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BRACKETS’ RELIGION: 24/03 DAY 4

Mai sottovalutare la follia marzolina. Per maggiori chiarimenti potete fare una semplice chiamata a Spokane, in casa Bulldogs.

Ma andiamo con ordine e partiamo dalle gare che si sono sviluppate seguendo un briciolo di razionalità.

Louisville travolge Colorado State. Il referto dice 82-56. I Cardinals fanno decisamente paura e si candidano a favoriti per la vittoria finale. Letteralmente con la bava alla bocca nella metà campo difensiva (forzano 19 palle perse) ed altrettanto efficcaci a rimbalzo, dove annullano di fatto la coppia più fisica della nazione, facendo raccogliere solo 8 palloni a Hornung e Iverson. I 27 di un incontenibile Russ Smith fanno il resto.

Arizona pone fine al sogno Harvard nel modo più duro, il punteggio finale segna un +23 (74-51) Wildcats. La serata dei 27 punti personali viene celebrata anche da Mark Lyons. Hill aggiunge 10 rimbalzi. I Crimson non sono mai in partita. Il 52% dal campo della precedente partita crolla in un desolante 27%. Sintomatico di questa pochezza è Rivard. La guardia canadese che aveva messo a segno 5 bombe fondamentali contro i Lobos, si limita qui ad un non proprio incisivo 1/6.

Tom Izzo festeggia l’ennesima Sweet Sixteen battendo senza patemi i Tigers. Harris regala agli Spartans 16 dei suoi 23 punti totali (career high) nella prima frazione. La coppia Payne-Nix apparecchia la tavola con 27 punti e 18 rimbalzi complessivi. Delusione Memphis. Finisce con un perentorio 70-48.

Vittoria del quintetto quella dei Wolverins. Michigan supera un ostacolo tutt’altro che facile, 78-53 a VCU. 75 punti sono legati allo starting five. Strepitoso McGary da 21 e 14. Burke e Hardawayjr scrivono 18 e 14. La press di VCU non frutta e, per la prima volta, mostra tutte le sue lacune.

Syracuse vince ma non convince con California. 66-60. Fair e Southerland sono i mattatori della serata con 18 e 14 punti. I Bears vengono soffocati dai 40 minuti di zona ed esprimono un gioco ai limiti dell’osceno. Crabbe non è trainante. Brutto modo per tornare a casa.

Prelibato contraltare a questa brutta partita, è lo strepitoso match tra Butler e Marquette, che vede vittoriose le Golden Eagles per 72-74. Comandata da un Blue ai limiti della perfezione (29 finali). Marquette vede i fantasmi della regular season quando, ad una manciata di secondi dalla fine, con due punti di vantaggio, si vide rovinare la festa da uno straordinario buzzer beater dalla lunga di Clarke; anche in questo caso il tiro della disperazione lo prendono i Bulldogs ma la conclusione non vede nemmeno l’ombra del ferro, non bastano i 24 di Clarke. Partita da vedere e rivedere.

Oregon lo fa ancora. Altro upset per i Ducks, che sconfiggono 74-57 Saint Louis. Dotson ed Emory guidano la strada con 23 e 14 punti. Kazemi strappa 16 rimbalzi di pura intensità. Per i Billikens pochissime note positive. La velocità e la stazza di Oregon non hanno mai fatto restare in bilico la contesa.

Ma la vera sorpresa della notte ci viene riservata da Gonzaga. Wichita State sorprende i #1 e passa 76-70. Non basta ai Bulldogs un Olynyk da 26 punti e 9 rimbalzi. Partita vissuta sulle montagne russe. Subito sul +13 gli Scockers, poi raggiunti e superati con grande fatica dagli Zags, che a 12 dalla fine si trovano sopra di 8. Da lì in poi terrificante parziale di 35-21 degli Schockers, creato da 5 triple consecutive. Tabellino equilibrato il loro, con l’interessante Early che dalla panchina porta 16 punti e 7 rimbalzi.

Le partite di oggi:

(10) Iowa State-Ohio State (2)

(9) Temple-Indiana (1)

(8) North Carolina-Kansas (1)

(11) Minnesota-Florida (3)

(15) Florida Gulf Coast-San Diego State (7)

(13) La Salle-Ole Miss (12)

(7) Illinois-Miami (2)

(7) Creighton-Duke (2)

Dollaro sicuro su Indiana, Ohio State e Duke. Miami non dovrebbe avere grossi problemi così come San Diego State, anche se Illinois e FGC possono riservare delle belle sorprese. Minnesota rischia l’upset con i Gators. L’orgoglio Tar Heels sembrerebbe non poter bastare per sconfiggere i Jayhawks. Ole Miss guidata da Henderson ha la seria possibilità di volare alle Sweet Sixteen.

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