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NBA, la particolare offseason di DeMar DeRozan

La guardia degli Spurs ha parlato della sua particolare offseason e del suo futuro con gli Spurs

La mattina del 19 novembre, nella sua casa a Los Angeles, DeMar DeRozan ha dovuto affrontare una delle più grandi paure di un padre. Entrando nella sala gioco dei bambini, il giocatore aveva trovato uno sconosciuto. Per DeMar, un uomo di due metri per 100 chili, non è stato difficile bloccare l’intruso e metterlo in fuga. Malintenzionato che, poi fermato dalla polizia, si è difeso dicendo di essere entrato nella casa sbagliata. Riguardo l’episodio, DeRozan ha detto:

“Sono nato a Compton, in California. Ho dovuto affrontare situazioni peggiori”

Per DeRozan l’episodio ha del particolare, anche perché la guardia dei San Antonio Spurs ha passato gran parte dell’offseason in Montana. Il 31enne ha potuto così vivere da solo, lontano dai suoi cari per lavorare, liberare la mente dallo stress e ritrovare una pace interiore. Quando gli è stato chiesto chi conoscesse in Montana, DeMar ha risposto:

“Nessuno. È proprio per questo che sono andato lì. Ogni anno cerco il posto più random del mondo, quello dove nessuno si aspetterebbe mai di trovarmi, e cerco di trovare della pace nella mia mente”

Dopo una stagione in cui aveva guidato gli Spurs sia per punti segnati (22,1) sia per assist (5,6) a partita, DeMar doveva scegliere se accettare l’opzione giocatore da 27,7 milioni di dollari o diventare un unrestricted free agent e cambiare divisa. DeMar ha parlato di ciò che ha provato mentre si trovava nel limbo, sospeso tra le due vie che poteva prendere:

“Non mi sono mai fermato a chiedermi: ‘Devo andarmene? O forse devo rimanere’. Mi sono solo chiesto come potevo migliorare: quando sarebbe arrivato quel momento avrei preso la mia decisione” 

Alla fine il giocatore originario di Compton è rimasto agli Spurs, e ha così commentato la scorsa stagione e gli obiettivi della prossima:

“Non ero soddisfatto della conclusione della scorsa stagione. È sempre facile andarsene, cercare una situazione più facile dove avere successo più facilmente. Ma non fa per me: io non scappo dalle sfide, le affronto. Ho molta fiducia nei giovani della squadra, e voglio continuare a essere parte di quello che siamo diventati dopo la bolla di Orlando”

 

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