L’NBA è arrivata a Milano con un bastimento carico di ospiti. Prima della partita di esibizione tra Boston e Milano, abbiamo intervistato Brian Shaw e alcuni giocatori.
Ecco il primo caso di poteziale intervistato che diventa intervistatore. Brian Scalabrine si è ritirato da qualche stagione, non ricopre alcun ruolo operativo per nessuna squadra NBA, commenta i Celtics nelle gare casalinghe ed è di fronte a noi, nella storica palestrina dell’Olimpia al Lido di Milano, con un grande interrogativo.
“E’ migliorato molto. Nel corso degli ultimi Europei ha attaccato il ferro come nessuno tra gli azzurri, in 1on1.”:Azzardo, timidamente.
“E’ cooosì forte, se riesce a diventare più continuo nel tiro da 3 potrà giocare in NBA. Ricordo di aver fatto una stagione assieme a lui, nel 2011, quando ero a Treviso. Aveva 19 anni, la parte superiore del corpo nettamente sviluppata e tra i suoi coetanei si sentiva già stretto. Poteva contare su un buon tiro in step back, ma ciò che gli mancava era un gioco perimetrale più controllato.Ma….(qui si interrompe) dovrebbe andare a Houston?”
“Lo speriamo, forse il passaggio è previsto per la prossima stagione”: Confermiamo in coro
“Ah l’anno prossimo? Va bene, ma il suo tiro deve essere più consistente. Quando sei nella NBA devi mettere in conto di avere meno tocchi. Se sarà un tiratore solido, porterà l’uomo ad uscire fuori dall’area e potrà attaccare il ferro quanto vuole. Fisicamente è pronto. Sono curioso di vederlo giocare il prossimo anno. Gallinari invece è il più forte tra gli italiani, anche Beli mi piace molto. Bargnani? Non sono così sicuro, anche se è un lungo che può tirare molto bene, non ce ne sono molti in giro.”
Il White Mamba si fa una domanda e si da una risposta, senza che un Marzullo di turno lo chieda direttamente. Il bello è che sta per cominciare il secondo allenamento dei Celtics, in vista dell’amichevole di domani tra Boston e Milano che si terrà al Forum di Assago con palla a due fissata per le 20.30 e in quei pochi minuti concessi ai media per le interviste, Brian ci risparmia metà del lavoro.
L’altra metà è stato svolto in questo weekend nel triangolo geografico tra Lido, Arco della Pace e Forum di Assago. Ai microfoni di NbaReligion hanno risposto ad alcune domande( stavolta formulate da noi): l’ospite d’onore della NBA Fan Zone, Brian Shaw e i due Celtics Turner e Olynyk.
Intervista a Brian Shaw
“Hai giocato accanto alle due versioni di Shaq, la più giovane e la più dominante. Qual è la tua preferita? Come è stata la sua evoluzione da Orlando a Los Angeles?”
“Era un grandissimo giocatore anche da giovane. Per me è stato fantastico vedere un ragazzo con quella stazza capace di fare tutto quelle cose. Ovviamente è maturato da quando è andato ai Lakers, è stato bravo a mettere tutta l’esperienza acquisita e tradurla in successo, vincendo i titoli con i Lakers. E’ stato bello poter crescere con lui, vederlo progredire . Adesso accendi la TV e lui è su TNT o fa le sue pubblicità. Mi è piaciuto vedere la transizione che ha fatto fuori dal parquet, nella vita dopo il basket, ha fatto tutto alla grande.”
Hai vinto l’anello da due posizioni diverse, nella stessa squadra: qual è la differenza tra vincerlo da giocatore e vincerlo da assistente allenatore?
“La parte del giocatore è più soddisfacente perché scendi in campo e agisci direttamente sul gioco, come allenatore ti dispiace molto perché vuoi essere sicuro che la tua squadra sia preparata e pensi continuamente ad un modo per prepararli al meglio a questo momento. E quando le cose non vanno bene non hai nessun controllo. Non puoi segnare, non puoi aiutare a segnare, puoi stare in panchina e guidare i tuoi giocatori in campo. Decisamente più piacevole viverlo da giocatore, ma più stimolante da allenatore.”
Intervista a Evan Turner
Ti abbiamo visto a Phila, ti abbiamo visto ad Indiana, ora a Boston. Questo sembra il posto migliore per il tuo gioco, finora. Qual è la principale ragione?
“Penso di essere migliorato molto nell’ultima annata. Quando vedi un contesto più vincente, le cose cominciano a migliorare di conseguenza. Posso svilupparmi ancora come giocatore, ho avuto la grande opportunità di giocare qui, vedremo come va quest’anno.”
Intervista a Kelly Olynyk
Com’è giocare al fianco di Wiggins, quando lo affronti per tutto l’anno da avversario? Quali sono gli attuali obiettivi del Canada?
“Andrew è un grandissimo compagno, è super talentuoso e atletico, il cielo è il suo unico limite. Non può che migliorare nelle prossime stagioni. Con il Canada abbiamo raggiunto il preolimpico e lo scopo odierno sarebbe qualificarsi ai giochi, abbiamo perso a Mexico City, ma abbiamo tutte le carte in regola per strappare quel primo posto del girone al preolimpico.”