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Utah Jazz

Richard Jefferson vuole tornare ad essere il giocatore di un tempo

Jason Kidd, Kenyon Martin e Richard Jefferson, questi sono stati i Big Three che han sfiorato l’anello nella tremenda finale NBA del 2002. Hanno incontrato un solo problema: affrontavano i Los Angeles Lakers di Shaq e Kobe. Di quei New Jersey si ricordano, oltre le strabilianti giocate di Jason Kidd, le prestazioni di alto livello da parte di Jefferson stesso, capace di sfruttare ogni assist che riceveva dal play made in Dallas. L’ex ala dei Golden State Warriors ha dovuto cambiare nuovamente casacca, dal 10 luglio 2013 fa parte degli Utah Jazz che per lui rappresenta una nuova occasione per rifarsi dopo molti anni bui.

“L’anno scorso è stato un anno molto difficile per me” ha rivelato il veterano in una intervista al Salt Lake Tribune. “Ho sfruttato l’opportunità di poter cambiare squadra per provare nuovamente a fare di me un giocatore di qualità. L’allenatore Tyrone Corbin? Amo tutto quello che fa, penso che ci capiamo e proviamo un rispetto reciproco molto intenso. Se mi chiede di fare qualcosa lui dovrà sapere che metterò il 100% per riuscirci, senza alcun ego… Qualunque sia il ruolo che vuole farmi ricoprire, io sarò pronto a soddisfarlo!”

Nell’ultima annata con i Warriors, Jefferson ha stabiliti record (negativi) personali di minuti giocati e punti realizzati di tutta la sua carriera.

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