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Minnesota Timberwolves

Kevin Martin: “Con K-Love ci miglioriamo reciprocamente”

Quando Kevin Martin durante l’offseason, allettato dall’offerta di 28 milioni di dollari in 4 anni dei T’Wolves, ha deciso di lasciare gli Oklahoma City Thunder, una delle squadre più competitive della lega, per andare nel Minnesota, era a conoscenza del rischio che questo comportasse: quello di abbandonare la sicurezza delle alte vette della classifica della Western Conference e delle 60 vittorie stagionali, e ritornare ad una situazione in cui con una squadra giovane e di prospettive, ma dalla tenuta fisica alquanto precaria e una chimica ancora tutta da costruire (pur con una PG come Rubio che a volte rende superfluo il concetto di “chimica di squadra”), il viaggio in postseason dovrà essere sudato dalla 1ª alla 82ª partita.

Al netto del lauto salario percepito dalla franchigia del Minnesota, sembra che la scelta di Martin al momento sia stata premiata, dato che durante quest’estate è stata proprio la voglia di rilanciarsi come titolare NBA a motivarlo nella scelta di lasciare Oklahoma City, dopo una stagione spesa da sesto uomo alla corte di KD e Westbrook.

“Sentivo di avere ancora parecchio da dare”, ha dichiarato Martin.

Così quando i T’Wolves gli hanno offerto un ottimo contratto e la possibilità di giocare da titolare insieme alle due rising stars Kevin Love e Ricky Rubio, Martin non ha potuto dire di no:

“È divertente giocare con giocatori di questo calibro. Non è la stessa situazione di quando ad inizio carriera dovevo guidare una squadra con poco talento e cercare di tenerla a galla con i miei numeri. Ho visto del potenziale in questa squadra e ho creduto che mi sarei sentito perfettamente a mio agio venendo a giocare qui. ”

Nelle prime 24 stagioni di vita dei T’Wolves è capitato solo 15 volte che due giocatori della squadra segnassero 30 o più punti nella stessa partita; durante questa stagione, quella del 25º anniversario della franchigia con sede a Minneapolis è successo già due volte, peraltro nel giro di 5 giorni, quando Kevin Love e Kevin Martin hanno segnato ciascuno più di 30 punti nelle vittorie di domenica scorsa contro i Knicks al Madison Square Garden e poi venerdì in casa, al Target Center, contro i Mavericks. Martin è ben conscio dell’importanza di avere in squadra almeno due giocatori con tanti punti nelle mani, soprattutto per i grattacapi che questo crea alle difese avversarie quando si tratta di capire a chi dedicare maggiore attenzione:

“In quel caso la difesa non può concentrarsi su un solo giocatore. Quando sono stato il go-to-guy mi ero abituato a giocare da solo. Ma giocare con KD e Westbrook, giocatori che possono segnare ciascuno 30 punti ad occhi chiusi- mi ha fatto capire quanto è importante avere in squadra un altro giocatore con grandi doti offensive. Questo è ciò che ho trovato in Kevin Love.”

Nelle prime sei partite in maglia Wolves, Martin ha fatto registrare una media punti di 23,3 , dato che lo colloca al 10º tra i marcatori NBA e sta tirando con il 56,7% dal campo; parte di questi buoni dati è merito dell’ottima intesa tra Martin e Kevin Love (come accennato proprio dalla guardia nella precedente dichiarazione), un’intesa tale da spingerli ad una sorta di bonaria “rivalità” quando i due scendono in campo.

“Io e K-Love ci sfidiamo a vicenda, questo è una delle cose che più mi piace del nostro rapporto. Ci sfidiamo in continuazione. Lui vuole che io lo sfidi e spesso mi chiede di dargli la palla di proposito. Ci carichiamo e ci miglioriamo reciprocamente ed è una cosa che mi piace parecchio.”

È indubbio che la stagione di Minnesota quest’anno punterà a qualcosa di più del tenersi in linea di galleggiamento; dopo due anni passati a patire per i continui problemi fisici di quasi ogni membro del roster, la postseason è un must per una squadra che ha nelle sue corde il potenziale per stupire l’intera NBA. E con il trio Rubio-Love-Martin alle redini della stagione dei lupi, con il sapiente coach Adelman in panchina, Minnesota sa già di avere l’obbligo di puntare in alto: per i suoi fan, che ormai dalla partenza di Garnett hanno avuto ben poche soddisfazioni; ma soprattutto per sé stessa, per prendersi finalmente il posto che le spetta nell’Olimpo delle squadre di questa Lega.

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