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Hall of Famer

Atto primo: Sua maestà Magic Johnson

A mio parere l’unico giocatore paragonabile a MJ, l’unico che può esservi accostato senza sentire il “bar” fare boati di disapprovazione.
Earvin ” Magic ” Johnson, l’uomo dello show time, l’immortale.

Negli anni 80 il suo gioco spettacolare e rivoluzionario cambiò, per sempre, il modo di concepire la palla a spicchi. La sua abilità di guardare il campo, di muoversi con e senza la palla, la grande personalità hanno fatto di Magic, semplicemente MAGIC.

Nasce a Lansing nel Michigan, e lì, in quella piccola cittadina, nasce anche il suo eterno amore per il basket e, probabilmente, anche la palla a spicchi contraccambiò immediatamente questo sentimento.
Frequentò Everett High School una scuola senza una grande tradizione cestistica, ma Magic cambiò anche la fama della sua scuola. Ben presto la sua parola divenne vangelo. Durante gli anni della High School migliorò la sua abilità in quello che sarà il suo marchio di fabbrica, passaggio e palleggio, soprattutto grazie agli insegnamenti di Coach Geroge Fox. Dopo la High School scelse di perseguire il suo sogno a Michigan State snobbando UCLA.

Gli anni a Michigan State

Nel suo primo anno a Michigan (1978) riuscì ad arrivare ai quarti del torneo NCAA, ma, la squadra di Magic fu sconfitta dai futuri campioni di Kentucky.
Non si era mai vista una guardia alta 2.05 e capace di gestire la palla in una maniera così raffinata, tanto che un giornalista di Lansing, dopo aver visto una sua partita, gli chiese se potesse chiamarlo “Magic”, Johnson acconsentì e, in quel momento, inconsapevolmente, diede inizio ad un sogno, ad un vero e proprio mito.

Nel 1979 Michigan era pronta alla rivincita, partì fortissima, ma, a metà stagione, una crisi di risultati mise in discussione la partecipazione al torneo NCAA. Durante un incontro tra i giocatori e lo staff il Coach riconobbe di aver esagerato e aver chiesto troppa tattica e disciplina in campo, così provo’ a lasciar giocare più liberamente la squadra. Magic capì il concetto meglio degli altri e Michigan vinse 13 delle ultime 14 partite riuscendo ad accedere alla fase finale del torneo NCAA. In Semifinale incontrarono l’Università della Pennsylvania eliminandola per 107 a 66, accedendo alla finale contro Indiana State.

Indiana State: destini che si incrociano, strade che sembrano essere dipinte da un pittore impressionista, che s’intreccia con il romanticismo di qualcosa di epico. (mi viene in mente il dipinto “Incendio al parlamento inglese” di Turner, padre dell’impressionismo). Perché destini che si incrociano?
Perché questa sarà la prima finale tra Magic e Larry, e questo non è un Larry qualsiasi, questo di cognome fa Bird e fu l’altra faccia di Magic, uno dei giocatori più forti di sempre.

Indiana parte con i favori dei pronostici, con Bird nominato miglior giocatore della stagione e con un record di 33-0, l’unica sconfitta sarà in quella finale per 75-64 con un Magic da 24 punti e 7 rimbalzi (nominato MVP della finale) che riuscì anche a fermare Bird ad un impietoso 7-21 al tiro.

Siamo al 1980, e Magic Johnson è pronto al salto in NBA. Ed è in quest’anno che il suo talento inizierà a calcare le arene più importanti d’America, rivoluzionando il modo di concepire il basket.

Con lui, anche, Larry andrà in NBA, mentre Magic andrà ai Lakers, Larry giocherà per i Celtics, il destino li pone di nuovo l’uno di fronte all’altro a rappresentare, di nuovo, una rivalità antica tra Est e Ovest.

Tra qualche giorno, la seconda parte!

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