 10. Da lì, per i Pelicans è buio totale.
4 minuti e mezzo senza un singolo canestro, 11 tiri consecutivi sbagliati. Fino a fine partita, NOLA ne segna solo 5 su 24. Minnesota ne approfitta, va avanti di 18 lunghezze e chiude la partita con anticipo.

 

(8-8) Golden State Warriors 108-127 Utah Jazz

La prestazione di squadra non è stata delle migliori, per usare un eufemismo, ma Stephen Curry può consolarsi: la partita di stanotte, chiusa a 24 punti, lo ha visto sorpassare Reggie Miller e diventare il secondo giocatore della storia per triple mandate a segno: 2.562.
È veramente l’unica nota positiva della serata degli Warriors: Utah, infatti, comanda la partita dall’inizio alla fine. La partenza è ottima, con un grande parziale di 14-0 che fa intuire l’andazzo della serata. Golden State trova un po’ di ritmo nel secondo quarto, quando Curry trascina i compagni sul -8. Ma il piccolo momento positivo è subito spazzato via dalla tempesta dei Jazz: un altro parziale, stavolta di 24-8, permette a Utah di chiudere a metà gara sul 77-47. Al rientro in campo, i Jazz toccano anche il +40 sul 115-75 e chiudono la gara con largo anticipo.

 

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