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I 10 migliori giocatori NBA a non aver mai vinto il titolo di MVP

Quando si pensa ai giocatori che hanno segnato la storia del basket, vere proprie leggende NBA, si dà per scontata la vittoria di almeno un MVP. Invece alcuni nomi di altissimo livello non sono mai riusciti ad aggiudicarselo. Vediamo chi non ce l’ha fatta e per quale motivo.

6. Patrick Ewing

Un altro giocatore che non riuscì a imporsi come MVP a causa della gran quantità di talento presente in NBA a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 è Patrick Ewing. Durante il suo miglior periodo di forma dovette fare i conti con molti compagni di Dream Team.  Nella sua lunga carriera partecipò a 11 All-Star Game e riuscì a diventare il miglior realizzatore ogni epoca dei New York Knicks, franchigia a cui si è legato per la maggior parte della sua carriera.

Inoltre è leader ogni epoca anche per rimbalzi, stoppate e rubate. Ewing era una macchina da doppia-doppia, infatti tenne più di 10 punti e 10 rimbalzi di media per 9 stagioni consecutive. Riuscì a concludere per ben 6 volte nella top 5 come candidato MVP, ma non riuscì mai a raggiungere il premio. Il massimo riconoscimento individuale resta il Rookie of the Year Award, ottenuto nel 1986.

 

5. Isiah Thomas

Il leader dei “Bad Boys”, Isiah Thomas, guidò i Detroit Pistons a due titoli consecutivi. Riuscì a sconfiggere sia Magic Johnson sia Michael Jordan, ma non riuscì a imporsi come MVP della Stagione. Thomas venne scelto al Draft del 1981 dai Pistons e divenne immediatamente un All-Star, sfruttando il suo grande dinamismo. Durante la sua carriera, conclusasi nel 1994, partecipò 12 volte alla partita delle stelle. Inoltre è leader ogni epoca per quanto riguarda i punti, gli assist, le palle rubate e le partite giocate dei Detroit Pistons.

Personalmente la sua miglior stagione fu quella 1984-85, con 21.2 punti di media e ben 13.9 assist a partita, il migliore della lega in quest’ultima statistica. Nonostante le ottime prestazioni, arrivò solo nono nella corsa al titolo di MVP. Thomas riuscì a rimanere per gran parte della sua carriera a un altissimo livello, badando meno ai numeri e più alla squadra, come un vero Bad Boy.

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