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Jimmy Butler conquista i Chicago Bulls: “Se gioco così bene è merito di Deng”

Sembra la storia di Belinelli di qualche mese fa. Nel mese di Dicembre l’italiano ha rimpiazzato, e bene, Rip Hamilton, ai tempi fermo per infortunio. Lo stesso sta succedendo ora con Jimmy Butler. Il 23enne nelle ultime 2 settimane è stato messo ‘in vetrina’ da coach Thibo, anche a causa dello stop per problemi fisici di Luol Deng. Butler nelle ultime 6 partite ha quasi sempre viaggiato in doppia cifra (tranne nella sconfitta contro i Wizards di qualche giorno fa), aggiungendo energia al quintetto base dei Bulls. Nelle prime 38 partite di questa stagione l’ala ha registrato 5.4 punti con 2.6 rimbalzi in 17.2 minuti di media a partita. Mentre quando è stato schierato in quintetto ha giocato in media 45.2 minuti, proprio come Deng, e ha risposto con 15.1 punti e 8.6 rimbalzi. Numeri importanti per un giocatore che sta stregando la tifoseria di Chicago. Intanto vi riportiamo le parole di Butler che ha commentato in questo modo il suo momento ‘magico’:

“Credo che il momento più significativo sia stato quando Luol Deng si è avvicinato e mi ha detto di continuare a giocare come nelle ultime partite. Quando senti certe parole da un All Star, da lui, da Derrick Rose o da Joakim Noah, sai che lo pensa veramente.  Avevo bisogno di questo. Sentirmi dire da tutti i miei compagni che, a causa del problema al bicipite femorale di Luol, dovevo entrare e fare la differenza. Nessuno mi ha chiesto di fare il Deng, ma solo di essere me stesso, di portare energia in fase difensiva e di mettere pressione agli avversari. E io so di essere in grado di dare questo contributo, sia in quintetto che partendo dalla panchina”.

L’esplosione cestistica di notorietà però non si è riflessa al di fuori del parquet, così come confermato dallo stesso giocatore:

“Mi trattano tutti allo stesso modo  e io stesso vorrei che restasse tutto come prima. Mi sento ancora lo stesso giocatore di prima, originario di una città piccola come Tomball, che si muove fuori dai radar: se non mantieni alta la concentrazione, in questa squadra c’è sempre qualcuno pronto a prendere il tuo posto. Sono stato fortunato a finire ai Bulls, perché questa è la squadra più adatta a me”.

 

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