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8 curiosità che forse non sapete su Luka Doncic

Il giocatore sloveno è ormai diventato uno dei volti principali della NBA moderna

Il 28 febbraio 1999 nasceva uno degli astri nascenti della NBA moderna. Si tratta di Luka Doncic, stella dei Dallas Mavericks. Il nativo di Lubiana (Slovenia), in soli due anni ha saputo conquistarsi il rispetto di tutti gli addetti ai lavori. Finora, in questa stagione, Luka ha viaggiato in tripla doppia di media per un mese intero (a novembre), ha superato il record di MJ per quanto riguarda le partite consecutive con almeno 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist (1 novembre-14 dicembre) e guida la Lega per numero di triple doppie realizzate (13).

Tutto ciò in favore di Dallas, con la compagine texana che si ritrova in questo momento in zona playoff ad Ovest con il record di 36-23, e avendo già superato quello dello scorso anno di 33-49.Per capire, però, quanto stia prendendo piede il suo personaggio anche tra i tifosi NBA dobbiamo segnalare come Doncic sia passato dal quinto posto al primo posto tra i giocatori di frontcourt della Western Conference durante le votazioni dell’All-Star Game 2020 con oltre 6.1 milioni di preferenze. E non è tutto qui perché il futuro si preannuncia luccicante. Eccovi, quindi, una serie di curiosità che forse non sapete su Luka Doncic.

 

8. Ha cominciato a giocare prestissimo

C’è una tendenza comune tra gli atleti di punta, ed è quanto presto hanno preso confidenza con lo sport di riferimento. Si sente parlare spesso delle stelle NHL che pattinano ancor prima che possano camminare, oppure di golfisti che sanno già tirare da fenomeni in tenera età. Ecco, su Doncic la storia pare si ripeta poiché si vocifera come lo sloveno avesse avuto in mano un pallone da basket ancora quando aveva solo 7 mesi. Luka ha iniziato a giocare a basket, in maniera più o meno seria, da quando aveva circa 7 anni:

“Mi sono sempre allenato con ragazzi più grandi di me che avevano molta più esperienza. Molti di loro erano più grandi e più veloci di me, così li ho dovuti battere anche e soprattutto grazie al mio cervello.”

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