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Golden State Warriors

Coach Kerr: “Solo io posso tenere Klay Thompson sotto gli 80 punti”.

L’allenatore dei Warriors, che ha tenuto in panchina per tutta la quarta frazione della partita contro gli Indiana Pacers un Klay Thompson con già 60 punti all’attivo, si prende le proprie responsabilità in modo scherzoso (e con annesso accostamento a Dean Smith e Michael Jordan)

Klay Thompson, nella serata del career high da 60 punti arrivato due giorni fa contro gli Indiana Pacers, è stato inarrestabile, con un 21-33 (8-14 da tre) messo a referto in soli 29 minuti. Per fermarlo non sono bastati Paul George, Monta Ellis e CJ Miles, ma è servito l’intervento nientepopodimeno che di Steve Kerr, coach dei Golden State Warriors e di Thompson, che ha pensato bene di lasciare in panchina la propria guardia per tutta la quarta frazione per preservarne le energie (per la delusione dei fan dei Warriors e di chi ipotizzava un assalto agli 81 di Kobe Bryant). La partita, va detto, è stata comunque stravinta da Golden State per 142 a 106.

https://www.youtube.com/watch?v=Y-mvFyS2hag

COME MJ

Kerr ha parlato della questione-Thompson con il San Jose Mercury News:

Dicevano che coach Dean Smith fosse l’unico a poter tenere Michael Jordan sotto i venti punti quando MJ giocava a North Carolina. Beh, io sono l’unico che può tenere Klay Thompson sotto gli 80 punti. 

Thompson, nel pieno di una trance cestistica assolutamente jordaniano-kobesca, avrebbe preferito rimanere in campo e giocarsi la propria chance di diventare l’autore della seconda prestazione offensiva di sempre (coi 100 di Wilt Chamberlain che paiono sempre irraggiungibili). Gli sarebbero serviti 22 punti a referto nel quarto conclusivo, una cifra assolutamente nelle sue corde, considerando i 20 di media segnati nelle tre frazioni precedenti. I 60 punti in 29 minuti, in ogni caso, sono comunque un record: nessun giocatore, dall’introduzione del cronometro dei 24 secondi, aveva mai segnato più punti in meno di 30 minuti di gioco.

I Warriors continuano ad asfaltare (quasi) qualsiasi cosa abbia il coraggio di mettersi tra il loro cammino e il ritorno alle Finals, ogni volta con protagonisti diversi (Thompson, in teoria, sarebbe la terza opzione offensiva della squadra, dietro a Kevin Durant e Steph Curry). Finals a cui vogliono tornare più pronti sia mentalmente che fisicamente, dopo il calo improvviso subìto contro i Cavs nella scorsa edizione e le tre partite in fila perse contro LeBron e compagni. Coach Kerr è disposto a tutto, pur di rivincere, anche mettere la museruola a uno dei suoi sul punto di riscrivere la storia NBA.

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