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Mondiali Basket 2019, Gianni Petrucci: “L’Italia deve puntare su Mannion”

Il presidente della Federazione ha tracciato il bilancio azzurro

La sanguinosa sconfitta contro la Spagna di venerdì scorso ha eliminato definitivamente l’Italia dai mondiali di basket. Gli azzurri, come spesso è capitato nell’ultima decade, non sono riusciti a gettare il cuore oltre l’ostacolo terminando anzitempo la loro avventura in un torneo internazionale. Nel frattempo, al di fuori della compagine italiana, è già tempo di primi bilanci per capire come muoversi nel recente futuro. Queste le parole di Gianni Petrucci, presidente della FIP, ai microfoni di Sky Sport:

“Il voto che dò a questa avventura mondiale azzurra è sufficiente: non posso andare più giù come valutazione perché l’obiettivo del preolimpico è stato raggiunto. Certo, avevamo sognato una bella vittoria con la Spagna che non è arrivata. Ho parlato dopo la partita con lo staff tecnico e poi anche con la squadra: ho sottolineato che lo sport è l’unica economia del Paese che ti mette a disposizione una rivincita subito dopo. Contro la Spagna abbiamo vinto i primi 10 minuti, perso i secondi. Al preolimpico potremo giocare il secondo tempo di questa sfida. Ho chiesto ai giocatori un sacrificio – tutti sappiamo che il torneo verrà giocato alla fine dei campionati e a ridosso del termine della stagione NBA – e di mettersi a disposizione per un’altra estate in maglia azzurra”.

Poi il tema della panchina azzurra, con coach Sacchetti che verrà confermato:

“Sarei un pagliaccio se a questo punto cambiassi idea. Ho grande fiducia nel coach. Lo sport è fatto di attimi, di momenti. È chiaro che ci sarà necessità di interrogarsi sulle ragioni alla base di sconfitte tutte uguali, tutte nel finale – anche in amichevole. Il dispiacere e la rabbia sono frutto del fatto che con la Spagna eravamo a un passo dal traguardo, ma sempre lì ci fermiamo”.

L’altro topic interessante riguarda invece una generazione azzurra composta da nomi NBA ma mai in grado di arrivare in fondo ad una competizione importante:

“Io ho sempre detto che questa nazionale è forte come nomi sulla carta. Certo, gli altri sono anche superiori – visto che hanno 5, 6, 7 giocatori in NBA. Noi dobbiamo fare i conti con una realtà che non dipende dalla Federazione che non crea. Tutti chiedono a noi, ma il nostro lavoro è massimo rispetto alle legge e alle possibilità messe a disposizione anche dall’Unione Europea. Se non vinciamo con la Nazionale maggiore però il movimento ne risente. Nelle giovanili siamo spesso campioni, sia al maschile che al femminile. Secondi e terzi in Europa, davanti a nazioni come Francia e Spagna. Ma se poi questi ragazzi non trovano spazio in Serie A, a cosa servono queste vittorie?

Su chi puntare in futuro? Petrucci ha già un paio di nomi caldi:

“C’è Mannion, che è già una realtà straordinaria. Ci sono altri giocatori che stiamo cercando, come ad esempio Di Vincenzo. Stiamo lavorando in questa direzione anche per il presente e il futuro dell’ItalBasket. In questo dobbiamo essere anche fortunati nel trovare dei giocatori nel campionato che riescano a mettersi in mostra”

Il futuro dell’Italbasket passa da qui.

 

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