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Detroit Pistons

NBA Season Preview: la nuova era dei Detroit Pistons!

 

“C’eravamo tanto amati”, sì perchè Chauncey Billups ed i Detroit Pistons sono diventati grandi insieme vincendo l’ambito anello nel 2004 (distruggendo i Lakers delle meraviglie) e poi si sono lasciati come nelle più grandi storie d’amore, passando per Denver, New York e Los Angeles, fino al grande ritorno di questa estate, la MoTown che tanto gli ha dato e a cui ha dato molto. Nel 2004 c’era anche un ragazzotto tutto muscoli, talento e nervosismo. Nel 2013 lo ritroviamo in giacca e cravatta (sarà molto strano), Rasheed Wallace è un’icona di tutti quei ragazzini cresciuti a pane e basket tra un rimprovero e l’altro della tipica “Big Mama” del quartiere. I Pistons non sono tutto qua, questo è solo l’inizio, ora entriamo nell’arena:

L’ARENA 

Il “Palace Of Auburn Hills” è la casa dei Detroit Pistons dal lontano 1988, rappresenta l’arena più capiente di tutta l’NBA con i suoi 22 mila posti ed è di proprietà della franchigia stessa (attualmente solo 8 squadre possono vantare la proprietà assoluta del proprio palazzetto) che ha dovuto sborsare 136 milioni di dollari per la sua costruzione. Nel periodo 2002-2008 i Pistons hanno mantenuto il record di presenze di tifosi per le partite casalinghe, sbaragliando la concorrenza delle altre città che non possono contare (anche con sold-out continui) su di una struttura così capiente. All’interno della stessa, sono state costruite 180 suite di lusso, considerate (ora) un’esagerazione per una città che si sta velocemente svuotando, mentre nel 2005 sono state aggiunte altre 5 suite di lusso tutte prenotabili (per l’intera stagione) al modico prezzo di 450 mila dollari.

MERCATO

Nuovi Innesti: Chauncey Billups, Kentavious Caldwell-Pope (Rookie, scelta numero 8 ), Luigi Datome, Josh Harrellson, Brandon Jennings, Tony Mitchell (Rookie, scelta numero 37), Peyton Siva (Rookie, scelta numero 56), Josh Smith.

Cessioni: Jose Calderon, Kim English, Brandon Knight, Viacheslav Kravtsov, Corey Maggette, Jason Maxiell, Khris Middleton.

Il roster della squadra è stato praticamente rinnovato in ogni suo ruolo, fatta eccezione per il Centro ancora nelle mani del duo composto da Monroe (che si sposterà in ala grande) e dal giovanissimo Andre Drummond. Sicuramente le aggiunte più importanti sono rappresentate da Josh Smith (from Atlanta), giocatore da 14 milioni di dollari per 4 stagioni in grado di decidere la partita sia offensivamente che difensivamente quando la lampadina si accende, e da Brandon Jennings, a lui sono affidate le chiavi dell’attacco con il compito di mantenere ben oliato il meccanismo del gioco di squadra tanto voluto dal neo-coach Cheeks. Il “nostro” Gigione Datome potrà aiutare Detroit a mantenere buone percentuali dalla lunga/media distanza e, con un po’ di sano lavoro di palestra, potrà essere utile anche in altri ambiti territoriali.  In molti si sono già dimenticati della possibile sorpresa del prossimo anno che risponde al nome di Kentavious Caldwell-Pope, giocatore da 18 punti per partita a Georgia e dotato di abilità difensive al di sopra della media, la lotta per il ruolo di guardia è lanciata a Rodney Stuckey. Il già citato Billups partirà dalla panchina, riserva di lusso.

PROBABILE QUINTETTO BASE e panchina

Titolari

 Playmaker:  Brandon Jennings
Guardia:       Rodney Stuckey
Ala Piccola: Josh Smith
Ala Grande: Grego Monroe
Centro:           Andre Drummond

Panchina

Playmaker:   Chauncey Billups, Will Bynum, Peyton Siva
Guardia:         Caldwell-Pope, Kyle Singler
Ala Piccola:  Luigi Datome, Jerebko, Mitchell
Ala Grande:  Charlie Villanueva, Josh Harrelson,

PREVISIONI

Il roster è decisamente competitivo, l’obiettivo minimo di quest’anno è rappresentato dall’entrata nei playoffs. Detroit è forse la squadra che, in termini di talento e prospettive, ha cambiato di più rispetto alle altre franchigie. La Eastern Conference da “favola” è passata ad “inferno”, anche se raggiungere una delle ultime posizioni per la postseason 2014 è ancora una mission NON impossible. Il neo coach Cheeks può contare su di uno dei reparti migliori di lunghi della lega in grado di fare la differenza in entrambi i lati del campo, inoltre offensivamente il team può distribuire le fatiche a diversi attori che potranno trascinare la squadra da un momento all’altro, come per esempio Jennings e Smith: da unici terminali offensivi di Milwaukee ed Atlanta ora, invece, dovranno (finalmente) distribuire la responsabilità di segnare in modo continuativo, concentrandosi anche nella metacampo difensiva. La parola d’ordine? Gioco di squadra. La squadra, appunto, c’è…per il gioco ci sta pensando Maurice Cheeks.

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