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New York Knicks

Lettera del tifoso: “Vi racconto come è iniziata la mia passione per i New York Knicks”

 

La città di New York ha sempre esercitato un fascino particolare su di me, una sorta di legame ancestrale che mi ha sempre unito alla città “che non dorme mai”. Sin da bambino ho sempre sognato a stelle e strisce, grattacieli e taxi gialli era ciò che vedevo nel mio futuro. Vedevo film in TV e sognavo americano, leggevo libri e sognavo

americano, ascoltavo musica e sognavo americano. Crescendo l’amore per gli States non si spegneva, ma al contrario, aumentava in maniera esponenziale. A scuola l’unica materia in cui eccellevo era l’inglese, insomma nel mio sangue scorrevano hot-dog e Budweiser. Arriviamo ai nostri giorni, quando qualche anno fa, la mia donna (e mia attuale moglie), mi “costringe” a vedere una puntata della sit-com più bella di tutti i tempi: “Friends“. È amore a prima vista, la storia di 6 ragazzi che vivono a New York. Impossibile non immedesimarsi nei personaggi e sognare di essere al loro posto, lì nella grande mela, nel Village. È proprio da questo grande amore per Friends che inizia la mia storia di tifoso. Nei vari episodi si fa spesso riferimento ai ragazzi che vanno al Garden a vedere le partite o ancora appaiono vestiti con le maglie dei blu-arancio (in particolare il 23 di Camby). Scocca la scintilla. Decido che anch’io voglio iniziare a seguire la NBA e il mio profondo amore per NYC, non può far altro che portarmi ad un’unica scelta: tifare Knicks. Inizio a documentarmi, studio le regole, i ruoli, i termini. Così 4 anni fa, iniziai a seguire il campionato. Il primo anno guardavo solo i risultati e highlights, mi sembrava impossibile seguire tutte quelle partite, poi, un po’ alla volta, iniziai con le dirette. BANG! Il fattaccio. Il mio cuore muta, si trasforma profondamente, inizia a cambiare qualcosa, il mio sangue non è più rosso, ma blu-arancio. Non potevo più farne a meno, vedere i Knicks era questione di vita o di morte.

Le triple del Gallo, le schiacciate di Stat, guardavo tutto estasiato come un bambino in un negozio di giocattoli. Poi la trade che mi cambiò la vita. Mi sveglio una mattina e

leggo “Il Gallo a Denver”. Preso dallo sconforto vidi i dettagli della trade che coinvolgeva un certo Carmelo Anthony detto Melo. Conoscevo il suddetto giocatore di fama, ma ero ancora un neofita (non che adesso sia esperto eh) e non lo avevo mai visto giocare. Tutti mi dicevano che era una trade fantastica per noi, ma io ero triste per il Gallo. Arriva il giorno del debutto di Melo, giocavamo a Milwaukee. Il delirio. Melo fa polpette dei Bucks e ci porta alla vittoria. Il mio cuore è suo e suo rimarrà per sempre. Un giocatore favoloso, con un tiro perfetto, nel suo tiro riesco a scorgere Dio. Il legame è inscindibile ormai. Melo, Stat, Tyson, Novakaine, Shump, JR, JKidd, Lin, Gallo, Pat, Starks, fanno ormai parte di me. Once a Knicks, always a Knicks. Ogni tiro, ogni rimbalzo, ogni buzzer beater, ogni schiacciata, io vedo solo un arcobaleno blu-arancio. Quest’anno, poi, la svolta, il matrimonio con la mia fanstastica moglie (purtroppo una lacustre) e il viaggio di nozze che mi porta a NY, al Garden, a vedere due partite, contro i Nuggets di Danilo e contro i Lakers di Kobe. La mia vita non sarà mai più la stessa, ma… Questa è un’altra storia. ITALIAN KNICKS PRIDE!

Alfredo Zullino (@phre)

Special thanks: mia moglie che mi asseconda e mi sostiene in tutto e per tutto, nonostante la mia malattia (non è da tutte farvi vedere le partite a letto alle 4 di notte); al mio bro Fede (@FedCara), che mi ha accompagnato mano nella mano nel fantastico mondo della palla a spicchi senza mai ridere alle mie domande da stupido neofita, a Matteo per aver creato il profilo Twitter New York Knicks Italia (@NYKnicksIta) e per avermi dato la possibilità di sfogare i miei deliri da questo account.

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