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Indiana Pacers

L’esplosione di Paul George? Chiedere a Brian Shaw!

Era quasi inevitabile che tra Brian Shaw e Paul George si venisse a creare un forte legame. E non è solo per la passione per la pesca che i due condividono; Shaw ha infatti giocato con Kobe Bryant, diventandone poi allenatore come assistente di Phil Jackson; e  proprio di Kobe Paul George è tifoso sin da piccolo, essendo cresciuto nel mito della stella dei Lakers e della sua famosa work ethic (etica del lavoro, base indiscussa dei tanti successi di Kobe nella sua carriera).

Con questo e molto altro in comune, Brian Shaw (assistente di coach Vogel agli Indiana Pacers) e la guardia/ala al terzo anno Paul George hanno sviluppato un’ottima connessione, basata su una linea di comunicazione sempre aperta, sia nel bene che nel male. E se c’è qualcuno che George ringrazia per la sua prima convocazione all’All-Star Game al solo 3º anno nella lega, quell’uomo è proprio Shaw:

“È lui che mi ha aiutato a venir fuori. Ed è anche lui quello che mi sta più addosso. Se io sto giocando male e le cose in campo non stanno andando bene per colpa mia, non si fa problemi a dirmelo.”

Shaw ammette che non sapeva molto di George prima di approdare ai Pacers come assistente nel 2011. Conosceva appena la sua carriera scolastica e collegiale e sapeva che era cresciuto guardando i Lakers. Durante l’estate del lockout, quando dirigenza e coaching staff non potevano comunicare con i giocatori, Brian Shaw si è documentato, guardando filmati su filmati di George e intravedendo in lui la stoffa del campione.

“Quando siamo tornati dopo il lockout, e vedendolo di persona, ho capito che aveva tutte le capacità per diventare un grande giocatore. Doveva solo prenderne coscienza lui stesso.”

Ma paradossalmente il legame tra i due non si è solidificato sul parquet, ma con in mano una canna da pesca in un pomeriggio, durante il periodo dei playoff dello scorso anno. Ed è in quella occasione che i due hanno cominciato a parlare, senza freni e cominciando a esprimere le proprie opinioni completamente, portando poi quello stesso legame sul campo da basket.

George ha un’enorme opinione di Shaw visto il suo passato da giocatore, i titoli vinti, e il rapporto con Kobe. Fin dal primo giorno di training camp il giocatore dei Pacers ha inondato il suo allenatore di domande su come fosse Kobe in allenamento e o se avesse particolari rituali nel giorno della partita. E l’argomento Bryant viene oggi spesso utilizzato da Shaw per stimolare il suo giocatore:

“Quando non sta giocando bene, o non sta rendendo al massimo, tiro sempre fuori il paragone con quello che farebbe Kobe, cosa che per lui ha un’enorme importanza. Lo scorso anno nei playoff ha dimostrato che abbiamo ancora molto lavoro da fare con lui. Deve solo pensare ad allenarsi e migliorare; ed il tempo farà il suo corso perché non può che andare meglio”

La fiducia di Shaw in George traspare nitida dalle sue dichiarazioni, che lasciano intravedere un futuro radioso per il no.24 degli Indiana Pacers. Ma a questo futuro radioso si lega un presente in cui George sta prendendo i suoi compagni per mano e caricandosi sulle spalle la squadra, dando dimostrazione del suo sconfinato talento. E riprendendo le parole di Brian Shaw, “non può che andare meglio”.

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