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Risultati NBA: CP3 batte i Lakers al doppio overtime, troppo Kyrie Irving per i Nets

Lou Williams scrive 40: Charlotte affonda, i Clippers si rilanciano. Bene Washington e Philadelphia, che devono sudare contro Chicago e Phoenix. Vittorie dominanti per Minnesota e Memphis.

(11-24) Los Angeles Lakers 142-148 Houston Rockets (26-9) [2OT]

Sotto di 17, Chris Paul

“ha mantenuto quel mindset da Io stasera non perdo. Farò qualsiasi cosa per vincere. É ciò che ha detto, è ciò che ha fatto”

rivela coach D’Antoni. Sono serviti due overtime ai Rockets per scrivere 6 sulla strisce di sconfitte consecutive dei Lakers, che hanno gettato alle ortiche una ghiotta possibilità con James Harden fuori per infortunio sul finire del quarto quarto. Un problemino al flessore della coscia sinistra ha suggerito ai Rockets di levarlo dal campo dopo 40 punti (17 dalla lunetta, 20 tiri dal campo) e 11 assist. Nessun problema, c’è Chris Paul.

Il prodotto di Wake Forest domina senza Il Barba: 28 punti, 10 assist, 6 rimbalzi e due sole palle perse in 42 minuti di gioco. Un ottimo Trevor Ariza segna 26 punti (season-high) con 15 tiri, mentre combinano per 24 punti Eric Gordon e Gerald Green dalla panchina, tirando tutto ciò che passa loro per le mani. 8 e 9 rimbalzi per Tarik Black. Per Harden non ci si aspetta nulla di grave e i Rockets sono finalmente riusciti a porre fine ad una striscia di 5 sconfitte consecutive.

Manda la partita al primo supplementare una tripla di Gerald Green a 17 secondi dal termine, con Kuzma che non riesce a replicare sul più bello. I primi cinque minuti addizionali si aprono con una bomba di Josh Hart, partito in quintetto vista l’assenza di Lonzo Ball. Nell’ultimo minuti, 4 punti – 2 segnati, 2 assistiti – firmati Chris Paul devono essere tamponati da due liberi di Ingram per mandarla al 2OT, dove i Lakers erano a +4 prima di una schiacciata di Black e di una bomba di Ariza.

20 o più punti sono stati segnati da quattro giocatori di Los Angeles, ma ha influito, come afferma coach Walton nel post-partita, l’assenza di Caldwell-Pope (motivi personali). 29 punti con 15 tiri e 19 rimbalzi per un ottimo Julius Randle. 26 con 13 tiri (tirando male i liberi!) per Josh Hart, mentre Tyler Ennis (partito in quintetto) ha postato una doppia-doppia da 20 punti e 11 assist. Kyle Kuzma tira 7 su 20 dal campo, 5 su 10 dall’arco per 23 punti e 5 rimbalzi. Brandon Ingram è perfetto a cronometro fermo (6 su 6) ma non tenta neanche una bomba: 12 punti finali con 6 rimbalzi, 4 assist e altrettante palle perse. Dilaniato dagli infortuni, coach Walton deve dare minuti importanti a Corey Brewer o Andrew Bogut: i Lakers sono una delle due squadre NBA che non ha ancora vinto 12 partite.

(13-23) Charlotte Hornets 98-106 Los Angeles Clippers (16-19)

I Clippers vincono la quinta delle ultime sei e si rifanno sotto per un posto ai Playoffs. Nonostante le assenze di Beverley, Gallinari e Rivers, LA tiene a bada Charlotte in una partita di parziali grazie alle prestazioni di Blake Griffin e Lou Williams.

Dalla panchina l’ex Rockets scrive 40 con 21 tiri e 8 assist, mentre il nativo dell’Oklahoma, alla seconda partita dopo averne saltate 14 per infortunio, posta 25 punti, 7 rimbalzi e 6 assist. DeAndre Jordan ha la meglio su Dwight Howard: 8 punti, 16 rimbalzi e +23 di Plus/Minus per il centro dei Clippers, che ha tirato un sorprendente 6 su 6 dalla lunetta. Nessun altro membro di LA segna manco 9 punti, ma con Griffin i Clippers hanno tutto un altro sapore.

Charlotte, invece, continua ad essere una delle delusioni di questa stagione. Nonostante il ritorno di Batum, nonostante l’aggiunta estiva di Dwight Howard, la squadra non ingrana e con un record in trasferta di 3-13 i bassifondi della Eastern Conference sono un àncora. Marvin Williams 0 su 6, Dwight 1 su 9, Batum 4 su 14: a Charlotte stanno deludendo tutti. Oltre ai 22 combinati dalla panchina per Lamb ed O’Bryant, si salvano solo Kaminsky (16 e 8 rimbalzi) e il solito Kemba Walker. Trentello per il prodotto di U-Conn, con 21 tiri dal campo, 2 assist, 1 rimbalzo e una sola palla persa. É la terza partita consecutiva che Malik Monk non vede il campo.

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