Squadra: North Carolina ( Redshirt Senior)
Ruolo: Small Forward/Guard
2018-19 Stats Per Game:
Pts | TotRebs | DefRebs | OffRebs | Asts | Stls | Blks | FG% | 3pts FG% | FT% |
16.9 | 5.8 | 3.9 | 1.8 | 2.4 | 1.2 | 0.3 | 50.6 | 45.7 | 81.8 |
2018-19 Advanced:
Ast% | Reb% | OffReb% | DefReb% | TO% | Usg% | Blk% | eFG% | TS% |
13.8 | 10 | 6.5 | 13.3 | 10.3 | 21.8 | 1.1 | 62.1 | 64.8 |
Per lunghi tratti della stagione la North Carolina di Roy Williams è stata senza ombra di dubbio il miglior attacco della NCAA: 3° per punti segnati a partita (85.9), i Tar Hells hanno fatto divertire il pubblico giocando a ritmi molto alti (77.6 di PACE, 7° nella nazione, 1° tra i college di un certo livello), sfruttando molto il gioco in transizioni e le corsie laterali per allargare il gioco. Chi ha sicuramente tratto beneficio da questo stile di gioco è stato Cameron Johnson, ala senior alla sua seconda stagione con i Tar Heels.
Dopo 3 stagioni a Pittsburgh (red shirt il primo anno a causa di un infortunio dopo sole 8 partite) il nativo della Pennsylvania si è trasferito appunto nel North Carolina, fortemente voluto da Roy Williams per la sua capacità di aprire il campo e giocare su più ruoli, diventando subito una delle armi più pericolose della squadra. Dopo una prima stagione a 12.4 punti di media Johnson ha sensibilmente aumentato la propria produzione, mantenendo lo stesso identico minutaggio, migliorando quindi la propria efficienza ed efficacia in campo. Con 16.9 punti, 6 rimbalzi a partita con il 46% da tre punti l’ala di 206 com è stata sicuramente uno dei migliori giocatori della ACC.
Purtroppo per i Tar Heels due delle sue peggiori partite in maglia North Carolina sono coincise con le due sconfitte al Torneo NCAA, la prima l’anno scorso a sorpresa contro Texas A&M e la seconda quest’anno contro Auburn. Concluso il suo percorso collegiale, Johnson si presenterà al Draft come uno dei pochi senior con ambizioni a poter avere una chiamata verso la fine del primo giro.
Punti di forza
Inutile girarci troppo intorno, il vero punto di forza del giocatore è il tiro da tre punti. Nell’ultima stagione la sua percentuale è stata stratosferica se si considera il numero di tentativi (6 a partita) e le attenzioni che il giocatore riceveva essendo il miglior realizzatore della squadra. Il range di Cameron Johnson è assolutamente “limitless”, come lo sono le situazioni in cui è in grado di punire da oltre l’arco.
Può uscire dai blocchi e sistemare velocemente i piedi a canestro per un tiro da tre punti. Il prodotto della Our Lady of the Sacred Heart HS è uno spettacolo da vedere in campo, sempre in movimento anche sul lato debole rendendo difficilissimo il compito dei difensori avversari.
Molto spesso Roy Williams l’ha utilizzato da bloccante all’interno di un pick and pop, soluzione molto simile a quello giocato tra Stephen Curry e Kevin Durant. Con Coby White come palleggiatore le difese sono state spesso chiamate a fare delle scelte, scelte che il #13 in maglia azzurra ha punito con una certa efficacia.
In situazione di spot-up è praticamente automatico (51%), grazie anche ai suoi 206 cm che gli permettono di far partire il proprio tiro ad un’altezza proibitiva per i difensori avversari.
La distanza NBA non dovrebbe essere un problema
Una situazione offensiva in cui Cameron Johnson è sicuramente migliorato nell’ultima stagione è il gioco nel mid-range:
mentre il numero di tiri da tre punti è rimasto pressapoco invariato rispetto alla scorsa annata, il grosso salto di qualità (oltre alla % da tre punti) il giocatore lo ha fatto nelle situazioni in cui ha cominciato ad attaccare gli aiuti concludendo o al ferro o con un jumper dalla media (52% dal mid-rande).
Oltre alle sue capacità balistiche Johnson è anche un rimbalzista molto sottovalutato, sopratutto in attacco dove spesso può arrivare in corsa partendo da oltre il tiro da tre punti (quasi 2 rimbalzi offensivi a partita)
Lo sviluppo di Johnson come role player passa anche dalla metà campo difensiva in cui, nonostante un wingspan non eccezionale rispetto alla sua altezza (208 cm), riesce a lavorare molto bene in difesa individuale su più ruoli (utilizzato molto spesso anche come 4 tattico da Roy Williams) e sulle linee di passaggio sfruttando poi la propria dinamicità per correre in transizione.
Mani veloci sulla palla e subito a guidare il contropiede
Questa sua applicazione in difesa gli ha permesso di raddoppiare il numero di palle rubate rispetto alla scorsa stagione (2.1) e migliorare sensibilmente il dato del defensive rating passando da 106.7 a 98.2.
Intuisce molto bene le linee di passaggio degli avversari
Punti deboli
Se senza palla Cameron Johnson è un giocatore di altissimo livello, e forse il miglior tiratore presente a questo Draft, come creatore gioco il ragazzo ha fatto vedere diverse alcune.
Con la palla in mano è un attaccante assolutamente limitato, senza un ball handling efficace, senza una velocità di piedi e un cambio di passo che possa mettere in difficoltà i difensori, sopratutto se si parla dei difensori che potrebbe incontrare al piano di sopra in NBA.
Inoltre, nonostante la sua altezza, l’ala dei Tar Heels dovrà lavorare sul suo fisico e aumentare la massa del proprio corpo per saper fronteggiare la fisicità dei giocatori NBA, sopratutto perché tra i professionisti potrebbe avere anche dei buoni minuti come stretch four per allargare il campo.
Già in questa stagione (come si può vedere qua contro DeAndre Hunter, prototipo di fisico NBA) Johnson ha più volte fatto vedere di non riuscire ad essere sempre efficace al ferro (47% al ferro in situazione di 1vs1 dal palleggio) e nelle soluzioni individuali contro difese schierate. Un dato significativo sulle sue difficolta come shot creator dentro l’area è sicuramente il numero di tiri liberi tentati a partita in questa stagione, solamente 3. Lavorare sulla propria fisicità lo aiuterebbe inoltre nel costruirsi un minimo di gioco spalle a canestro per sfruttare i suoi 206 cm contro pari ruolo più bassi.
Nonostante come passatore sia piuttosto migliorato, sopratutto in situazione dinamica di transizione, Cameron Johnson non è sicuramente un giocatore di pick and roll e vista la specializzazione su cui si lavora in questo momento con i role player, dubito fortemente lo possa diventare nell’arco della sua carriera.
Ultimo punto a sua sfavore è l’età, infatti, essendo un redshirt, Johnson è del 1996 e sappiamo come questo posa contare a livello di Draft. Inoltre anche a livello di sviluppo del potenziale, sia tecnico che fisico lavorare su un ragazzo di 19 anni anziché su uno di 23 può fare tutta la differenza del mondo.
Upside
Sicuramente il giocatore di Roy Williams difficilmente diventerà un stella o il leader di qualche franchigia NBA, ma con la mentalità giusta e una buona dose di lavoro per adattarsi alla fisicità dei professionisti Cameron Johnson potrebbe costruirsi una buna carriera da role player diventando una specialista 3&D sfruttando le proprie caratteristiche.
La speranza per lui e per i suoi estimatori è che possa finire in una squadra funzionale che lo sfrutti per le sue qualità all’interno del proprio sistema e non in una squadra che lo metta in campo ad intermittenza facendogli fare un po’ di tutto senza sviluppare le proprie caratteristiche migliori, cosa successa per esempio ad un altro giocatore ex North Carolina e cioè Justin Jackson, costretto in quel di Sacramento l’anno scorso a snaturalizzarsi.
Draft prjection
In questo momento i vari Mock Draft danno Johnson verso l’inizio del secondo giro, dove i Philadelphia 76ers hanno la #33 e la #34 e potrebbero non disprezzare avere un tiratore di questo livello, mantenendo la possibilità di non rinunciare ad un quintetto con molti centimetri. Secondo alcuni però il redshirt senior potrebbe fare un balzo in avanti ed essere scelto al primo giro da squadre a cui serve davvero un giocatore in grado di essere efficace da oltre l’arco per aprire il campo alle proprie stelle.
Alla #21 (ci potrebbero ancora essere giocatori con maggiore potenziale) ci sono gli Oklahoma City Thunder, che per tutta la stagione sono stati alla ricerca di un giocatore nel loro roster che potesse essere pericoloso dagli angoli con Westbrook e George in campo; alla #25 i Portland Trail Blazers che potrebbero perdere il due Curry/Hood dalla panchina e necessiteranno di pericolosità perimetrale, cosa che Mo Harkless non è stato in grado di dare; ultima scelta del primo giro invece è quella dei Milwaukee Bucks, dove Cameron Johnson potrebbe essere un’ottima pedina dalla panchina per giocare insieme a Giannis Antetokuonmpo.