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Mark Cuban si pente: “Il mio più grave errore è stato lasciar partire Steve Nash”

A dodici anni dalla scelta di non trattenere Steve Nash a Dallas, il Presidentissimo dei Mavs confessa che fu quella la scelta peggiore della sua carriera.

Nello sport, come nella vita, il percorso che un atleta, un presidente o un’intera franchigia è costellato di mille “se”: cosa sarebbe successo se Jordan fosse stato draftato prima (situazione che abbiamo provato ad immaginare qui), o cosa sarebbe successo se una squadra avesse trattenuto un giocatore invece che un altro e così via.
Nello specifico vi riportiamo una decisione che ancora adesso turba il sonno di Mark Cuban, presidente dei Dallas Mavericks, ovvero: cosa sarebbe successo se i Mavs avessero rifirmato il loro playmaker alla fine della stagione 2003 – 2004, quel canadese di nome Steve Nash? 

In una recente intervista infatti, come riporta The Score via Dwain Price del Telegraph, Cuban ha ripercorso le tappe che lo portarono a decidere di non tenere Nash a Dallas. I Mavericks arrivarono ad offrire circa 9 milioni di dollari all’anno per quattro stagioni, con un quinto anno di contratto parzialmente garantito: tuttavia l’offerta da parte dei Phoenix Suns fece pendere il destino di Nash verso l’Arizona, con 6 anni di contratto a 63 milioni di dollari complessivi. 
Mark Cuban, preoccupato per l’età avanzata di Nash (il quale aveva da poco compiuto 30 anni) e per la sua tenuta fisica non ottimale decise di non pareggiare l’offerta e far partire il canadese alla corte di Mike D’Antoni: il resto è semplicemente storia, con Nash che vincerà due titoli di MVP della regular season.

Cosa ne pensa Cuban della sua scelta ad oggi? Ecco le sue parole riportate da The Score:

“Di sicuro non siamo stati in grado di veder Nash come un futuro due volte MVP. E il più grande errore che abbia fatto nella mia carriera è stato non rifirmarlo. Credevamo che fosse troppo propenso agli infortuni e che si sarebbe potuto fare male seriamente, cosa che non è praticamente mai successa. Una scelta pessima, un errore da segnare sulla lavagna!”

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