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NBA, Joel Embiid sulla bolla di Orlando: “Non ripongo fiducia nell’organizzazione e non penso sia sicura”

Il centro camerunese non è per niente sicuro

Ieri è cominciato il trasferimento di tutte le squadre coinvolte per la ripresa della stagione 2019-2020 all’interno della bolla di Orlando.

Alcune sono già arrivate, altre devono ancora raggiungere il Disney World Resort, e nel frattempo i dubbi sulla capacità di isolare tutti coloro all’interno del campus crescono.

Le prossime settimane saranno dunque il punto cruciale per verificare che il progetto sia stato pensato e attuato senza errori. Il commissioner NBA Adam Silver ha già dichiarato che si aspetta qualche contagiato all’interno della bolla, ma che dopo la quarantena predisposta al suo interno siano tutti in piena salute. Se si dovesse diffondere il contagio all’interno del resort, addirittura a stagione ripresa, Silver ha garantito che interromperà tutto nuovamente. D’altra parte la salute delle persone è per forza di cose al primo posto.

Ad alimentare la tensione, ci sono le domande e le perplessità dei giocatori, poco fiduciosi gli uni degli altri e sicuramente non preparati a questa nuova situazione.

Joel Embiid, per esempio, ha dichiarato di nutrire poca fiducia nell’organizzazione e nei suoi colleghi giocatori. Queste le parole del centro dei Philadelphia 76ers:

 “Tutto quello che voglio è essere in salute e stare al sicuro. E mantenere al sicuro anche le persona a me vicine. Voglio essere certo di poter vivere a lungo in futuro e non di avere, che so, qualche tipo di ripercussione”.

Non sono un grande sostenitore dell’idea, ma come sempre farò il mio lavoro. Rappresenterò la mia città, la mia famiglia e i miei compagni. E’ quello che ho sempre fatto. Non importa il fatto che non mi piace l’organizzazione. In ogni caso ancora non ci ripongo fiducia e non penso sia sicura”.

Infine il centro camerunese ha esposto delle argomentazioni simili a quelle di Damian Lillard sull’idea che non tutti i giocatori seguiranno le regole:

“Non mi fido degli altri ragazzi, ma come ho detto farò il mio lavoro. Ci sono alcuni a cui piace uscire e fare altre cose. Invece conosco me stesso: so che non metterò a rischio nessuno. Ma la domanda è: ‘Ognuno farà lo stesso?’”.

Per quest’ultimo problema, saranno necessari da parte della NBA interventi più rigidi e sanzioni importanti nel caso in cui le regole non dovessero essere rispettate.

Presto si saprà se la bolla di Orlando sarà così efficiente come le aspettative, o si rivelerà un buco nell’acqua.

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