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Curiosità

Di come hai appena salvato la Nazione perdendo una partita a NBA2K14

 

Non sei neanche libero di startene da solo al cesso che subito il tuo coinquilino ti getta la sfida. Dice che mi fa fuori con Isaiah Thomas e DMC e tu sei talmente preso dalla accurata selezione della tua scelta che per poco non dimentichi le normali norme igieniche. Al tuo ritorno dal tempio però, lui ti sorprende sfoderando Paul George, Roy Hibbert e Lance Stephenson “from Brooklyn, New York”. Vabè. Allora vai da Popovich.

Partita. Il primo quarto ti vede in netto vantaggio. I tuoi sono quelli delle finali del 2005, loro ricordano più l‘Oratorio San Giuseppe, la prima squadra di tuo padre, quella che giocava sul classico campo in pendenza, all’esterno, anche durante le nevicate. Quella che contro Asola perse per 160 a 2 dopo il clamoroso 2-0 iniziale. Ginobili mette sei tiri su sei nei primi due minuti di ostilità, di cui almeno tre scagliati da Plutone; il franco-belga, senza sudare, regala palloni che fanno – per un istante – smettere di ridere Magic; Splitter ha il tocco di Bird e il perno di Olajowon. Duncan non lo si può neanche nominare perchè sembra una divinità. E i suoi? I suoi, per rabbia del loro stesso regista, si passano la palla da un’area all’altra, perdendola. Cioè. Hibbert carica il proiettile stile soldato romano direttamente dalla rimessa: il risultato sono quattro palle perse di fila e due feriti. Fine dei primi sei (non abbiamo tutta la notte) minuti: 48-30 (sì, quarantotto) e partita praticamente in cassaforte, visto anche l’umore dell’avversario che con due-tre sacramenti (e qui il cerchio si sarebbe anche chiuso) ha già svegliato le badanti russe (nonchè cristiane ortodosse, come vuole la loro tradizione) che dormono al di là del cartongesso che vi divide. Un uomo talmente incazzato che si accende una stizza, invece del solito naturale che, tra le altre cose, può aiutare a smaltire le sconfitte.

   Si riprende. Una sola cosa da fare: farlo riavvicinare. Hai solo da guadagnarci: le badanti tornano a dormire per le loro ultime due mezz’ore di sonno prima del lavoro; puoi tornare ad avere una partita da giocare; il naturale può tornare a passare anche da te. Sì ma come fare? Idea: la dò a Diaw e provo a spezzare le caviglie degli avversari mettendola per terra. Detto fatto: Boris, in modalità Steph Curry, si impalla come un 386 del ’95 e inizia a perdere palla. Il resto è un finto errore sulla rimessa e un “ho sbagliato tasto” che diventa un cross di Splitter dalla tua trequarti. Risultato: si va a bere un the sul 58-57 per i texani. We have a ball game.

Per gli ultimi due quarti premi su doppia f. Sovrappensiero, cerchi di tenere a bada il tuo avversario, concedendogli qualche canestro di cui poi cancelli il vantaggio con l’associazione per fare cesto composta da Ginobili, Parker e Leonard (che già che c’era ha messo quattro stoppate). Lui continua a incazzarsi col suo big man in the middle perchè è in ritardo sotto il vetro. Tu però, per evitare di tornare nella situazione del primo quarto, tiri da tre con Splitter, aggiungendo puntuale un “credevo fosse il Beli” che rende il tutto più credibile. Lo schema tanto lo sai: arriviamo mano nella mano fino all’ultimo tiro, poi in qualche modo la porti a casa. Perchè va bene che lui ha messo su Bob Marley, ma la partita la gradisci vincere tu.

Infatti perdi. Perdi perchè vai ai supplementari. Vai ai supplementari perchè ti sei lasciato l’ultimo tiro, a 3.8 dalla fine e sul 97 pari (what’s that “defense” you keep talkin’ about?!) e hai fatto male i conti. Timeout, rimessa. La palla doveva finire a Manu, ma tu spiazzi tutti con un passaggio per Tim. Che viene stoppato perchè ti sei dimenticato che da sotto è ancora Giotto, ma da sei metri e mezzo è meno pericoloso di Signorini in un night club.

 End of regulation, palla a due per l’inizio dei supplementari. La tensione stavolta c’è. L’arbitro deve lanciare la palla in alto per tre volte perchè Duncan e Hibbert saltano sempre troppo presto. Peccato perchè alla quarta palla a due annullata avresti sbloccato la modalità “jump ball with Spud Webb and Magsy Bouges”. Sarà per la prossima volta. I tre minuti di tempo extra vanno malino. Segni 3 (tre) punti in 180 secondi, come direbbe Pardo, l’unica preghiera accolta è quella partita da San Giovanni in Persiceto. Loro ne segnano nove, che non sono tanti ma sono abbastanza. Conclusione: vincevi di 18, hai sfiorato l’incidente diplomatico, hai voluto salvare la patria e sei caduto. Sei l’eroe della serata. Guardi con soddisfazione il tuo coinquilino tornato in sè. Ascolti orgoglioso il respiro pesanti delle badanti. E il cartongesso è ancora lì, dove deve stare. Where amazing happens.

 

Old pirates, yes they rob I…

 

 

Alessandro Moretti

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