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Speciale NCAA: Le Favorite (Parte III)

4. OHIO STATE

È probabile che lo scorso anno Ohio State avesse tutto il necessario per conquistare il titolo nazionale: un attaccante del calibro di Deshaun Thomas, una costante presenza in post basso in grado di attirare raddoppi e costruire tiri per gli esterni come quella di Jared Sullinger, uno straordinario tiratore come William Buford e un allenatore in campo come Aaron Craft, il leader spirituale di questa squadra, capace di cambiare una partita con la sua difesa. Il risultato fu una sconfitta di due punti nella semifinale del Torneo NCAA, a un’inezia, insomma, dal raggiungere la finale, e chi sa come sarebbe potuta andare…

Ora, con le partenze di Sullinger e Buford, aumenteranno le responsabilità di Deshaun Thomas, che sarà il giocatore attorno al quale girerà l’attacco dei Buckeyes: ala in grado di segnare da qualsiasi posizione dentro e fuori dall’area, avrà a disposizione più tiri, ma dovrà confermare lo stesso atteggiamento difensivo visto nel Torneo NCAA della stagione passata. La squadra potrebbe però avere bisogno di un maggior apporto in attacco anche da parte di altri giocatori, come Aaron Craft, difensore di altissimo livello e ottimo creatore di gioco, Lenzelle Smith Jr., buonissimo tiratore che potrebbe diventare la seconda opzione offensiva, e LaQuinton Ross, pronto alla definitiva esplosione dopo aver visto poco il campo durante l’anno da freshman. Il sophomore Amir Williams, dalle spiccate doti difensive, avrà il compito di sostituire Sullinger sotto i tabelloni. Attenzione al contributo immediato che può dare il talento italiano Amedeo Della Valle, classe1993 inuscita da Findlay Prep, una delle high school più prestigiose a livello cestistico.

La situazione assomiglia a quella che attraversò la scorsa stagione Kansas, proprio la squadra che li sconfisse e arrivò in finale contro Kentucky. Se ad aprile finisse così, Thad Matta ci farebbe la firma.

 

3. KENTUCKY

Nei tre anni in cui John Calipari è stato allenatore dei Wildcats, le sue squadre sono state al primo posto del ranking o hanno raggiunto le Final Four, o entrambe le cose. Quest’anno, dopo la dipartita di 6/7 del roster (sì, giocavano in 7!!!), Calipari dovrà “accontentarsi” di una squadra meno esperta, ma non meno talentuosa, rispetto a quelle delle scorse stagioni e fare più affidamento sui giocatori in uscita dalla panchina.

Lo starting-five è praticamente nuovo di zecca: Nerlens Noel, il prospetto #1 in uscita dalla high school secondo vari siti specializzati, va a coprire il vuoto lasciato da Anthony Davis sotto canestro con la sua imponente presenza difensiva, anche se in attacco non possiede la dimensione perimetrale dell’attuale giocatore degli Hornets; nello spot di ala grande ci sarà Kyle Wiltjer, già nelle rotazioni di Calipari lo scorso anno, che ha tutto il potenziale per diventare una star; i freshmen Alex Poythress e Archie Goodwin, rispettivamente ala piccola e guardia, avranno la possibilità di mettere a disposizione della squadra grande atletismo e doti realizzative; a guidare il gioco offensivo dei Wilcats ci sarà Ryan Harrow, transfer da NC State, che è una vera point guard, rapida e atletica, che predilige il ritmo veloce e ama distribuire palloni ai compagni, ma può anche essere efficace come realizzatore. Da verificare l’impatto dei giocatori in uscita dalla panchina, che quest’anno avranno un ruolo più importante date le probabili rotazioni più lunghe, ma il freshman Willie Cauley-Stein e Julius Mays, transfer da Wright State, sono delle riserve di qualità.

Calipari, come accade praticamente ogni stagione, deve costruire la sua squadra partendo da zero, quest’anno forse anche più che in passato, dato il numero di volti nuovi presenti tra i Wildcats; ma se riuscirà ad amalgamare tutto il talento che ha a disposizione e a trovare il ruolo adeguato per ognuno dei suoi giocatori, allora il repeat che sognano i tifosi della Big Blue Nation può trasformarsi in realtà.

 

2. LOUISVILLE

I Cardinals nelle ultime stagioni hanno sempre riservato delle sorprese, e questo non può essere che merito di coach Rick Pitino, che avrà a disposizione una squadra dotata di più talento rispetto agli anni passati.

Peyton Siva ha dimostrato di essere il leader di Louisville, capace di sfornare assist per i compagni o di trovare soluzioni personali, mentre Chane Behanan e Gorgui Dieng garantiscono solidità sotto i tabelloni sui due lati del campo. Se gli infortuni lo risparmieranno, Wayne Blackshear potrà essere la stella della squadra grazie al suo enorme talento e al suo atletismo, dei quali si sono visti degli sprazzi nella gara di Final Four contro Kentucky. Louisville è una squadra priva di un vero e proprio realizzatore e proprio per questo motivo tutti i giocatori devono offrire con continuità il proprio contributo, soprattutto Russ Smith, capace di prestazioni super, ma spesso troppo incostante. La partenza di due tiratori come Kyle Kuric e Chris Smith diminuirà la pericolosità dall’arco dei tre punti, che per una squadra che basa il suo gioco offensivo soprattutto sul tiro perimetrale può essere un problema, ma l’arrivo di Luke Hancock, transfer da George Mason, assicura comunque ai Cardinals una minaccia da dietro l’arco e soprattutto un playmaker aggiunto che toglierà un po’ di pressione dalle spalle di Siva.

Louisville ha il giusto mix di esperienza, talento e profondità, che unito alla miglior difesa dello scorso campionato la rende una favorita alla vittoria del titolo nazionale. Ah, non dimentichiamo che in panchina c’è Pitino, fresco di rinnovo fino al 2022, un motivo in più per puntare sui Cardinals.

1. INDIANA

Gli Hoosiers sono tornati! Dopo il buonissimo campionato dello scorso anno, questa può decisamente essere la stagione di Indiana, che ha tutte le carte in regola per arrivare alle Final Four e conquistare il titolo NCAA. Infatti, la saggia decisione di Cody Zeller di rimandare l’approdo in NBA al 2013, il ritorno di Christian Watford per l’anno da senior, la conferma di vari elementi fondamentali quali Sheehey, Hulls e Oladipo, e il reclutamento di un freshman di altissimo livello come Yogi Ferrell (tra l’altro nativo dello stato dell’Indiana) nella posizione di playmaker la rendono la favorita al titolo. I motivi risiedono specialmente in colui che è stato votato quasi all’unanimità come il prossimo “player of the year”: Cody Zeller. Nella sua stagione da freshman Zeller ha avuto un impatto straordinario sulla squadra, fatto sì di punti, rimbalzi e stoppate, ma anche di una grande presenza in mezzo all’area in grado di concentrare le difese avversarie su di lui e liberare quindi i compagni per dei comodi tiri. Non a caso Indiana è stata la seconda miglior squadra nel tiro da tre punti e quasi tutti i tiratori hanno migliorato le proprie percentuali rispetto alla stagione precedente. Quest’anno ci si aspetta ancora di più da lui, prima di vederlo volare tra i professionisti.

Se Zeller e Watford domineranno sotto canestro e Sheehey, Hulls e Oladipo confermeranno le ottime cose viste la stagione passata, gli Hoosiers possono davvero puntare in alto. Tuttavia molto dipenderà anche da come Yogi Ferrell saprà guidare la squadra: grazie alla sua rapidità può bucare le difese avversarie per andare a canestro o innescare un compagno con le sue eccellenti doti da passatore, mentre con l’atletismo di cui è dotato può offrire un efficace contributo in difesa. Proprio la fase difensiva è il punto su cui Indiana deve migliorare per poter aspirare alla conquista del titolo e non essere vittima di un upset durante il Torneo NCAA contro una squadra particolarmente “calda” a livello offensivo.

La Big Ten non è mai stata così competitiva come quest’anno e coach Crean avrà da lavorare per far crescere i suoi Hoosiers, che, in ogni caso, rimangono i favoriti #1.

Marco Montini
@Monty_87

 

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