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Road to Draft 2017: Jarrett Allen

La rubrica Road to Draft 2017 prosegue con Jarrett Allen, talentuoso centro da Texas, la cui chiamata è prevista a metà primo giro

Jarrett Allen (2.11 m. x 107 kg) nasce il 21 aprile 1998 a Round Rock, nell’area metropolitana di Austin (Texas).

Si forma cestisticamente nella St. Stephen’s Episcopal School, con sede ad Austin (Texas), dopo una stagione da freshman vissuta nella Round Rock High School (presso la città natia Round Rock).
Nel corso della sua prima stagione alla St. Stephen’s comincia a far inarcare più di qualche sopracciglio. Le statistiche di quella sua stagione da sophomore parlano di 13.4 punti, 9.5 rimbalzi e 4.8 stoppate a partita.
Il ragazzino da Austin stava cominciando a farsi un nome anche fuori dal Texas: nel 2016, infatti, arriva la chiamata della selezione Under 18 di Team USA, con cui vince una medaglia d’oro nel FIBA U18 America’s Championship del 2016. Nello stesso anno, viene convocato per il Mc Donalds All-American, palcoscenico importantissimo per i giovani talenti dell’high-school vogliosi di rafforzare il proprio nome tra gli scout NCAA. In quella partita Allen non deluse le aspettative, segnando 9 punti, raccogliendo 6 rimbalzi e stoppando 5 volte, in soli 19 minuti sul campo.

Credits to: www.cdn.fansided.com via Google

Giunto il momento di dover fare la propria scelta collegiale, Allen decise di rimanere fedele alla propria terra, iscrivendosi alla Texas University (la cui sede è ad Austin).

Il suo primo ed unico anno universitario non è stato particolarmente soddisfacente dal punto di vista dei risultati, con i suoi Longhorns eliminati a sorpresa nel primo turno del West Regional dalla meno quotata Northern Iowa.
Statisticamente invece, la sua stagione da freshman è stata più che positiva, con le cifre di 13.4 punti, 8.4 rimbalzi e 1.5 stoppate a partita, con il 56% dal campo.
A fine stagione, come tutti si aspettavano, è arrivato l’annuncio della firma con il proprio agente e l’addio al College Basket.

I punti di forza di Jarrett Allen risiedono probabilmente nel suo corpo. Già di per sé può disporre di una altezza più che buona per il ruolo ricoperto in campo, ma ciò che fa spavento è l’incredibile apertura alare di 227 cm.
La sua wingspan, unita ad una ferocia di “Garnettiana” memoria (non a caso, Allen ha sempre indicato Kevin Garnett come suo giocatore di riferimento), lo rende un rimbalzista eccezionale, sia difensivo che offensivo (su 8.4 rimbalzi di media, 2.9 a partita sono stati rimbalzi offensivi). Anche solo questa sua durezza mentale, lo rende sicuramente un giocatore appetibile per qualsiasi franchigia NBA a caccia di energia nel pitturato.
Offensivamente, ha dimostrato di avere delle mani dolcissime, sia in situazioni di catch and shoot dalla media distanza (il tiro dal gomito o dal mezzo angolo sono il suo marchio di fabbrica), sia in situazioni di gioco spalle a canestro, dove ha dimostrato di poter segnare agevolmente anche con un semigancio mancino (particolare da non sottovalutare, essendo lui un destrorso).
In difesa, può sicuramente migliorare come stoppatore, aiutato dalla base fornitagli da Madre Natura. Il particolare in cui eccelle al momento è la rapidità di piedi, grazie a cui può difendere in maniera efficace in situazioni di pick and roll, andando a contenere il palleggiatore avversario.

Per quanto riguarda invece i suoi punti deboli, andrebbe menzionata per prima una certa carenza in termini di forza fisica. Nella pallacanestro NBA, un difetto come questo potrebbe rivelarsi fatale. Nel corso della sua stagione collegiale, Allen ha dimostrato di poter soffrire avversari più muscolari di lui, facendosi spesso tagliare fuori a rimbalzo. Questo difetto può, tuttavia, essere agevolmente corretto con un lavoro costante con i preparatori atletici della sua futura franchigia NBA.
Come secondo difetto, menzionerei una agilità non propriamente d’élite, che lo ha portato ad eseguire sì dei movimenti efficaci e variegati in post-up, ma con una scarsa rapidità e fluidità. I difensori super che si troverà a fronteggiare al piano di sopra, potrebbero adattarsi più facilmente alle sue movenze e farlo soffrire da un punto di vista atletico.
In conclusione, va detto che, a dispetto del suo ottimo QI cestistico, Allen non si è mai mostrato troppo sicuro di sé nel passare il pallone in situazioni di raddoppio. Il potenziale da buon passatore a livello NBA c’è tutto, bisogna lavorare, però, sulla consapevolezza nei propri mezzi.

Nel momento in cui scrivo, la scelta di Allen è prevista tra la 12 e 16.

A mio modo di vedere, una franchigia come Detroit, dato lo scontento creatosi attorno alla mancata crescita di Andre Drummond nell’ultima stagione, potrebbe decidere di spendere la propria dodicesima chiamata per questo acerbo, ma talentuoso, lungo texano. L’incognita che potrebbe fargli perdere posizioni il giorno del Draft è la concorrenza di altri due giovani centri come Justin Patton di Creighton e Bam Adebayo di Kentucky, la cui chiamata è prevista verso la metà del primo giro (come nel caso di Allen).

 

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