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Cleveland Cavaliers

Phil Jackson: “Ho sbagliato a parlare di LeBron”.

Continua il dibattito infinito tra il presidente dei Knicks e la superstar dei Cavs, in vista della partita di stanotte tra New York e Cleveland

La diatriba tra Phil Jackson e LeBron James va ormai avanti da qualche settimana. Tutto è nato quando il presidente dei New York Knicks si è scagliato verbalmente contro il Prescelto, definendolo un privilegiato e utilizzando il termine “posse” (non troppo lontano da “gang” per significato) per designare Maverick Carter e Rich Paul (manager e agente di LeBron) e l’insieme di persone che gravitano intorno alla superstar dei Cleveland Cavaliers. James ha risposto dichiarandosi deluso dal comportamento di Jackson e al contempo invitandolo a usare toni più pacati, considerando la questione razziale ancora aperta negli USA (uno dei veri leitmotiv dell’esposizione mediatica di LeBron dell’ultimo periodo) e il termine non esattamente ecumenico utilizzato dal fu Coach Zen.

Nelle ultime ore è arrivata la controrisposta di Jackson, che ha provato a gettare acqua sul fuoco, anche a seguito del fuoco incrociato di dichiarazioni arrivate negli ultimi giorni da altri personaggi facenti parte del mondo NBA (Carmelo Anthony, Tyronn Lue e Tristan Thompson, Charley Rosen).

PACE?

Ecco le parole di Jackson, rilasciate a CBS Sports:

Sono andato contro alle direttive NBA, lo ammetto. Noi dirigenti non dovremmo parlare dei giocatori di altre squadre. Comunque non penso di essere stato offensivo, non penso che qualcuno abbia motivo di risentirsi per quello che ho detto. La parola posse per qualcuno può avere una connotazione negativa, ma il mio intento non era quello di offendere. Mi dispiace più di aver parlato di un giocatore di un’altra squadra e di aver violato le direttive NBA che di aver usato la parola posse. Per quel che mi riguarda la cosa è finita, se qualche membro dell’entourage di LeBron si è offeso mi spiace. Andiamo avanti.

Stanotte i Cavs di LeBron fanno visita ai Knicks di Jackson in una sfida di vertice della Eastern Conference (14-5 il record di Cleveland, 12-9 quello di New York). James ha già detto di non voler rivolgere la parola al presidente dei Knicks; Carmelo Anthony si è addirittura schierato contro al massimo dirigente della propria franchigia, preferendo supportare invece l’amico LeBron. L’atmosfera in campo sarà sicuramente elettrica: quella di stanotte non è una partita di basket normale.

 

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