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Draft Lottery, i commenti di Kings e Nuggets

Nella serata in cui i Cleveland Cavaliers pescano la prima scelta assoluta nel Draft 2014 per la terza volta negli ultimi quattro anni, c’è spazio anche per le franchigie che hanno ottenuto posizioni di rincalzo nella lista definitiva del primo giro. Per esempio i Nuggets che saranno chiamati a scegliere all’undicesima tornata del First Round il 26 giugno al Barclays Center.

A margine della cerimonia dell’estrazione delle palline della Draft Lottery il coach di Denver, Brian Shaw, ha rilasciato queste dichiarazioni riguardo alla lotteria stessa e anche ad un suo ex compagno di squadra ai Lakers, ovvero Derek Fisher.

Da questo draft mi aspetto di trovare un giocatore che possa aiutarci a migliorare quello abbiamo fatto in questa stagione e che possa permetterci di crescere ancora come squadra, dato che abbiamo molti ragazzi ancora giovani e con poca esperienza. Se devo essere sincero, quest’anno non ho avuto molte occasioni per seguire la stagione del College Basket e quindi confido nelle competenze del mio staff. Tuttavia cercherò di allenare nel migliore dei modi sul parquet chiunque sceglieremo insieme coi miei collaboratori. Fisher come coach? Se deciderà di diventarlo, credo che sarebbe fantastico. Sarebbe il naturale passaggio per un giocatore della sua esperienza. Ha dimostrato la sua leadership durante tutta la sua carriera sia in campo, come figura importante in squadre vincenti, sia fuori, come presidente dell’associazione giocatori. Non penso ci siano problemi nel caso deciderà di diventare allenatore.

Ha parlato anche Anjali Ranadive, figlia del proprietario dei Kings e anch’essa presente all’estrazione della palline per il Draft in rappresentanza proprio della franchigia californiana, che avrà l’opportunità di selezionare un giocatore come ottava. La ragazza indiana non si è soffermata tanto sulle tematiche del Draft, quanto sull’esperienza della sua famiglia in quel di Sacramento.

La gente a Sacramento è fantastica. Sono i migliori tifosi in assoluto che io abbia masi visto, vederli ogni volta mi suscita una grande emozione. Hanno una passione incredibile, avevano quasi perso la franchigia ma hanno lottato con proteste, raccolte firme, manifestazioni per strada e mobilitazioni sul web. Alla fine sono riusciti nel loro intento, quello di trattenere la squadra in città, ed ora avranno anche una nuova arena. Per quanto riguardo le nostre origini, siamo molto legati al nostro Paese di provenienza. Mio padre sta cercando di espandere il più possibile in tutta l’India la conoscenza della NBA ed in particolare il brand Kings, che ci riguarda più da vicino. Vogliamo che acquisisca maggiore visibilità internazionale. Nello specifico, in India il basket non è molto diffuso e praticato come il cricket ma lo seguono in sempre più persone e spero che il numero di seguaci aumenti sempre di più anche grazie al nostro operato come famiglia.

 

 

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