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Anche John Wall sta con Irving sulla ripartenza NBA

Il play dei Wizards si è detto d’accordo con Irving e ha spiegato il perché

Lillard, Howard e ora John Wall. Le parole di Irving dei giorni scorsi, quelle con cui aveva messo in dubbio la bontà della ripartenza NBA, continuano a trovare sostenitori.  E a dividere sempre di più i giocatori della Lega sul da farsi. John Wall infatti è l’ultimo di una lunga lista di giocatori che hanno risposto alle parole di Irving. Intervistato al ‘The Tuff Juice Podcast’ il playmaker di Washington, alle prese con una lunga convalescenza, ha infatti dichiarato:

“Io, se potessi giocare, non lo farei. Semplicemente non mi sentirei al sicuro. Non sento sia così. Capisco perché tutti vogliano giocare e cosa stanno cercando di fare, ma io non ci andrei (ad Orlando ndr).”

“Un sacco di persone la pensano in questo modo. Penso sia per questo che ha provato a fare quella chiamata ( Irving ndr). Per vedere quante persone vogliano davvero giocare e quanti no. Perché con tutte le proteste legate a Black Lives Matter che vanno avanti ed il protestare ed il provare ad avere giustizia e tutto, un sacco di persone pensano non sia sicuro andare lì.”

Lista, quelli dei giocatori che hanno commentato le parole di Irving in bene o in male, che è destinata ad aumentare. La questione infatti, dopo il commento di Austin Rivers, si è spostata su un piano diverso, l’aspetto economico. Il figlio di coach Doc ha voluto ricordare al play dei Nets come non tutti i giocatori godano delle stesse condizioni economiche e di come uno stop prolungato potrebbe mettere in difficoltà molti di loro. Parole riprese anche da Ed Davis.

In effetti, tutti i giocatori che si sono espressi in favore di Irving, compreso lo stesso Kyrie, hanno già superato i 90 milioni di dollari di stipendi in carriera. Lillard, che tra tutti è quello che ha guadagnato meno fin qui in NBA,  ha garantiti altri 200 milioni nei prossimi cinque anni. Wall invece gode di altri tre anni di contratto da oltre 30 milioni l’uno.

Dall’altra parte, una eventuale fine della stagione comprometterebbe al massimo il 25% del contratto dei professionisti NBA che, ricordiamo, hanno uno stipendio minimo garantito pari 898 mila dollari. Il giocatore più “povero” della Lega, al netto del taglio a causa della fine anticipata della stagione, incasserebbe da questo campionato poco più di  670 mila dollari.

 

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