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Denver Nuggets

NBA, le parole di Murray dopo i 50 punti contro i Jazz

La giovane stella dei Nuggets ha parlato ai microfoni dopo la vittoria in gara 6 contro gli Utah Jazz, arrivata grazie anche ai suoi 50 punti.

Per la seconda volta nelle ultime 3 partite di Playoff NBA, Jamal Murray ha segnato 50 punti. Per i Nuggets è anche arrivata la vittoria in gara 6, portando la sfida del primo turno con i Jazz a gara 7. Murray, al termine della partita, è stato sopraffatto dalle emozioni che non ha potuto nascondere alle telecamere. Il giovane canadese ha detto di sentire la pressione degli ultimi giorni, con i giocatori che cercano di continuare a giocare e, nel frattempo, cercare di aiutare il clima di giustizia sociale e cambiamento. Murray ha avuto un intervista con TNT sul parquet subito dopo la partita:

“Io gioco mettendoci il cuore, gioco mettendoci il fuoco della passione. E quando stai combattendo per qualcosa, il significato è ancora più grande. Stiamo combattendo questa sfida da molto tempo, e siamo stanchi di sentirci stanchi. È molto emozionante perché non riguarda solo me. Riguarda le vite di tutti. Immagina un padre perdere la propria vita mentre ha dei bambini. Immagina un padre, un fratello, un figlio venire sparato per 7 volte davanti ai propri cari. Immaginalo”

Nel corso degli ultimi giorni i giocatori NBA nella bolla si sono incontrati, decidendo le modalità con cui avrebbero ripreso a giocare dopo il boicottaggio, partito proprio per protesta dopo i 7 colpi di pistola sparati dalla polizia nel Wisconsin contro Jacob Blake.

Murray indossava anche delle scarpe molto particolari. Su questo paio di scarpe erano disegnati i volti di Breonna Taylor e George Floyd, e il giocatore dei Nuggets ha detto di aver preso ispirazione da loro.

Con la partita di ieri, Murray ha raggiunto Jordan come gli unici due giocatori ad avere 3 partite consecutive in postseason da almeno 40 punti, 5 rimbalzi e 5 assist. L’head coach dei Nuggets, Mike Malone, ha parlato proprio delle prestazioni di Murray degli ultimi giorni:

“Sono stato molto fortunato nel poter allenare alcuni grandi giocatori nel corso della mia carriera – LeBron, Chris Paul, Steph Curry e Klay Thompson. Ma non ho mai visto nessuno segnarne 50, 42 e di nuovo 50. E due di queste partite erano partite da vincere se non volevamo essere eliminati”

 

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