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San Antonio Spurs

Belinelli, finalmente Spurs, finalmente Manu

Il titolo sembrerebbe far presagire ad una storia d’amore, ovviamente non è così.

Manu Ginobili, Marco Belinelli, dai siamo seri, due giocatori opposti per il 95% delle caratteristiche, unica in comune quella vena di pazzia insita nel loro DNA.

Ginobili ha 36 anni, ed avrà bisogno di ricambio, di fiato e magari di non doversi prendere tutti i tiri pesanti, Belinelli è già considerata dai media, la scelta utile, utile all’economia di una squadra che prende giocatori come pezzi di ricambio di un puzzle perfetto. Perfetto e oliato, tranne che per l’opzione Ginobili. Unico essere sul pianeta a cui Popovich garantisce una certa amnistia e per il quale chiude gli occhi quando passa accanto agli schemi per provare un tiro in caduta libera con raddoppio. Insomma Gino è Gino e il Beli è lontano millenni luce da quei livelli, non solo di gioco, ma di Leadership e di applicazione al gioco. C’è da considerare però che a scegliere Belinelli è stato direttamente Popovich che suona come un “e Messi sceglie Carrozzieri”.

Lo stesso Popovich ha dichiarato:

” Marco ha intenzione di entrare nei nostri piani in modo significativo e in fretta.”

Non so voi, ma quando ho letto questa frase mi sono quasi commosso. Questo ragazzo viene da San Giovanni in Persiceto, non da New York o dai college americani, può piacere o non piacere, ma insistendo è riuscito a realizzare un sogno.

Le abilità di Belinelli sono state al centro di molte dichiarazioni durante il media-day, Popovich ha messo in risalto la sua abilità di lettura del Pick-and-roll, la sua buona difesa e la sua abilità nel tiro da fuori (38,7%).

Lo stesso Pop ha dichiarato infine:

” Penso che sia un giocatore estremamente sottovalutato.”

Con Belinelli gli Spurs guadagnano dunque un difensore e un tiratore, forse quell’opzione offensiva che è mancata in gara 6 e 7 delle finals, quando Parker e Ginobili erano a stanchi e poco lucidi. Sicuramente il suo posto non sarà tra i titolari, ma potrà lottare per il posto di sesto uomo, magari quello dei momenti decisivi. Nel sistema di Popovich potrebbe esplodere un Marco più ragionato e meno impulsivo e magari ci sarà il definitivo salto di qualità.

L’entusiasmo dell’italiano è, e rimane comunque alle stelle:

” Sono felice di essere qui, gioco per una grande squadra, mi alleno con Duncan, Parker e Ginobili. Lavorerò molto per migliorare e vincere.”

Su Ginobili Marco si sbilancia:

“Stiamo parlando di un dei migliori giocatori che conosco. Mi sembra incredibile di poter giocare con lui in una delle più importanti squadre NBA. Mi piacerebbe essere come lui, lo guardo come un padre.”

Ginobili ha risposto subito al commento:

” E’ un giocatore completo che fa tutto bene. Ha fatto ormai il salto di qualità, soprattutto nelle ultime due stagioni è riuscito a trasformarsi e migliorare il suo gioco.”

In America lo apprezzano, con i suoi limiti e le sue follie, Marco si è guadagnato il suo pubblico. Non c’è che da complimentarsi.

Speriamo che riesca a costruire la sua miglior stagione NBA.

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