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Boston Celtics

Boston Celtics Season Preview: i playoffs non sono più una chimera?

Celtics logo

L’era dei Big Three, di Doc Rivers, è finita. Questo a Boston lo hanno capito perfettamente l’anno scorso, quando la stagione si è conclusa a metà Aprile, alla 12esima posizione. Record di 25 vittorie e 57 sconfitte. Troppo poco, anche in una povera Eastern Conference, per arrivare ai playoffs. E, stranamente, tutti si sono detti soddisfatti per aver raggiunto l’obbiettivo. La dirigenza dei C’s ha infatti deciso, da quando Pierce, Garnett e Rivers hanno definitivamente abbandonato il TD Garden, di rifondare la squadra, ponendo al centro del progetto Rajon Rondo e mettendogli accanto diversi giovani ragazzi che, col tempo, si spera, possano portare altri titoli in quel del Massachusetts. Alla guida un giovanissimo Brad Stevens, molto competente per il campionato NCAA e che, comunque, si è dimostrato più che preparato per la NBA.
Adesso, un anno dopo, l’idea dei Celtics non è cambiata tantissimo. Di certo non sono i favoriti per la vittoria dell’anello, né tanto meno possono considerarsi una contender. Tuttavia, rispetto al dodicesimo piazzamento, è lecito aspettarsi un miglioramento. Rondo non dovrebbe avere più “rogne” legate al ginocchio operato, i giovani hanno un anno in più d’esperienza, così come lo stesso Stevens, ed inoltre il roster è stato puntellato con qualche buon innesto. Insomma, la postseason sembra più abbordabile di quanto non lo sia stata la passata stagione.

TD GARDEN

MERCATO

Come detto, il roster dei Celtics si è modificato leggermente rispetto all’anno scorso. Dal Draft è arrivato un buon giocatore come Marcus Smart, play a Oklahoma State, ed è stato firmato Evan Turner. L’ex giocatore dei Pacers è approdato alla corte di Stevens per risultare fondamentale in uscita dalla panchina, sicuramente scarna di talento. Turner potrebbe così trovare una collocazione definitiva dopo il breve, e fallimentare, passaggio alla squadra di Bird, che non lo ha ritenuto utile alla causa di Indianapolis. Inoltre, la dirigenza di Boston ha continuato a guardare al futuro, ottenendo due scelte future da Cleveland tramite una Minor Trade, che ha spedito Keith Bogans in Ohio.

ARRIVI: Marcus Smart, James Young, Tyler Zeller, Marcus Thornton, Christian Watford, Evan Turner, Rodney McGruder, Tim Frazier, Erik Murphy

PARTENZE: Christapher Johnson, Chris Babb, Malcolm Thomas, John Lucas, Kris Humphries, Jerryd Bayless.

25-57.STARTING FIVE 2014/2015

 

 

 

PANCHINA

PAYROLL

 

IL COACH

L’allenatore, come già detto, è Brad Stevens. L’anno scorso, arrivato con pareri contrastanti, si è ben messo in luce, soprattutto nella primissima parte di stagione, durante la quale i suoi ragazzi hanno mostrato un bel gioco. A lungo andare, però, ne sono ovviamente usciti i limiti, tutti però preventivati. L’impressione, comunque, è che Stevens sappia bene come lavorare con i giovani giocatori, malgrado l’età. Inoltre, non è apparso in difficoltà nel passaggio dall’NCAA all’NBA, giudicato, da sempre, una delle cose più complicate. Quest’anno, per ovvio di cose, ci si aspetta qualcosina in più. Ha avuto modo di lavorare più o meno con gli stessi giocatori dell’anno scorso, potendo così dare continuità al proprio lavoro. Inoltre, malgrado la frattura alla mano, potrà contare maggiormente su Rondo e questo, ovviamente, gli semplificherà le cose.

GIOCATORE CHIAVE IN ATTACCO

Inutile girarci intorno: la chiave, in attacco, dovrà essere il buon Rajon. Troppa più esperienza rispetto a tutti, troppo anche più “forte”. Il numero 9 dovrà quindi prendersi tante responsabilità: avrà il doppio ruolo di finalizzatore, quando i compagni non girano, e di passatore. Sì, perché dovrà anche cercare di mettere in ritmo la squadra, provando a dare così fiducia ai suoi giovani compagni. Insomma, non proprio un compito semplice, se ci si aggiunge anche che si perderà il primo mese abbondante di regular season.

GIOCATORE CHIAVE IN DIFESA

In difesa, verrebbe da dire lo stesso Rondo. Il 9 è un difensore molto fastidioso, tra i primi nella Lega per palle rubate. Inoltre, è uno che sa bene come stare appiccicato al proprio uomo e lo ha dimostrato più che egregiamente negli anni scorsi. Tuttavia, considerate le tante energie che dovrà spendere dall’altro lato del campo, è plausibile che una buona chiave possa ancora essere Avery Bradley. Negli anni scorsi si è ben messo in mostra come un buonissimo difensore perimetrale, malgrado la giovine età. Con un anno in più di esperienza, è verosimile pensare che il ragazzo proveniente da Texas University possa dare ancora di più nella metà campo difensiva.

GIOCATORE RIVELAZIONE

La vera rivelazione potrebbe arrivare quest’anno. L’anno da rookie è andato piuttosto bene, ha messo in mostra buone qualità tanto da meritarsi la chiamata per il rising challenge. Ora però, tocca migliorarsi. Ovviamente si parla di Kelly Olynyk. Il 23enne draftato nel 2013 sarà il centro titolare, a meno di stravolgimenti da parte di Stevens, e potrà così far vedere di cosa è realmente capace. Lo sperano ovviamente i Celtics, che puntano molto sull’ex centro di Gonzaga e che sperano si possa creare un asse vincente con Rondo.

MIGLIOR COMPRIMARIO

Dopo aver portato avanti la baracca per tutto l’anno scors, Jeff Green è adesso chiamato a fare il comprimario. Rondo c’è, o ci sarà a breve, e al capitano di questi C’s servirà una grossissima mano in attacco. A dargliela, ci sarà il numero 8. Green ha mostrato ottime qualità in attacco, ma una discontinuità che non gli ha permesso di essere ancora considerato un ottimo giocatore. Ecco perché però Boston lo vuole, per potergli dare l’opportunità di fare il grande salto. E perché spera, ovviamente, che questo avvenga. È probabile che già da quest’anno ciò possa accadere. Il buon Jeff avrà meno responsabilità e quindi potrebbe risultare più efficacie nel corso della stagione. Inoltre, con le sue stesse dichiarazioni (trovate qui le dichiarazioni) ha lanciato un messaggio forte alla squadra, dichiarandosi più che pronto per una grandissima stagione.

MIGLIOR INNESTO

L’innesto migliore, nonostante una buonissima scelta al Draft quale è Smart, è chiaramente Evan Turner. L’ex giocatore di Phila e Pacers ha un talento cristallino che, tuttavia, non riesce sempre a mettere a disposizione dei compagni. Il ragazzo ha infatti dei forti problemi a cedere il pallone e, anche in questo caso, non è uno che ha fatto della continuità la propria arma vincente. Tuttavia, Stevens vorrebbe provare a tenerlo in panchina, per poi sguinzagliarlo al momento giusto. In un quintetto dove potrà essere lui il “boss”, è probabile che Turner possa esprimersi al meglio, giocando a briglia sciolta.

PUNTI DI FORZA

Questi Celtics non saranno perfetti, ma dei punti di forza li hanno. Sicuramente, hanno a disposizione Rondo per tutto l’anno, o quasi. Il fattore RR risulterà fondamentale in una squadra priva di un vero leader e di un giocatore già pronto per la Lega, capace fin da subito di fare la differenza. Rajon potrà dare al pubblico del TD Garden qualche gioia in più rispetto all’anno scorso, durante il quale si è visto poco e non benissimo.

Un altro punto di forza è la continuità. Brad Stevens ha già fatto vedere qualcosina di decente la scorsa annata e quest’anno, ha la possibilità di migliorare. La conoscenza reciproca è sicuramente maggiore e i suoi giocatori sanno già che tipo di gioco vuole impostare. Di conseguenza, gran parte di quello che è stato fatto non dovrà essere ripetuto, e ciò dovrebbe consentire alla squadra di lavorare su delle basi già solide.

 

PUNTI DEBOLI

Non è però tutto rose e fiori. I Celtics avranno sicuramente dei punti di forza, ma verosimilmente saranno di più quelli deboli. Sono una squadra giovane, inesperta e di certo non posseggono una super All-Star alla LeBron. E quindi difficilmente si potranno ottenere dei grandissimi risultati. Molti presenti nel roster sono delle vere e proprie scommesse che, se si dovessero perdere, farebbero un enorme danno. Insomma, per quanto sia stato visto qualcosa di buono, è chiaro che i C’s non hanno proprio tutto quel talento che hanno avuto fino a qualche anno fa. Inoltre, Rondo, vera chiave della squadra, non può essere visto solo come salvatore della patria. Il giocatore ex Kentucky ha mostrato in passato delle debolezze emotive che spesso lo hanno portato ad annate non proprio all’altezza. Di conseguenza, Stevens dovrà essere bravo a dargli le giuste motivazioni e a fargli sentire la fiducia necessaria per farlo rendere al massimo. Se ciò non dovesse accadere, be’, saranno guai…

MIGLIOR SCENARIO 2014/15

35-47. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, questi Celtics potrebbero agguantare una decina di vittoria in più rispetto all’anno scorso. L’accesso ai playoffs sarebbe comunque molto difficile, ma rispetto al “tristissimo” dodicesimo posto della stagione scorsa, ci sarebbe un netto miglioramento. Stevens potrebbe ugualmente dirsi soddisfatto del lavoro svolto e sarebbe un risultato che da buone speranze per il futuro. Inoltre, se ad Est le cose andassero ancora maluccio, potrebbe pure scapparci un incredibile ottavo posto.

PEGGIOR SCENARIO 2014/15

25-57. Chiaro che se non dovesse andare tutto bene, il risultato sarebbe quello dell’anno scorso. Un fallimento per tutti, perché non ci sarebbero quei miglioramenti quasi fisiologici che tutti si aspettano. Stevens verrebbe probabilmente messo un po’ in discussione, così come Rondo e gli altri “pezzi grossi” del roster. Il processo di ricostruzione verrebbe dunque rallentato di un anno e ciò potrebbe non essere troppo gradito dal pubblico, comprensivo l’anno scorso, però desideroso di rivivere gli antichi vittoriosi fasti.

SCENARIO REALISTICO

30-52. Un miglioramento. Non eccezionale, ma è pur sempre un passo avanti. È probabilmente questo quello che ci si aspetta realmente da questi Celtics. Rondo da solo non è mai stato un vero e proprio trascinatore e ha quindi comprensibilmente trovato delle difficoltà, colmate in parte da una buona gestione di Stevens, ed in parte non tappate. La crescita sarebbe comunque evidente e darebbe l’impressione di aver intrapreso il giusto percorso.

 

 

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