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Cina-NBA, preoccupano le conseguenze sui salary cap delle squadre

La rottura dei rapporti diplomatici ed economici con la Cina rischia di pesare in gran parte sul monte stipendi delle franchigie

La questione Cina-NBA, scaturita tutta da un tweet di Daryl Morey a favore delle proteste di Honk Kong, tiene banco ormai da diversi giorni. La frattura fra le parti sembra ormai non potersi più ricomporre, soprattutto dopo la netta presa di posizione a favore della libertà di espressione da parte del commissioner Adam Silver.

È per questo che almeno cinque franchigie NBA si stanno preparando ad uno scenario futuro privo degli introiti provenienti dalla Cina. Le conseguenze maggiori per le squadre si avrebbero sul salary cap: è per questo che le cinque franchigie in questione hanno iniziato a sondare il terreno per la situazione stipendi della prossima stagione, assoldando del personale per prepararsi all’eventualità.

Come riportato da Yahoo Sports, i mancati proventi cinesi porterebbero ad una riduzione del salary cap per squadra di una percentuale compresa tra il 10% e il 15%. In previsione, il monte stipendi dell’anno prossimo dovrebbe aggirarsi sui 116$ milioni per squadra: l’eventuale riduzione potrebbe privare le squadre di 12-15$ milioni.

Da sempre un mercato fondamentale per l’NBA, la Cina ha iniziato un’opera di boicottaggio su tutti i fronti. La questione si sta espandendo a macchia d’olio in diversi ambiti, tanto da essere diventata ormai di dominio internazionale non solo a livello puramente economico, ma anche politico e morale.

 

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