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Road to Draft 2017: Lauri Markkanen

Road to Draft vi presenta Lauri Markkanen, talento finlandese forgiato quest’anno dalle sapienti mani di Coach Miller ad Arizona.

Lauri Markkanen ( 2.13 m. x 115 kg. ) nasce il 22 maggio 1997 a Vantaa ( Finlandia ) da una nota coppia di ex cestisti finlandesi: il padre Pekka oltre a militare nella nazionale scandinava, al pari della moglie, varcò anche i confini oltreoceano per il periodo universitario, che trascorse a Kansas con la canotta dei Jayhawks; è bene sottolineare come anche il fratello maggiore di Lauri, Eero, sia uno sportivo di livello, tanto da far parte della nazionale di calcio finlandese.

Il ragazzo cresce a Jyvaskyla, giocando per i primi anni nella locale squadra dell’ HoNsU ( team che vide tra le proprie fila anche il padre in passato ) per poi trasferirsi all’HBA-Marsky, prima di spiccare il volo per il basket di Division I Ncaa ed arrivare alla corte di Coach Miller ad Arizona: l’arrivo del finlandese tra i Wildcats viene salutato dagli addetti ai lavori con vivo entusiasmo, non mancando, in molti, di accostare il gioco del ragazzo nord europeo a quello del già professionista Porzingis; il primo ed unico anno del Freshman di Arizona è stato a dir poco strabiliante considerando che le prestazioni in campo, cristallizzate in una media di 15.6 punti e 7.2 rimbalzi, gli sono valse numerosi riconoscimenti, quali l’inserimento nel terzo miglior quintetto della stagione NCAA, oltre a quello nel miglior quintetto della Pac-12, Conference d’appartenenza. A conclusione di una stagione così convincente è stato abbastanza fisiologico che il finlandese decidesse di dichiararsi subito disponibile per il Draft 2017.

 

draft

credits: www.MTV.fi

 

Analizzando il gioco dell’ormai ex Wildcats emerge fortemente la sua caratteristica più lampante: uno skillset offensivo impressionante in un ragazzo di 20 anni, dotato di un tiro già solido per l’NBA; è probabile che Markkanen sia il miglior tiratore di questa nidiata al Draft, se è vero che ha concluso la stagione con il 42% da oltre l’arco mostrando una meccanica sulla quale è difficile far obiezioni.

Il tiro resta comunque solo la ciliegina sulla torta di un’ala di 213 centimetri che in attacco mostra davvero il meglio di sé: la pericolosità da fuori area rende Markkanen un giocatore difficilmente marcabile, visto che in questa prima annata in Ncaa si è dimostrato pericoloso in ogni zona del campo ( anche sotto canestro visti centimetri ed abbondanza di movimenti ) ed in ogni tipo di situazione dinamica come arresto e tiro, partenza in palleggio, uscite dai blocchi e allontanamento; le possibilità offensive sono notevoli e, seppur non essendo un atleta elitario, compensa qualche deficit con la velocità dei piedi in orizzontale e con una statura che ha davvero pochi eguali nel ruolo di ala anche in NBA.

 

 

Le debolezze del prodotto finlandese emergono chiaramente nella metà campo difensiva: un talento simile in attacco, qualora fosse stato anche solo vagamente proporzionale in difesa, sarebbe entrato di diritto tra i migliori in NBA già oggi; quanto buono detto di lui per lo skillset offensivo viene ampiamente ribaltato analizzando l’altra, fondamentale, componente del gioco.

Il fisico esile sembra essere un handicap non da poco in una lega così fisica e, diversamente da Porzingis per esempio, Markkanen non sembra avere una grande tempistica per poter sfruttare i propri centimetri in qualità di rim protector: il finlandese ha buoni piedi, che muove sapientemente in attacco, ma altrettanto non si può dire in difesa quando, costretto su avversari spesso più bassi, ma più rapidi, tende a perdere l’uomo con facilità; una pecca, inoltre, sembra mostrarla anche palla in mano se è vero che non ha mai impressionato gli scout per visione di gioco, registrando nell’anno in Arizona meno di un assist a partita.

 

 

Questo Giano Bifronte sarà una delle scommesse più attese del prossimo Draft 2017: difficile fare una previsione ma, considerando che le prime 5 scelte sembrano essere abbastanza definite, è possibile che il finlandese si attesti poco dopo nell’ordine di selezione; sarebbe interessante vederlo chiamato alla numero 7 dai Minnesota Timberwolves perché, oltre a sposarsi bene offensivamente con le caratteristiche di Towns, in una squadra capace poi di spaziare ottimamente il campo, potrebbe fare un deciso upgrade in difesa con l’aiuto di Coach Thibodeau. Altre possibili destinazioni sarebbero alla #8, qualora New York decidesse davvero di cedere Porzingis, oppure alla #11 dove Charlotte, che ha da poco completato l’acquisizione di Dwight Howard, sembra necessitare di un altro giocatore in grado di allargare l’area.

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