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New York Knicks

Confronto interno per i New York Knicks

Continua il periodo nero dei New York Knicks. Dopo la sconfitta contro i Los Angeles Clippers, che ha fatto salire il conto vittorie/sconfitte a 3-11, i giocatori e lo staff tecnico hanno avuto un confronto di 20 minuti a porte chiuse nello spogliatoio dello Staples Center.

La  cosa più semplice per noi adesso sarebbe lasciarsi andare. Siamo in un momento buio, ma dobbiamo uscirne. Ci siamo parlati. Tutti hanno parlato. I giocatori e anche gli allenatori hanno avuto un incontro dopo la gara. Stiamo cercando di risolvere la situazione insieme. Ad oggi nessuno si diverte a giocare. Lo scorso anno c’era un legame speciale tra noi. La fiducia era totale, ma soprattutto ci divertivamo in campo. Quest’anno la sensazione è che non stiamo giocando con gioia. Ogni situazione è una situazione di pressione, dobbiamo tornare a divertirci perché quando non c’è più la passione di giocare, i risultati sono questi.

Queste le parole di un Carmelo Anthony abbastanza deluso e abbattuto per la situazione in casa Knicks. La scorsa stagione giocatori come J.R. Smith (non a caso sesto uomo dell’anno) e Iman Shumpert erano una delle cause principali dell’ottima regular season della squadra di New York. In questa stagione invece entrambi stanno avendo particolari difficoltà, riscontrate anche nell’ultima sconfitta (la settima consecutiva) contro i Clippers, dove il duo ha combinato per 9 punti totali con 4 su 14 dal campo.

Devo ritrovarsi, e noi gli aiuteremo a farlo. Ha detto Anthony. Non so veramente come faremo, ma dobbiamo continuare a provare ancora e ancora. Loro dovranno anche metterci del proprio, e alla lunga, dovremmo esserci l’uno per l’altro. La cosa più facile per noi sarebbe quella di dividerci all’interno dello spogliatoio, ma dobbiamo restare uniti. La cosa più dura ora è rimanere positivi. So che è dura ma dobbiamo provarci.

Raymond Felton è tornato Mercoledi dopo aver saltato le ultime quattro gare per un infortunio alla schiena, ma il suo rientro non è stato sufficiente a New York per far terminare la striscia di sconfitte.

Fa male. È una cosa che la squadra non vuole. Non ci siamo abituati. Non riesco a dirlo a parole. Dobbiamo continuare a lottare. Dobbiamo trovare una soluzione, in qualsiasi modo.

Non tutti i giocatori sono però abbattuti, c’è anche chi pensa positivo, come Metta World Peace, che ha fatto per la prima volta ritorno allo Staples dopo che i Lakers hanno usato l’Amnesty sul suo contratto.

Non siamo abbattuti. Fa parte della vita, sapete com’è la vita. Abbiamo avuto una giornata storta. Quando sono arrivato a New York, lo dico onestamente, non sapevo nemmeno chi fosse l’allenatore. Volevo solo vincere un titolo, non ,i è mai importato sapere chi allenasse. Poteva anche esserci Aunt Jemima (azienda produttrice di cibo per la colazione,ndr). Sono venuto qui senza pregiudizi, sono venuto qui per vincere.

Coach Woodson è sotto osservazione dopo la partenza titubante della squadra, ma crede che i ragazzi debbano avere fede nel processo di evoluzione della squadra, e crede anche che basti una vittoria per svoltare in questa stagione.

È una cosa nuova, che non avevamo sperimentato nelle ultime due stagioni, ma dobbiamo guardare avanti. Non c’è tempo per andare in panico e avere la sensazione di impotenza. Vincendo una partita acquisteremo la fiducia che ci manca e nessuno può dire cosa succederà poi.

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